Argentina - Intervista a Neka Jara (Maxi Kosteki) sulla Legge d’emergenza economica e sociale

9 / 12 / 2016

In Argentina, dopo la vittoria di Mauricio Macrì alle presidenziali del dicembre 2015, c’è stata un’importante ripresa della conflittualità sociale. I primi mesi della “svolta liberista”, promessa ed attuata dall’ex Presidente del Boca Juniors, si sono rivelati un disastro dal punto di vista economico e sociale: disoccupazione in forte crescita, aumento del 6% del numero dei “poveri”, tagli al Welfare e prezzi di luce, acqua, gas e trasporti pubblici alle stelle.

Lo scorso 7 agosto si è tenuta a Buenos Aires una grande mobilitazione, che ha coinvolto tutti i movimento sociali del Paese e che è stata da moli analisti descritta come una sorta di “chiamata all’allerta” per il Governo. La richiesta è quella di una legge per l’emergenza economica e sociale, che crei 1 milione di posti di lavoro. Il 18 novembre una nuova manifestazione, alla quale ha aderito anche la CGT, il principale sindacato argentino, ha portato davanti al Palacio del Congreso de la Nación Argentina centinaia di migliaia di persone.

Le mobilitazioni hanno costretto il governo a ragionare sull’ipotesi di una legislazione di emergenza ed il 22 novembre Macrì ha convocato, in segreto, esponenti di alcune realtà sociali scese in piazza nei mesi passati. Il fatto crea una notevole discussione interna, perché da molti è stato visto come un tentativo di frammentare il movimento. Il governo è inoltre intenzionato ad imporre un vincolo nella legislazione, sebbene esterno alla proposta di legge, che vieta ai movimenti sociali di scendere in piazza per 3 anni.

Per approfondire le questioni legate alle “Legge di emergenza economica e sociale” ed al dibattito interno ai movimenti abbiamo intervistato Neka Jara, che fa parte della rete di collettivi MAXI KOSTEKI, molto radicata soprattutto nella conurbazione meridionale della capitale argentina. Neka in precedenza ha fatto parte del Mtd (ex movimiento trabajadores desocupados/ piqueteros) di Solano, uno dei movimenti più importanti della rivolta del 2001. Per ulteriori approfondimenti rimandiamo a questo articolo di Horacio Verbitschi, pubblicato nel portale progressista Pagina 12.

Neka Jara, del Movimento di Collettivi Maxi Kosteki, ci parlerà della "Legge Emergenza economica e sociale" del nuovo governo di Mauricio Macri

La legge di emergenza sociale nasce a partire da una serie di azioni pubbliche, di manifestazioni da parte dei diversi movimenti sociali, alle quali ha partecipato la maggior parte dei movimenti. Una delle manifestazioni venne promossa dalla ST (Sindacato dei lavoratori dell’economia popolare) Argentina, il 7 agosto, giorno di San Cayetano, ed un’altra coordinata da tutti i movimenti il 18 di novembre. Da quel momento, dopo queste azioni di massa, il governo ha deciso di rafforzare la legge d’emergenza sociale, che consiste nel concedere una serie di rivendicazioni alle classi popolari ed a tutti i movimenti dei diversi territori.  Queste rivendicazioni consistono nell’aumento delle cooperative argentina trabaja, bonus monetari per la fine dell’anno, consegna di merci per sostenere le mense, che in Argentina sono aumentate molto con questo nuovo governo, grazie alla disoccupazione ed alla crescente inflazione. E’ stato dunque firmato un accordo con i movimenti sociali, in cui il governo ha ceduto a queste rivendicazioni ed i movimenti si impegnano a cooperare, a sostenere una stato di pace, senza scendere nelle strade.

C’è un dibattito interno relativo a questo accordo, che limita l’azione politica dei movimenti, impedendo loro di scendere  in strada o manifestare per tre anni?

In realtà ha generato una vera e propria rivolta. Un dibattito molto forte, con opinioni molto contrastanti, dentro ai movimenti, ai coordinamenti ma anche nell’opinione pubblica. A livello giornalistico, Verbitsky ad esempio, che è un giornalista molto riconosciuto ed importante in Argentina, ha scritto un commento criticando molto i movimenti firmatari dell’atto. Domenica scorsa è uscito il suo commento. La verità è che la proposta ha generato molta confusione, fino al momento che…comunque noi non abbiamo firmato il documento come movimento. Fino adesso la politica dei movimenti sociali, con forme di pressione ed
azioni dirette, era riuscita ad ottenere diverse rivendicazioni. Questa è una nuova tappa, ha inizio una nuova fase e ci sarà da discutere di nuovo di moltissime cose.

E questo che cosa vuol dire? I movimenti che non hanno firmato in quale posizione si potranno trovare riguardo a questi sussidi, a questo appoggio del governo a varie attività?

Io credo che il problema sia più tra i diversi movimenti. Dato che le rivendicazioni sono universalizzate, penso che ci sia una conseguenza negativa per i movimenti che non hanno firmato. Di sicuro quello che provoca è una discussione politica profonda tra le coordinazioni politiche dei movimenti. Una discussione che sarebbe utile affrontare da subito,  perché è bene approfondire le nostre modalità di costruzione politica. Questo è un po’ il panorama, si prevede l’arrivo di una fase difficile. Ad ogni modo, io credo che molti dei movimenti che hanno firmato, non so se potranno effettivamente godere di questo accordo perché le cose tendono a peggiorare, si stanno approfondendo molto le cause dell’emergenza, di una reale emergenza nei quartieri, per mancanza di alimentazione e di lavoro. Tutta la speranza che tanti riponevano in questo governo, penso sia stata completamente vanificata.

Quali differenze si notano già tra il governo precedente e questo? Quali sono gli aspetti più evidenti di queste differenze?

Il Kirchnerismo ha abituato la società ad un livello di consumo che adesso si sta perdendo: e questa è una differenza profonda. Un’altra differenza sta nel governare chiaramente in favore di una certa classe sociale. Per lo meno il discorso del Kirchnerismo sosteneva l’inclusione, mentre questo governo non ha questo tema come priorità. Verso questo argomento abbiamo un forte interesse ed è una differenza con il governo precedente.

Neka, grazie per Global Project, dall’Argentina, dal Centro de Salud Autogestito, salutiamo tutti

Grazie a voi, un saluto a tutti.

Intervista a cura di Susana, dell'Ass. Ya Basta! Marche

Traduzione Sara Di Meco