Di fronte alla recente cancellazione del Progetto Yasunì-ITT operata dal Governo di Correa, convinti dell’alto valore simbolico della proposta e dell’importanza di proteggere zone ad alta concentrazione di biodiversità come il Parco dello Yasunì, dichiarato Riserva Mondiale della Biosfera, lanciamo alle organizzazioni sociali ed ambientaliste, comitati, cittadini, ricercatori etc. un appello da firmare e diffondere. L’appello sarà consegnato all’ambasciatore dell’Ecuador in Italia per esprimere la condanna della società civile all’abbandono del progetto in appoggio a tutte le organizzazione ecuadoriane e non solo che in questi anni lo hanno sostenuto.
TESTO DELL'APPELLO
Nell’attuale
situazione di violenta emergenza ambientale che vive il Pianeta, la
difesa dei territori e degli ecosistemi, soprattutto di quelli più
preziosi e biodiversi è una necessità avvertita tanto dalla comunità
scientifica quanto dalla società civile.
Eppure il 15 agosto scorso, il Presidente dell’Ecuador Rafael Correa ha annunciato la chiusura definitiva dell’iniziativa “Lasciamo il greggio nel sottosuolo”
relativa al Parco Nazionale Yasuni e l’espansione della frontiera
dell’estrazione petrolifera al blocco ITT all’interno del Parco.
L’iniziativa prende il nome dall’area del parco denominata
Ishpingo-Tambococha-Tiputini (ITT), che si trova nella regione
amazzonica ecuadoriana, che presenta il maggior livello di diversità
biologica del mondo.
Proprio
in virtù del fatto che rappresenta uno dei più importanti
hot spot al mondo per la biodiversità, il Parco Nazionale dello Yasunì è
stato dal 2007 al centro di una importante proposta: rinunciare ad
estrarre petrolio nell’area denominata ITT come scelta politica di
responsabilità ambientale, chiedendo agli altri paesi, in particolare a
quelli più fortemente industrializzati, di condividere il costo del
mancato guadagno derivante dalla scelta di non estrarre. Un forte
appello all’impegno di tutta la comunità internazionale e una proposta
dall’alto valore simbolico per ragionare sulla necessaria prevalenza
della tutela del territorio e della biodiversità rispetto allo
sfruttamento selvaggio delle risorse insito nel nostro modello
economico.
Il
definitivo
accantonamento della proposta segna il fallimento di un importante
tentativo di difesa del territorio e di transizione verso un modello
post estrattivista fondato sul superamento della dipendenza dagli
idrocarburi e su una conversione del sistema economico a partire dal
modello energetico. Anche in Italia, sin dal 2007 la proposta era stata
recepita entusiasticamente da diverse organizzazioni sociali ed
ecologiste e supportata da decine di parlamentari che avevano firmato a
sostegno della proposta. In Ecuador, l’80% dei cittadini, secondo i
recenti sondaggi, è contrario alla decisione assunta dal governo di
Correa e chiede che venga effettuata una consultazione popolare circa il
destino del Parco Naturale dello Yasunì.
Ricordiamo
inoltre che la Costituzione Politica dell’Ecuador contiene un intero
titolo dedicato ai Diritti della Natura e tutela integralmente i diritti
umani e le diverse nazioni originarie di cui si compone il paese, che
la costituzione riconosce e tutela in quanto plurinazionale. In particolare, il decreto del governo Correa viola i seguenti articoli costituzionali: artt. 57, 73, 395, 398, 405, 407 e 413.
In
virtù di ciò e convinti dell’importanza simbolica che il progetto
Yasunì ITT rappresenta all’interno del dibattito internazionale,
chiediamo al Governo dell’Ecuador:
1)
di ritirare il progetto di sfruttamento petrolifero del lotto ITT
impegnandosi per una campagna internazionale ancor più pressante a
sostegno della proposta
2)
di mettere in atto tutte le azioni necessarie a una tutela integrale
dell’ecosistema del Parco, della sua biodiversità e delle specie viventi
che
vi albergano
3)
di appoggiare la proposta provenienti dalle organizzazioni sociali
ecuadoriane di una consultazione popolare che decida del futuro
dell’area
COME ADERIRE
Come
organizzazioni sociali impegnate nella costruzione di un
nuovo modello economico e sociale fondato sulla giustizia ambientale e
sociale, chiediamo alle altre associazioni, organizzazioni
ambientaliste, comitati locali, gruppi informali, sindacati, forze
politiche e singoli cittadini di firmare l’appello.
Potete mandare le vostre adesioni all’indirizzo: [email protected]
L’appello, completo di
tutte le firme raccolte sarà consegnato all’ambasciata dell’Ecuador in
Italia.