DICHIARAZIONE DEL V CONGRESSO DELLA CLOC -Quito 8-16
ottobre 2010- SULLA REDD
Il Cordinamento Latinoamericano delle
Organizzazioni del Campo – Vía Campesina (CLOC-VC) esprime il suo
rifiuto assoluto delle false soluzioni al cambiamento climatico e particolarmente
del meccanismo chiamato REDD, REDD+, REDD++ , che si pretende imporre nella
Conferenza di Cancun, perché esso rappresenta un ulteriore passo sulla
privatizzazione della natura e l'esproprio dei nostri popoli.
Come è stato detto nell'Incontro dei Popoli di fronte al Cambiamento Climatico
realizzato in Cochabamba, dove la CLOC-VC ha partecipato attivamente
“Condanniamo i meccanismi di mercato, compreso il meccanismo REDD (Riduzione
delle emissioni contro la deforestazione e il degrado dei boschi) e le sue
versioni + e ++, che violano la
sovranità dei Popoli e il loro Diritto al consenso libero, previo e
informato, così come la sovranità degli Stati nazionali, e viola i diritti, gli
usi e le abitudini dei Popoli e i Diritti della Natura”.
I progetti REDD (Riduzione delle emissioni contro la deforestazione e il
degrado forestale), sono una iniziativa nata dai negoziati sul cambiamento
climatico, che pretende di incorporare le foreste -e altri ecosistemi- nei
mercati internazionali, per cui si devono attaccare i diritti dei popoli e
delle comunità sulle terre e i territori. Questo meccanismo genera un aumento
dell'espansione globale
della privatizzazione e appropriazione dei boschi, altipiani e terre agricole
da parte degli stati e delle imprese private.
REDD implica la creazione del commercio globale dei servizi ambientali a danno della
sovranità alimentare e anche dei diritti dei popoli, promuovendo il loro
controllo da parte delle grandi corporazioni, il controllo dei territori e la
militarizzazione degli stessi.
Abbiamo già una piccola dimostrazione della minaccia della REDD se si guardano gli impatti sui contadini di
Ecuador, Brasil, Indonesia y Kenia, dove già esistono progetti sviluppati.
Rifiutiamo queste forme di interferenza sulle nostre terre e
territori, che approfittando dei bisogni delle comunità e utilizzando strategie
di divisione e false consultazioni, pretendono di coinvolgerle in questi
meccanismi REDD.
REDD è un modo di trasferire le responsabilità dei paesi che hanno contaminato
la atmosfera sui popoli del Sud, che storicamente si sono presi cura del
pianeta, e in nessun modo potrà essere riformulato per essere al servizio di
una vera protezione delle foreste e a favore dei popoli.
Esigiamo che si affronti il Cambiamento Climatico con la unica soluzione
possibile che è la riduzione del consumo e dell'estrazione di combustibili
fossili e l'appoggio all'agricoltura contadina, che significa di conseguenza un cambiamento nella
relazione tra gli esseri umani e la natura,
ispirate a quelle che i popoli indigeni e contadini hanno tenuto fino ad oggi.
Mettiamo in guardia i contadini del continente, i tentativi di incorporare i cosiddetti standard sociali e ambientali
nei progetti REDD non risolvono i problemi, perché la REDD non controlla il
cambiamento climatico, né frena gli interessi di di una appropriazione
definitiva delle nostre terre.
Le foreste, gli altipiani, le zone umide e l'agricoltura contadina stanno
proteggendo il pianeta, per continuare a essere spazi ricchi di biodiversità, sono riserve naturali di
acqua e carbonio e così mantengono l'equilibrio climatico. Questi ecosistemi
insieme alle pratiche tradizionali costituiscono fonte di vita e abitazione delle comunità contadine, dei
popoli indigeni, pescatori o afrodiscendenti, che sono rimasti in questi
territori e li hanno accuditi da sempre.
Senza dubbio queste terre vengono distrutte dalle attività petrolifere,
minerarie, dallo sfruttamento industriale del legno, la trasformazione di
foreste e terre agricole in piantagioni forestali e monoculture per gli
agrocombustibili e lo sfruttamento agricolo.
Tutto questo contribuisce ad accelerare la contaminazione e il deterioramento delle condizioni di vita nelle campagne, così come a peggiorare il cambiamento climatico, provocando emissioni di grandi quantità di C02 e altri gas a effetto serra. Per tanto combattere il cambiamento climatico implica, in primo luogo, cambiare il modello di sviluppo basato sul sovraconsumo e sull'estrazione di combustibili fossili, affrontare seriamente la deforestazione, che vuol dire far cessare le cause che la determinano, appoggiare l'agricoltura contadina e familiare e rispettare e favorire i diritti collettivi dei popoli e delle diverse nazionalità sopra le loro terre e territori. Chiamiamo a costruire ampie alleanze nei campi e nelle città, affinché con questa unità riusciamo a sconfiggere questa nuova minaccia per i nostri popoli.
¡Il Nostro Clima non è in vendita! ¡I Contadini e le Contadine stanno raffreddando il pianeta! dando il pianeta!