8 marzo a Città del Messico, la verga violadora a la licuadora

9 / 3 / 2022

Il contributo della delegazione di Ya Basta! Êdî Bese! presente a Città del Messico, sull'8 marzo e le mobilitazioni che si sono date.

8 Marzo - Mexico - Ciudada de Mexico

"Nos ponen muros, vallas y granaderos.

Nos dicen que no se pueden hacer pintas,

Que no de pueden romper ni quemar cosas:

Entonces también subimos. Subimos al

Cielo porque en el cielo no hay límites y porque allí somos todas" 

Mensaje desde el globo dirigible

Una giornata molto importante in tutto il mondo e nell'America Latina.

Una giornata di lotta contro i femminicidi, per l'aborto libero.

Una giornata contro la guerra nel mondo e sui corpi di milioni di donne e persone non binarie, che subiscono continui abusi dalla società capitalista eteropatriarcale.

Le parole risultano chiare nelle piazze di un Messico sotto pressione dalla fuoriuscita dall'emergenza pandemica, da una modificazione degli equilibri della guerra al narcotraffico e in pieno clima elettorale in vista delle elezioni per la fiducia del governo il prossimo mese; di un Messico che conta il più alto tasso di violenze di genere e con il maggior numero di femminicidi quotidiani.

Si preannunciava una giornata fondamentale per il movimento femminista già dai giorni precedenti. Un 8 marzo di riapertura del livello del conflitto in grado di bloccare il paese e la sua capitale per imprimere nuovamente un messaggio forte di fronte alla violenza patriarcale, acuitasi durante questi due anni di emergenza sanitaria: si contano migliaia di donne costrette dal ricatto della vita a dover abbandonare gli studi per sopravvivere ( tratto da "Por Las Mujeres que trabajan precariamente" di Carmen Escalante), a sottostare alle logiche della famiglia tradizionale patriarcale e a non poter ancora una volta emanciparsi dentro la costruzione di una vita libera e più giusta.

Nelle giornate che hanno anticipato la manifestazione, il governo Mexicano ha messo in piedi un sistema di controllo e chiusura delle principali piazze ed edifici della capitale.

Tristemente famosa ormai dal 2021, "Las bajas metalicas" blu presso lo Zócalo, el Palacio Nacional, Bella artes e a protezione delle principali statue del centro o simbolo del colonialismo patriarcale. Fin dal sabato precedente numerose iniziative si sono date per preparare la grande marcia femminista: dalle più "spontanee e auto-convocate" che hanno riempito di slogan e simboli della lotta tutte le muraglie blu, alla giornata di lotta e poesia "en la glorietas de Las Mujeres que luchan". Probabilmente il più discusso e mediatico è stata l'immagine del dirigibile che sorvolando la capitale ha lanciato un messaggio di indignazione che ha saputo massificare maggiormente la piazza.

Oltre sette "convocatorias" differenti si sono date appuntamento in diverse zone della città per confluire nella piazza generale presso l' Angel de la independencia.

Decine di migliaia di persone si sono trovate già con largo anticipo al punto di partenza, decine di migliaia di corpi, non quantificabili, hanno confluito nella piazza in direzione Zocalo dove già in quel momento migliaia di donne stavano provando a distruggere "Las bajas Azul de El patriarcado". La potenza della giornata è sicuramente quella di saper tenere insieme le differenti generazioni, provenienze, e soprattutto le modalità di vivere la piazza e la riconquista delle strade del centro della capitale senza prevaricare l'una sull'altra.

Si contano decine e decine di azioni, di saccheggio e di attacco alla polizia machista, di blocchi e distruzione del capitalismo estrattivista eteropatriarcale.

Sicuramente messaggi importanti che non passeranno inosservati a un presidente da un lato amato quanto criticato dalle piazze stesse.

La giornata si è protratta per ore e ore di scontri violenti presso lo Zocalo, con decine di persone ferite (già nelle prime ore si contano oltre trenta persone ed il numero è salito continuamente).

Una giornata di lotta decisiva in tutto il mondo.

Con le lenti di attivisti europei una boccata di ossigeno dopo due duri anni nei quali la possibilità di praticare le piazze è stata di difficile messa in atto e, ancora una volta, il saper attraversare "altre geografie" con occhi attenti permette di cogliere stimoli e indicazioni da riportare nelle lotte del "vecchio continente".