L’anello d’oro, che molte persone portano al dito, pesa fra i due e i tre grammi. Per ottenerlo è stata utilizzata della dinamite, triturata mezza tonnellata di roccia e utilizzati milioni di litri d’acqua che rimarranno per sempre inquinati. “L’oro è un lusso, e senza acqua non c’è vita” è questa l’equazione che fanno i tanti paesi, a ridosso delle Cordigliere delle Ande, a causa della miniera per estrarre l’oro. A La Rioja, (nel nord-ovest argentino), a 1.800 metri d’altitudine, troviamo il piquete più alto del mondo, dove gli abitanti della regione, creando un coordinamento di assemblee, si sono auto organizzati per resistere e dire no al progetto (sponsorizzato dal governo) di miniera a cielo aperto.
Nel marzo del 2007 a Peñas Negras di fronte al Monte della Famatina (facente parte della cordigliera) i cittadini di questa regione, al grido del “Famatina non si tocca” bloccano la multinazionale Barrick Gold Corporation e il suo progetto, che porterebbe alla distruzione di montagne e all’ inquinamento da cianuro delle acque. Carolina, una delle organizzatrici del movimento di protesta, è una insegnante di tecnologie della produzione, insieme a Roberto, nel 2006 frequenta un corso per assistenti geologi organizzato dalla provincia, ed è durante il corso che cominciano a prendere coscienza che un’impresa mineraria voleva stabilirsi nel Monte del Famatina. Il docente (funzionario dalla Provincia), come racconta Carolina, rimane infastidito dalle domande poste da loro sul progetto minerario della multinazionale, e cerca di evaderle. Un giorno all’uscita del corso, si sentono dire: “..non conviene che continuiate a frequentare il corso, si stà sviluppando un progetto molto importante e le vostre domande non servono..”, a questo punto si misero in allarme e iniziarono a cercare dati e informazioni su internet e man mano che leggevano, trovavano sempre più preoccupante quello di cui venivano a conoscenza, allora contattarono prima qualche amico e insieme decisero di creare un’assemblea pubblica, con il passa parola riuscirono a convocare una prima riunione e poi un’altra di 50 persone, gli incontri si fecero numerosi e affollati, suscitando un grande interesse da parte degli abitanti.
Da Famatina (6.000 abitanti) si passa a Chilecito (40.000 abitanti), e si crea in poco tempo il coordinamento di assemblee.
Forse
questa storia, può spiegare quello che è riuscita a fare una “semplice”
assemblea, rompendo il silenzio su di un progetto speculativo con forti
interessi economici nazionali e internazionali, e aiuti a comprendere
ciò che Ya Basta cercherà di raccontare : una serie di esplorazioni,
esplosioni, crolli e scoperte relazionate con l’oro; la ricchezza, la
povertà, la democrazia , la politica, l’inquinamento e il futuro.
Albert Einstein diceva: “Non si comprende veramente qualcosa se non sei capace di spiegarlo anche a tua nonna”. L’assemblea
ha messo in pratica questo consiglio, e ora anche i ragazzi della
scuola sono in grado di spiegarti che “la miniera a cielo aperto non è
più quella dei tempi passati, una grande buca con delle gallerie
scavate nel ventre della montagna, oggi si fa esplodere la montagna, il
materiale roccioso viene trattato con cianuro per separare i vari
minerali, questo tipo di procedimento, produce diversi tipi di
inquinamento ambientale, inquinamento che può permanere per secoli,
colpendo il terreno e le acque sotterranee di falda, generando malattie
e morte nella popolazione e negli animali, come avviene nella provincia
di Catamarca.
Se verrà realizzato il progetto dell’estrazione
dell’oro nella Montagna di Famatina, questo comporterà l’utilizzazione
di 1.000 litri d’acqua al secondo, in una zona arida alla quale manca
già l’acqua per il consumo potabile e per l’agricoltura, oltre
l’inquinamento ambientale.
Inoltre a progetto completato, quello che
rimarrà dopo l’estrazione mineraria (dell’oro) sarà un enorme cratere
al posto di una bellissima montagna. I politici e il governo sostengono l’impresa perché hanno un loro tornaconto economico. Dobbiamo fare qualcosa noi perché altrimenti ci rovineranno la nostra vita e quella delle generazioni future”
Dal
10 marzo 2007 c’è un picchetto (all’inizio operante 24 ore su 24, oggi
si fa un controllo non permanente a turni e al primo allarme, i vicini
sono sempre pronti per arrivare sul luogo del picchetto a Peñas Negras
al suono delle campane che la parrocchia mette a diposizione per questi
casi) per controllare l’accesso al cantiere minerario.
