Veritá e giustizia per Arafet!

21 / 1 / 2019

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Comunità in resistenza Empoli/Csa Intifada, in seguito alla morte di Arafet Arfaroui, 32enne italiano di origine tunisina, avvenuta in un money transfer di Empoli lo scorso 17 gennaio 2019 durante un violento intervento di polizia, getta ombre sull’operato degli agenti che sono intervenuti.

Chi alimenta la paura del diverso del migrante con politiche sociali che spingono su una repressione e un controllo esasperante con istallazione di telecamere dappertutto perché c'è bisogno di "sicurezza" anche se i dati ci dicono che i reati sono diminuiti.

Chi promuove politiche come il daspo urbano, ulteriore forma di pulizia estetica per rendere più appetibile un centro storico che vive solo di commercio dove gli abitanti non rappresentano più la centralità di un vivibilità che oramai è un vecchio ricordo.

Oggi sarà contento! il prodotto di questo clima è la morte di un Cittadino italiano che si chiamava Arafet Arfaroui di 32 anni colpevole non si sa di cosa, morto non si sa perché, le uniche cosa che si sanno grazie a ACAD Associazione Contro gli Abusi in Divisa - Onlus che Arafet è morto in un bagno del locale dove si era recato per inviare dei soldi alla sua famiglia in Tunisia legato mani e piedi da agenti della polizia del commissariato di Empoli che intervenuti per un litigio invece di tranquillizzare la situazione hanno esacerbato gli animi trasformando il tutto in una tragedia.

Come Comunità in Resistenza/Csa Intifada chiediamo verità e giustizia per Arafet e la sospensione dal servizio immediata degli agenti di polizia protagonisti di questa tragedia.

Siamo vicini ai familiari di Arafet .

Verità e giustizia!

Comunitàinresistenza Empoli/Csa Intifada

Per ascoltare l'intervista su Radio Onda d'Urto clicca qui.