Acte XII. Francia in piazza a contro le armi e le violenze della polizia

1 / 2 / 2019

Dal 2003 con la Legge di Sicurezza Interna, la Francia è il solo paese europeo ad aver introdotto ed a usare armi da guerra "a letalità limitata" contro la propria popolazione. LDB 40 - un flash-ball di precisione e più potente, granate DBD/DMP 95 a frammentazione, assordanti, asfissianti, ed esplosive (GLI F4), i lancia-proiettili di gomma di 40mm, usati dal 2005, e lancia-proiettili "di difesa" di 44mm, armi estremamente pericolose e utilizzate sistematicamente in modo improprio non per "necessità" o "legittima difesa", ma per impedire di manifestare. Le tecniche di intervento e la tecnologia sempre più militarizzata che include i fucili d'assalto HK G-36 e sniper in postazione durante le manifestazioni, non sono una deriva data da circostanze eccezionali, ma una vera e propria politica di controllo della popolazione e del territorio grazie a una giurisdizione repressiva che è passata da una logica di "sicurezza" all'aperta minaccia della libertà individuale e collettiva di esprimere il proprio dissenso.

Colpirne uno per educarne mille, circa 2500 persone fermate e oltre 800 arresti, più di 2000 feriti dal 17 novembre, inizio delle manifestazioni dei gilet gialli, abitanti dei quartieri assassinati, mutilazioni in serie tra manifestanti ambientalisti, studenti, precari, lavoratori e sindacalisti, zadisti, giornalisti. E viene ostacolato e impedito il soccorso volontario alle vittime. La quantità di persone inermi attaccate dalla polizia potrebbe dissuadere il più attrezzato manifestante che si prepari all'autodifesa. Invece - come nelle precedenti stagioni di lotta - la reazione comune e condivisa contro la polizia ha motivato la partecipazione in piazza e naturalmente radicalizzato un numero sempre più ampio di manifestanti contro il governo Macron e il suo intervento repressivo. 

Il 31 gennaio 44 tra i feriti dalle armi della polizia, decine di avvocati e collettivi hanno pubblicato un Manifesto contro le armi della polizia che da anni documenta l'uso delle armi da parte delle forze dell'ordine. L'appello esige che l'uso di armi da guerra venga immediatamente vietato.

Questo micidiale dispositivo militare è supportato da una nuova proposta di legge "anticasseurs", cioè contro i manifestanti che si proteggono e reagiscono per difendersi dai mezzi vari, blindati, idranti, cavalli, cani, guardiani municipali, guardie di varie tipologie, agenti motorizzati, anche in skateboard, e le incursione dei differenti e sempre più numerosi e offensivi corpi di polizia, dalla BAC (Brigata anti-criminalità in abiti civili armati di tutto punto, comprese le armi da fuoco) ai GM, guardie mobili che sono specializzate nel corpo a corpo e irrompono in gruppo tra i vari blocchi di manifestanti dopo che questi sono stati separati o isolati dai CRS, corpo antisommossa della gendarmeria nazionale.

Questa legge, presentata lo scorso 7 gennaio dal primo ministro Philippe per «rispondere alle violenze dei gilets jaunes», è attualmente in discussione in parlamento. In realtà viene rielaborato in peggio un testo di Les Républicains adottato dal Senato il 23 ottobre 2018, passato inosservato. Di base, è simile alle leggi antiterrorismo, ma rinforza il carattere delittuoso permettendo l'arresto al posto della sanzione; la "contravvenzione" diventa "crimine". In questo precedente testo come in quello attuale, si prevede la possibilità di vietare la manifestazione a «qualsiasi persona per la quale esiste un serio motivo di pensare che il suo comportamento costituisca una minaccia particolarmente grave per l'ordine pubblico». I manifestanti che si sono «resi colpevoli di infrazioni o che sono in relazione in modo regolare con individui che incitano, facilitano o partecipano a commettere tali fatti in occasione di una o più manifestazioni».

Manifestare «a volto coperto, anche parzialmente, senza legittimo motivo» sarà punito con 15000 euro di multa e un anno di carcere, le persone che si proteggono dai lacrimogeni per esempio potrebbero essere fermate e arrestate e poi dover dimostrare che avevano un buon motivo per coprirsi il volto.

Queste misure repressive fanno parte di un progetto di legge proposto in seguito alle manifestazioni della scorsa primavera, in particolare dopo quella del primo maggio 2018, precedente quindi alle mobilitazioni dei gilet gialli. La discussione in corso all'Assemblée nationale riguarda quella serie di emendamenti introdotti nel giugno 2017, momento in cui lo stato d'emergenza è stato prolungato, che il consiglio costituzionale aveva allora respinto. Altro punto critico della proposta di legge del 7 gennaio riguarda il principio "casseur-payeur", chi rompe paga. Attualmente tocca allo Stato rimborsare e riparare i danni, salvo nel caso in cui il tribunale riesca ad individuare gli autori e i responsabili del danno.

Macron promuove un falso dibattito popolare e parallelamente il suo governo fa votare leggi liberticide, l'aumento dell'arsenale repressivo degno di un regime autoritario che designa la "classe pericolosa" da combattere.

Sabato 2 febbraio, atto XII, i feriti saranno alla testa dei cortei di Parigi per affermare il diritto di manifestare e denunciare le menzogne di stato con l'appoggio politico alla violenza esercitata dalle forze dell'ordine durante le manifestazioni. Per esigere la pubblicazione dell'inventario completo e quantitativo delle armi in dotazione alle forze dell'ordine e quella dei rapporti balistici effettuati dai differenti istituti di ricerca e di perizia degli armamenti e delle munizioni, nonché l'identificazione degli agenti presenti in piazza.

Perché il discorso delle violenze della polizia non sia a carico delle sole vittime, ai feriti e ai loro famigliari e ai militanti solidali, ma diventi una questione sociale come lo è per gli abitanti nei quartieri popolari e delle zad, l'insieme dei movimenti aderisce alle mobilitazioni dei gilet gialli contro le violenze della polizia e il silenzio complice dei media sulle pesanti responsabilità del governo e del ministero degli interni nel reprimere le manifestazioni che si svolgono da tre mesi in tutta la Francia.

Immagine di copertina: Dario Fichera (Sherwood Foto).