L’assemblea
è riuscita ad ottenere che il Consiglio (legislatura) Provinciale di La
Rioja legiferasse una legge che proibisce la realizzazione della
miniera a cielo aperto, un precedente che può essere significativo in
un momento nel quale La Cordigliera delle Ande sembra essere zona
franca per le speculazioni minerarie delle multinazionali.
Questo
accade a causa di una guerra interna fra politici, infatti la disputa
contro la miniera a cielo aperto scoppia all’interno dello stesso
partito giustizialista (peronista) che è maggioranza .
I
consiglieri della maggioranza (giustizialista) approfittano della
situazione per cacciare il governatore e lo denunciano accusandolo, fra
le altre cose, di corruzione, il governatore Mazza cerca di resistere
agli attacchi politici simulando sostegno all’assemblea, ma il suo
gioco non è riuscito .
La situazione si può definire cosi: la
multinazionale, Barrick Gold, aveva ottenuto la concessione per
l’esplorazione del Famatina, tramite la Yamira (Yacimientos Mineros
Riojanos), impresa che prima è stata una società di economia mista
pubblica e privata (90% statale) poi trasformata in società anonima (
con l’80% delle azioni finite in mani private).
La mutazione
societaria è denunciata dai politici ( dello stesso partito di Mazza)
che sono capeggiati dal vice governatore per destituire Mazza, accusato
di avere concesso alle multinazionali, in maniera tanto generosa, la
miniera che era dello stato.
E’ molto probabile che il governatore
Mazza sia uno dei principali azionisti della Yamira, e il governo
nazionale a questo punto, per non essere troppo coinvolto, decide,
anche se a malincuore, di allontanare Mazza.
Ma tutti sono
consapevoli che la legge è stata un strumento per cacciare il
governatore e che la volontà del governo non è quella di mantenerla.
Ya Basta! è andata a La Rioja , a Chilecito e a Famatina, è stata ospite di alcuni attivisti dell’assemblea .
Gabriela intervistata racconta: "Da
tre anni, quando abbiamo cominciato questa battaglia abbiamo percorso
diverse tappe, la prima cosa da fare era iniziare una ricerca e
documentarsi… qui da noi non c’è una cultura mineraria, bisogna
risalire a cento anni fa, per avere notizie di una estrazione
mineraria, ma con metodi di “escavazione tramite tunnel” ( che comunque
hanno lasciato solo malattie e vedove) ora le multinazionali attuano
nuove metodologie che sono altamente distruttive e inquinanti per la
natura."
Quando Carolina e Roberto frequentano il corso di geologia,
iniziano a fare ricerca sulla metodologia attuale per estrarre
minerali, che come dicevamo è altamente distruttiva e inquinante, e
inoltre bisogna parlare anche del saccheggio economico del territorio,
perchè quando prendiamo i dati sui benefici fiscali, che vengono
concessi alle multinazionali, soprattutto dopo le leggi degli anni ‘90,
è chiarissimo che queste leggi permettono che le stesse abbiano enormi
benefici fiscali, scarsi controlli, lasciando irrisori benefici per il
territorio.
Il Famatina ha minerali diversi, ma la Barrick Gold con il suo progetto è interessata all’estrazione dell’oro.
Il
metallo è “disseminato”, e questo in termine geologico, viene chiamato
di “bassa lega” cioè quando il metallo è sparso, il metodo per
estrarlo è quello di utilizzare dinamite per rompere grandi quantità di
rocce, in pratica distruggono le montagne, le rocce vengono poi
triturate fino a farle diventare polvere, come farina.
Per riuscire
a fare questo tipo di processo di estrazione metallifera, hanno
necessità di consumare grandi quantità di energie, per poi passare al
processo di “licibiacion” (operazione di corrosione per separare l’oro
dalle rocce) , che consiste nell’annaffiare letteralmente la polvere di
roccia ottenuta, con grandi quantità di acqua, diluita con sostanze
chimiche, fra queste il cianuro, che ha la proprietà di separare l’oro
dalle rocce, una volta che l’oro è stato separato, tutta la scoria
rimanente, impregnata di cianuro, viene depositata in grandi buche
poste nelle montagne, che vengono chiamate “diga di coda”; bisogna
ricordare che tutta la zona montuosa dell’Argentina ( soprattutto La
Rioja , San Juan e Mendoza) è altamente sismica e in permanente
movimento, ma loro sostengono che queste “dighe di coda” hanno una
membrana , che impedisce al materiale di scarto inquinato di filtrare
nelle falde acquifere.
