Adolescente rom linciato in banlieue

Un ragazzo di 16 anni trovato in un carrello del supermercato abbandonato in una strada dei quartieri popolari di Pierrefitte-sur-Seine nella regione parigina

18 / 6 / 2014


Silenzio stampa politico su questa ennesima e spietata aggressione di un immigrato rumeno, ora ricoverato in coma. Il ministro dell'Interno si è finalmente premurato di ricordare a quattro giorni dai fatti che "il rispetto dell'ordine pubblico deve essere assicurato esclusivamente dalle forze dell'ordine". L'inchiesta farà luce sui fatti?
Giustizia non sarà fatta in quella parte di Francia, dipartimento 93 in Seine-Saint Denis, dove lo Stato significa occupazione militare per "pulire" un territorio da micro e macro criminalità.
E dove il Front National ha vinto grazie ai voti dei giovani tra i 18 e 30 anni, nipoti  degli immigrati arrivati in Francia negli anni 50.

Il campo Rom di Pierrefitte in cui abitano circa 200 persone si trova di fronte alla Cité des Poètes, la nazionale 1 fa da confine nel cantiere in pieno rinnovamento urbano previsto del progetto regionale Grand Paris, grande opera della discussa riforma territoriale decisa dal governo socialista.
Questo insediamento è nato dopo l'incendio violentissimo del campo di Aubervilliers e il suo definitivo sgombero lo scorso maggio.

La famiglia del ragazzo, Dario,  che sta lottando contro la morte, non era assistita, né seguita dalle associazioni che affiancano gli abitanti dei campi, una delle popolazioni Rom più numerose dell'Île-de- France, una regione dove le espulsioni sono tanto sistematiche quanto inefficaci siccome generano nuovi campi e favoriscono il moltiplicarsi del degrado sociale e sanitario dato che non esiste accesso all'acqua corrente e nemmeno un servizio di raccolta dei rifiuti. Queste condizioni sono pretesto per incursioni violente, aggressioni e minacce quotidiane da parte del vicinato.
Da venerdì 13, le famiglie del campo di Perrefitte vagano a rischio e si accampano in ordine sparso in assenza di interlocutori e protezione umanitaria.

La situazione dei 17000 Rom intassati nei 394 accampamenti improvvisati peggiora di giorno in giorno, la maggior parte degli immigrati provenienti perlopiù dalla Romania è in Francia da oltre cinque anni nonostante le innumerevoli espulsioni o tragiche evacuazioni subite.
L'anno scorso, luglio 2013, una quindicina di abitanti del quartiere dello Stade de France, a Saint-Denis, aveva compiuto un 'incursione 'punitiva' in un campo, indossavano caschi ed erano armati di sbarre di ferro e mazze da base-ball. Il mese precedente sempre in Seine-Saint-Denis, a Rosny-sous-Bois, 200 vicini si erano presentati all'ingresso del campo per sgomberarlo.
La settimana scorsa, molotov lanciate in un villaggio "d'inserzione"  di famiglie Rom nel Nord della Francia, altre molotov a Montreuil, Parigi, in primavera.  A Marsiglia le aggressioni verbali e fisiche sono talmente regolari che non vengono neanche più enumerate…. A Parigi, gli abitanti di una Cité nel 15° arr.ment hanno costretto le famiglie Rom accampate nelle vicinanze a fuggire, poi hanno dato fuoco a ciò che restava, e c'è persino chi getta prodotti corrosivi sui materassi per strada.

Il sistema di inserzione grazie alla scolarizzazione dei minori e l'alloggio è carente, per non dire irrilevante a far fronte all'emergenza. La questione che si pone è proprio quella della trasformazione di uno stato di necessità permanente in stato d'emergenza, la sua programmazione  e legittimazione da parte delle istituzioni e delle strutture coinvolte nell'assistenza.
L'intolleranza si costruisce, un mattone dopo l'altro, in Francia il muro è diventato solido e invalicabile.