Xm24 e la folle ruspa democratica

7 / 8 / 2019

C'è una cosa che non si studia mai abbastanza: la storia. Scritta nei libri, nelle memorie, nelle vite di tante e tanti, a descriverci i nostri errori collettivi.

Non sono passate nemmeno 24 ore dall'approvazione del dl Sicurezza e a Bologna i blindati delle forze dell'ordine si presentano prima dell'alba davanti ai cancelli di Xm24, storico centro sociale della Bolognina con alle spalle 17 anni di esperienze, lotte sociali, attività a favore del quartiere e dei più deboli. 

Sono lì su mandato di Virginio Merola, sindaco del Partito Democratico che pochi giorni fa, davanti alla folla che commemorava i morti della strage fascista del 2 agosto 1980, aveva chiesto, rivolgendosi al governo romano: «dove la trovate una città così, in Italia?». Così impegnata, così solidale, così plurale, così aperta. Meno di una settimana dopo, chi rivendicava la diversità di Bologna oggi sale sulla ruspa per sgomberare un luogo nel quale si praticano solidarietà e autodeterminazione. 

Stiamo attraversando tempi difficili; tempi in cui l'ondata populista sembra non arrestare la propria avanzata; durante i quali la rabbia per decenni di frustrazioni e delusioni si trasforma in intolleranza, odio, ricerca del capro espiatorio. E, su questi sentimenti, si poggiano e si rafforzano politiche reazionarie che insultano il diverso, condannano a morte l'immigrato, chiudono la bocca ai dissidenti, silenziano la stampa. 

Se le leggessimo sui libri di storia, queste cose, staremmo sfogliando le pagine nelle quali si racconta la crescita di una deriva autoritaria. Come quella che, negli anni Venti del secolo scorso, ha precipitato l'Italia nella dittatura fascista e, nel decennio successivo, le ha fatto - tra gli applausi del popolo -  praticare il confino e la carcerazione degli oppositori politici, scatenare le guerre coloniali, approvare le leggi razziali.

Di fronte all'inquietudine per quel che sta succedendo nelle nostre comunità, ti aspetteresti la ricerca di un fronte comune, un argine al populismo, un preservare e difendere le realtà sociali che, nelle loro diversità, costruiscono giorno dopo giorno quelle tante attività che sono il miglior antidoto al populismo, al razzismo, al fascismo. 

E invece, come se fossimo di fronte al palo della cuccagna e bastasse un colpo solitario per spaccare il vaso di pandora, c'è chi pensa che il modo più veloce di vincere la partita sia menar bastonate. Demolendo in maniera scellerata non un vecchio edificio, ma le mura all'interno delle quali centinaia di donne e uomini resistono ogni giorno a quell'ondata che prova a sopraffarci. 

Con la paranoia d'essere più realista del re, c'è chi usa la benna per scavare la sua stessa fossa. Non sarebbe un problema, non fosse che quella buca rischia d'essere la stessa nella quale vengono sepolte la solidarietà, l'umanità e tutti quei principi ai quali anche voi, aspiranti ruspisti, ispirate i vostri post quotidiani.