Detto questo, bisogna considerare che
l’Argentina ha uno degli indici più alti di corruzione della classe
politica, e che i controlli tecnici da parte dello stato sono quasi
inesistenti, oltre a questo abbiamo l’esperienza diretta della
provincia di Catamarca dove da 10 anni un’impresa estrae il rame,
lasciando un territorio devastato, l’impresa è stata denunciata e un
pubblico ministero della provincia di Tucuman segue la causa di un
gerente dell’impresa per inquinamento, questo processo adesso è
bloccato nei tribunali federali di Buenos Aires, e attualmente come
movimenti stiamo denunciando che la causa viene ostacolata, perchè
questa è la prova più chiara che le miniere inquinano i corsi d’acqua .
Per
questo in ogni città e paesino di La Rioja sono state create delle
assemblee, sono nate in principio a Famatina, poi mano a mano si sono
allargate in tutta la provincia, lavoriamo anche in forma articolata in
rete, con altre organizzazioni a livello nazionale, tutte le attività,
esperienze e azioni svolte localmente in ogni territorio le uniamo
quando ci ritroviamo negli incontri nazionali dell’UAC (Unione
Assemblee Cittadine) che si svolgono in diversi punti del paese tre
volte all’anno, in questi incontri si articolano azioni relazionate con
vari tipi di battaglie che hanno diversi contenuti: dai diritti umani,
alle questioni ambientali, alla lotta per la terra, contro gli OGM ecc…
Anche nell’ultimo incontro, svoltosi alla fine di aprile a San Juan,
abbiamo potuto assistere alle provocazioni del governo, che ha cercato
di organizzare con i minatori una contromanifestazione che appoggiata
dai giornali, doveva apparire come lo scontro fra movimenti pro e
contro la miniera,
ma la manifestazione è andata bene, nonostante si sia cercato di
istigare alla violenza, non abbiamo permesso di cadere in quel
meccanismo.
In quell’occasione in testa al corteo avevamo: il premio
Nobel per la Pace Perez Esquivel, Osvaldo Bayer e Nora Cortiñas de
Madres Plaza de Mayo LF, persone molto impegnate nei diritti umani e
questo ci ha dato l’opportunità di legittimare ancora di più la nostra
battaglia. Perez Ezquivel ha preso la parola e ha spiegato molto
chiaramente ai minatori presenti, che non siamo contro la generazione
dei lavoratori della miniera o del progresso (la classica motivazione
di critica istituzionale) se non che siamo a favore della vita e che
queste scelte politiche impoveriscono le popolazioni lasciando solo
l’alternativa di andare a chiedere un lavoro alle miniere per poter
sopravivere.
In questa ultima assemblea dell’UAC ad esempio è stato
deciso di denunciare ciò che è successo il 14 aprile a due compagne
della nostra assemblea, che sono state aggredite da funzionari del governo, mentre erano a Piedras Negras a garantire con la loro
presenza, il controllo e la salvaguardia del territorio dal basso.
Al
momento dobbiamo prendere atto, che la repressione aumenta giorno dopo
giorno, cercano di criminalizzare la nostra resistenza , di
intimidirci, siamo perseguitate, controllate, e soffriamo la
repressione violenta come le nostre compagne che sono imputate
nonostante loro siano state aggredite da funzionari dell’assessorato
alla miniera della provincia e dell’assessorato all’ambiente, perciò
denunciamo fortemente la criminalizzazione contro la protesta civile.
Nella
UAC si è anche deciso di considerare azioni giudiziarie, di trovare il
modo di fare interpellanze, a livello provinciale e nazionale, di
denunciare la situazione del Famatina in ambiti internazionali, come
violazione dei diritti umani, perché la questione è di una grande
complessità perché la politica mineraria in Argentina è diventata una
politica di stato, infatti questa politica viene difesa, e anche
imposta dalla presidente Cristina Fernandez Kirchner tanto che la Barri
Gold ha finanziato la sua campagna elettorale, per questo stiamo
denunciando che lo Stato, imponendo la politica mineraria sta violando
i Diritti Umani , sta condannando e diventando complice del saccheggio
e dell’inquinamento che subiscono le popolazioni, soprattutto i popoli
della cordigliera .
Anche nelle scuole arriva la propaganda, tanto
che si stanno elaborando dei materiali didattici per fare in modo che
la tematica della miniera entri anche nelle scuole, come il libro “il minerito”
che stanno provando a inserire nel programma didattico, e noi docenti
cercheremo di strutturare del materiale informativo per far si che gli
studenti possano avere la possibilità di una visione oggettiva.
