Una lettera aperta alla città contro il cartellone di eventi “Vicenza x Expo”, promosso dal Comune di Vicenza per questo fine settimana.

Vicenza No Expo: costruiamo nuovi percorsi per nutrire il pianeta e dare energia al futuro della nostra città.

17 / 9 / 2014

Un cartellone di eventi che guardano all'Expo di Milano, promosso dal Comune di Vicenza in collaborazione con numerose altre realtà del territorio: è “Vicenza x Expo”, un'iniziativa contro la quale il centro sociale Bocciodromo e il gruppo d'acquisto solidale No Dal Molin hanno scritto una lettera aperta alla città, per costruire un percorso in città capace di fare contro-informazione su Expo e rilanciare pratiche realmente virtuose a tutela dell'ambiente e della biodiversità.

Il Cs Bocciodromo e il Gas No Dal Molin rilanciano invitando le associazioni e i movimenti della città a un incontro per martedì 7 ottobre, alle ore 21.00 al Bocciodromo di via Rossi 198.

Lettera aperta

Vicenza No Expo: costruiamo nuovi percorsi per nutrire il pianeta e dare energia al futuro della nostra città.

Incontriamoci martedì 7 ottobre, alle 21.00, al Cs Bocciodromo per discuterne insieme.

Scriviamo questa lettera aperta alle realtà della città di Vicenza impegnate per la tutela dell’ambiente e della sovranità alimentare, a partire da una riflessione critica rispetto al cartellone di eventi chiamato “Vicenza per Expo”.

Ci siamo stupiti nel vedere coinvolti tanti soggetti -molti con cui in passato abbiamo condiviso un percorso di riflessione e pratiche sui temi ambientali, sociali e culturali in città- in un cartellone che pubblicizza favorevolmente l’Expo 2015, parlando di “Vicenza città resiliente”.

Come è noto, il tema di Expo 2015 è “Nutrire il pianeta, energie per la vita”: un tema importante e di grande interesse pubblico, oltre che mediatico, che tuttavia svela pesanti contraddizioni nel modo in cui questa stessa “grande opera” è stata pensata e costruita.

Facciamo solo qualche piccolo esempio.

La piattaforma di Expo (per la cui preparazione il governo italiano ha stanziato 1 miliardo e mezzo di euro) sorge a nordovest di Milano su 100 ettari di suolo che un tempo era agricolo (e fino al 2004 coltivato) e le opere “connesse” all’evento (un'autostrada appena inaugurata, la Brescia-Bergamo-Milano e due in corso di realizzazione, Pedemontana Lombarda e Tangenziale Est esterna di Milano) mangeranno altri 1.600 ettari di terreni agricoli fertili, divorando la terra per continuare a cementificarla in nome del profitto.

Questa piattaforma (l’appalto è stato vinto nel luglio del 2012 da Mantovani spa per 165,1 milioni di euro) è oggi nelle mani di Arexpo e, trascorso l’Expo, rappresenterà un bell’affare: l’area sarà ceduta attraverso una gara per avviare la sua trasformazione immobiliare e -secondo i dati diffusi dal Comune di Milano- perché l'operazione sia sostenibile dovranno essere edificati almeno 328.881 metri quadrati per la residenza, 30mila metri quadrati per quella sociale, 70mila per il terziario e altrettanti per il commercio.

Nel paese dell’acqua pubblica (sulla carta), dopo un referendum dove tante e tanti di noi sono andati a votare perché l’acqua restasse libera, Nestlé sarà l'acqua “ufficiale” del Padiglione Italia, mentre tutto il Padiglione svizzero sarà una vetrina per la multinazionale, che distribuirà 2,5 milioni di “dosi” (capsule destinate a creare rifiuto indifferenziato, si presume) di caffè e 150mila bottigliette d’acqua.

Il padiglione degli Stati Uniti d’America sarà l’emblema del concetto di biodiversità veicolato da Expo. S’intitolerà  “American Food 2.0”, ammiccando al cibo transgenico prodotto in laboratorio e agli Ogm (con il sostegno della multinazionale delle sementi Monsanto). Mentre l’area tematica dedicata al biologico sarà gestita da BolognaFiere e Sana, altro grande evento che guarda al bio su scala industriale, anziché valorizzare il lavoro dei piccoli agricoltori naturali. 

Un breve, ma indicativo sguardo alla geopolitica dell’Expo: Israele ha un posto assicurato nel grande evento, mentre la Palestina è cancellata dalla geografia reale, così come da quella di Milano 2015. Il padiglione di Israele, inoltre, proporrà un muro lungo 70 metri e alto 12, così tristemente simile a quello che circonda la Striscia di Gaza. L’“energia per la vita” ha senso di essere consumata solo se questa può essere davvero libera.

A proposito di lavoro, anziché dare energia al futuro dei giovani, Expo è una macchina sforna-precari: il reclutamento di volontari e stagisti passerà unicamente attraverso l’azienda interinale ManpowerGroup. Per Expo spa lavoreranno gratis 18.500 giovani e studenti, ovvero il 90% della forza lavoro impiegata in questo grande evento; 835 persone -stagisti, apprendisti, contratti a termine- saranno assunte da 7 a 12 mesi.

E ancora, pensiamo alle vicende degli arresti, gli appalti truccati e le tangenti che riguardano così da vicino la nostra città e i suoi imprenditori, Enrico Maltauro tra tutti - responsabile dello scempio di Borgo Berga e della cementificazione di Vicenza-, la cui impresa è stata commissariata lo scorso luglio per l’appalto dei lavori sul sito di Expo 2015.

Potremmo andare avanti ancora a lungo, perciò, siamo convinti che Expo non “sarà il motore del rilancio dell’Italia”, come auspicato dal sindaco di Milano, Giuliano Pisapia.

Al contrario, pensiamo che questa possa essere un’occasione per noi, movimenti e associazioni impegnati da anni a costruire un’alternativa per il domani, per costruire una narrazione diversa su Expo, svelandone gli intrighi e immaginando un percorso capace davvero di nutrire il pianeta a partire dalla nostra città, unendo le competenze, le professionalità e le pratiche che, in modi diversi, ci caratterizzano.

Per questo, vi invitiamo a prendere voce contro l’Expo 2015 di Milano, a non essere complici di questa ennesima grande opera che devasta la terra. Vi proponiamo infine di incontrarci martedì 7 ottobre, alle ore 21.00 al Cs Bocciodromo (via Rossi 198) -in occasione dell’apertura della biosteria del Gas No Dal Molin: una delle buone pratiche che vogliamo attivare per nutrire il futuro in altro modo-, per iniziare un percorso comune per una Vicenza No Expo.

Cs Bocciodromo, Vicenza

Gas No Dal Molin

Alcuni dati riportati in questo documento sono tratti da Altreconomia; Offtopic lab; Rete dell’Attitudine No Expo.

Vicenza No Expo