Oggi un gruppo di docenti, studenti delle superiori e studenti universitari ha presidiato l’ingresso dell’Ufficio Scolastico di Verona.
I motivi della protesta sono sintetizzati nel volantino che è stato distribuito. Il presidio ha voluto essere un primo momento pubblico per rilanciare la mobilitazione del mondo della formazione contro la riforma Gelmini di Scuola, Università e Ricerca.
I prossimi appuntamenti saranno:
- Assemblea pubblica, il 10 novembre alle ore 15.30 in Aula T1, Polo Zanotto, Via San Francesco, Università di Verona.
- Manifestazione, il 17 novembre, Verona
Il testo del volantino distribuito all'UST:
La formazione è un bene comune
Docenti di ruolo e precari, ata, studenti delle superiori e universitari: siamo qui per iniziare a riprendere, anche a Verona, un percorso di mobilitazione contro la riforma Gelmini.
Abbiamo deciso di iniziare insieme, uniti, perché la Gelmini e questo governo stanno portando a tutto il sistema della formazione e della ricerca italiano il più grosso attacco che ci sia mai stato.
Per quanto riguarda la situazione, sintetizziamo pochi, ma pesanti, punti:
Precari:
gli effetti della riforma corrispondono nei fatti al più grande
licenziamento di massa: nel Veneto, per quest’anno scolastico, si parla
di 1200 persone lasciate a casa. Ciascuno di noi conosce decine di
colleghi che hanno sempre lavorato nella scuola e che ora non hanno
preso nessun incarico o solo delle supplenze brevi.
Docenti:
Blocco del contratto e degli scatti di anzianità: questo è un vero e
proprio furto ai nostri danni perpetrato dai soliti Robin Hood al
contrario, Berlusconi &Co., dalle cui ricchezze e dai cui stipendi
non viene mai preso nulla.
Da un punto di vista didattico: impossibilità di favorire i processi di
apprendimento in classi che arrivano fino a 32 alunni/e, in alcuni –
frequenti – casi con la presenza anche di alunni diversamente abili.
Studenti/esse universitari/e:
Blocco delle borse di studio: ecco come la ministra Gelmini si occupa
del diritto allo studio. Oltre 180 mila studenti hanno diritto
all’assegno, ma 8 su 10 non lo riceveranno
Ricerca:
Impossibilità di poter scegliere l’attività di ricercatore: con la
Gelmini la ricerca diventa un lavoro per aspiranti precari a vita. I
vecchi baroni ringraziano.
Studenti/esse scuole superiori:
La scuola superiore sta diventando l’esempio di come si può trasformare
la sostanza in forma: la decostruzione dei dati (OCSE e INVALSI) che la
Gelmini utilizza per giustificare la sua riforma dicono altro: non è mai
esistito un eccesso di insegnanti e non sono fannulloni come sostiene
Brunetta, gli alunni/e non sono violenti (bullismo) e somari… Insomma,
non esiste l’emergenza di cui Gelmini parlava. La scuola inizierà ad
essere in emergenza veramente non appena si faranno sentire le
conseguenze della sua riforma.
Tutto viene ridotto: dalle ore disciplinari ad attività importanti come teatro, psicomotricità, ecc.
Mancano soldi e docenti per le supplenze e per qualsiasi attività di aggiornamento e formazione.
Per tutto il mondo della formazione e la ricerca, seguendo le indicazioni di Tremonti, questa è la sintesi della Gelmini: niente soldi!
Così viene affrontata la crisi (non l'emergenza!) della formazione: una possibilità di cambiamento positivo affossato.
Un paese come il nostro, travolto da una crisi complessiva, economica,
politic e, sociale, che si trova un governo incapace (o che
probabilmente ha altre priorità, come la cronaca di questi giorni sembra
confermare) di capire che il futuro sta proprio nella formazione e
nella ricerca è un paese senza futuro. Ecco perché ci sentiamo tutti e
tutte coinvolti. Ecco perché non possiamo tacere.
Lanciamo dall’Ufficio Scolastico di Verona la proposta di una
manifestazione unitaria cittadina, il 17 novembre, in contemporanea con
quelle che si terranno in tutta Italia.
In preparazione, si terrà inoltre un’assemblea di tutto il mondo della
formazione, il 10 novembre, alle ore15.30, Aula T1, Polo Zanotto, via
San Francesco, Università di Verona.
Uniti contro la crisi – Verona