Le
multinazionali si muovono con concetti di sviluppo basati sulla
quotazione del metallo e delle cifre che si possono guadagnare nella
borsa , a loro non interessa se le comunità che vivono intorno alla
miniera, sono colpite, come nel caso di La Rioja, a Chilecito e
Famatina, ci sono delle valli a vocazione agricola, viviamo della
produzione agricola (produzione di vino , noci, olive , olio di oliva),
abbiamo poca acqua e se la poca che rimane deve essere anche
contaminata è chiaro che è in pericolo il futuro della nostra valle ..
in queste terre c’è anche una grande produzione artigianale e tutto ciò
porterà alla scomparsa di queste piccole realtà ecosostenibili:
economie artigianali, piccoli produttori locali, che sono diversi da i
grandi produttori, che hanno perennemente sussidi dal governo e che per
questo motivo se ne stanno zitti, consapevoli che questo disastro
colpirà anche loro.
I piccoli produttori, quelli che allevano
animali sotto la montagna, che vivono di questo, non hanno nessuno che
parli a loro nome, forse non hanno nemmeno possibilità di accedere ai
mezzi di comunicazione, è anche per questo che le assemblee portano
avanti questa battaglia, per essere la voce dei senza voce.
In
questo momento siamo in una fase che ha due volti, da una parte il
governo che di fronte alla crescita di questo movimento ha una risposta
molto più dura, finora cercavano solo di squalificarci accusandoci di
eco-terrorismo , di essere dei provocatori , dei perturbatori sociali
.. ora alle parole seguono i fatti, voglio dire con questo che nelle
ultime manifestazioni pacifiche ( d’altronde come sono tutte le nostre
manifestazioni) hanno mandato la polizia a reprimere, abbiamo delle
compagne che sono state arrestate, questa è un’assemblea dove la
maggior parte degli attivisti integranti sono donne .. e sono le donne
che preferiscono colpire.
Alcuni mesi fa, una donna di 67 anni che
partecipava insieme a sua figlia in maniera pacifica è stata arrestata
e poi portata in ospedale, ricoverata in rianimazione, perché ha avuto
uno scompenso di salute .
Il prossimo 28 giugno, in Argentina si
tengono le elezioni per il rinnovo della camera dei deputati, per il
parlamento nazionale e provinciale, e i funzionari di governo che oggi
hanno una carica istituzionale, e che in un primo momento hanno
sostenuto la nostra lotta per la difesa della vita e dell’ambiente,
mano mano, seguendo le indicazioni del governo, hanno cambiato
posizione…oggi il governo è in difficoltà perché queste stesse persone
che oggi dovrebbero candidarsi sono totalmente delegittimate, perché la
gente ha capito il modo strumentale del loro comportamento e questo
mette totalmente a rischio la loro elezione, in un momento nel quale il
governo avrebbe bisogno della loro presenza nel parlamento, questi
personaggi non avranno dei voti.”
Nel video "Cielo abierto" un documentario di Carlos Ruiz,
che racconta in maniera molto ben dettagliata la battaglia
dell’assemblea di Famatina, si può capire molto bene la situazione,
dove emerge la difficoltà delle istituzioni a sostenere “i benefici”
del progetto di fronte ad una assemblea della “società civile” molto
ben preparata sull’argomento, che puntualmente pone in evidente
contraddizione gli argomenti a favore del progetto.
Fra le diverse testimonianze vogliamo riportare quella di Jenny una delle assembleiste che dice: “…Noi vogliamo preservare il Famatina con i suoi ghiacciai, con l’acqua e il paesaggio, la nostra aria e la nostra terra agricola. Noi non vogliamo diventare minatori, noi non accettiamo di essere minatori, e crediamo nel “consenso sociale” e nella autodeterminazione dei popoli, siamo convinti che i nostri governanti devono, anche se a loro non piace, accettare la decisione dei popoli..”
Le azioni del
movimento non si fermano, in ogni incontro pubblico, dove appaiono
rappresentanti di governo, l’assemblea è presente con striscioni e
interventi contro la miniera a cielo aperto, come sabato 16 maggio,
quando Oscar Lhez, Assessore alla Miniera della provincia di La Rioja,
(nonostante la popolazione abbia detto fermamente NO a concedergli il
consenso sociale) prova senza risultati a pubblicizzare i benefici
della miniera consegnando colorate magliette ai ragazzi che
partecipavano al Campionato Provinciale di pallacanestro, da indossare
sponsorizzando la Segreteria della Miniera, i giocatori ricevevano le
maglie ma al momento della partita l’indossavano al rovescio.
Continuiamo a seminare… il cambiamento è possibile dicono.
Aqui manda el pueblo y el gobierno obedece!
[Ringraziamo il Collettivo La Vaca per la documentazione d'archivio , i contatti e la disponibilità.]