Vicenza é furiosə

Partecipata manifestazione per il diritto all'aborto e all'autodeterminazione

2 / 10 / 2022

Il 28 settembre è stata la giornata internazionale per il diritto all'aborto libero, sicuro e gratuito. In quella giornata, molte città italiane sono state attraversate da mobilitazioni e azioni.

A Vicenza la manifestazione lanciata da Babajaga assemblea transfemminista invece si è svolta ieri, dove si sono date appuntamento diverse collettive provenienti da tutto il territorio regionale. In tant3 hanno partecipato alla manifestazione che ha attraversato il centro cittadino, un corteo che ha voluto parlare di aborto, autodeterminazione e salute riproduttiva a 360 gradi.

Dalla piazza sono moltissime le voci che chiedono luoghi sicuri e servizi che ascoltino le richieste di chi sceglie di praticare una interruzione volontaria di gravidanza. 

Tanto lo sconcerto e la rabbia per le misure applicate grazie alla Donazzan in Veneto: se abortisci sei costretta a seppellire i prodotti del concepimento, da sola o tramite Ulss, non sono possibili altre opzioni. Con il 70% di medici obbiettori il Veneto è un esempio di quanto la legge 194 non garantisca in sé l'accesso all'aborto. A Vicenza la situazione su questi diritti è preoccupante particolarmente partendo dalla presenza del "cimitero dei feti” e la grande percentuale di medici obiettori di coscienza: l'88%. 

Il corteo ha voluto toccare tre punti fondamentali.

Il consultorio, luogo a cui l'Ulss locale dovrebbe fare da riferimento per inoltrare ed effettuare le visite per l'Ivg, ma molto spesso questo non accade. È un luogo denso di significato perché nato grazie alle lotte movimento femminista degli anni '70 mentre, ma sempre più svuotato di servizi da un sistema sanitario ed economico controllore delle nascite e dei corpi femminili. Qui è stato attaccato uno striscione con la frase: "Sul mio corpo decido io", negli interventi davanti a questo luogo si sente richiedere a gran voce di rifinanziarli e di come la salute non di genere non sia minimamente tenuta da conto.

La prefettura, che simboleggia e rappresenta il governo. È innegabile che il nuovo quadro governativo peggiorerà la situazione, ma c’è da dire che anche i precedenti governi non hanno colmato le lacune e le zone grigie della 194.

Vicenza

Foto]In piazza dei Signori alcunə attivistə hanno messo in scena una performance altamente simbolica: con le bocche chiuse dal nastro, sporcandosi l'addome con della vernice rossa hanno tenuto in alto una gruccia appendiabiti, simbolo dell’aborto clandestino che indica come la non tutela di un diritto porti le donne a usare metodi non sicuri. 

Nella stessa piazza hanno preso parole le donne iraniane, riportando una importante testimonianza di quello che sta succedendo con la violenta repressione delle proteste scoppiate per l'assassinio di Mahsa Amini da parte della polizia per il suo velo non indossato correttamente. Il corteo risponde intonando il coro Jin jîan Azadî, donne vita libertà!

Infine, il corteo si è fermato sotto al comune, luogo in cui è stato votato e finanziato il progetto per il "cimitero degli angeli", dove vengono tumulati dai materiali del concepimento ai feti a seguito di aborto spontaneo o Ivg.

Sotto al comune è stata raccontata una testimonianza che ha evidenziato come la legge regionale modificata nel 2017 obblighi le donne a seppellire i prodotti dell'aborto. Una legge voluta dall'assessora Donazzan, una legge che viola e limita l'autodeterminazione delle persone. A riguardo c'è da dire che il 5 settembre la consigliera regionale Elena Ostanel ha presentato una proposta di modifica di legge relativa a quella attualmente in vigore. Questo può essere un punto di partenza non solo per modificare questa legge che lede l'autodeterminazione della donna, ma anche per cominciare a considerare seriamente, anche nei luoghi istituzionali, il diritto all'aborto, all'autodeterminazione e la salute ginecologica e riproduttiva reale.

Viene ricordato, inoltre, come le associazioni Pro vita abbiano campo libero nei luoghi della sanità pubblica e come ad esse siano andati molto finanziamenti negli ultimi anni, cosa che è destinata ad aumentare visto che una delle prime azioni di Giorgia Meloni è stata sottoscrivere una Carta Pro Vita. 

Si sono susseguiti molti interventi dove è emerso chiaramente come questo tema tocchi diverse sfaccettature della vita delle persone: libertà, autodeterminazione, controllo dei corpi, medicina non di genere, formazione e informazione, accesso ai servizi essenziali sia in Veneto che in Italia,

Dalla piazza viene rilanciata la necessità di continuare a mobilitarsi e monitorare per scendere in piazza nuovamente nei prossimi mesi ogni volta che ce ne sarà necessità.