Arrestato l’autore della “verdad histórica” sul caso Ayotzinapa, ma la verità rimane lontana

22 / 8 / 2022

Venerdì scorso la Fiscalía General de la Republica ha annunciato l’arresto di Jesus Murillo Karam, ex procuratore generale tra il 2012-2015 durante il governo di Enrique Peña Nieto. L’arresto dell’ex procuratore è senz’altro un grosso colpo dal momento che è il principale responsabile della cosiddetta “verdad histórica”, la ricostruzione manipolata degli avvenimenti fatta dagli organi dello Stato, e smentita dalle contro inchieste del GIEI, secondo cui i 43 studenti sarebbero stati uccisi e cremati e le ceneri gettate nel río San Juan all’interno della discarica di Cocula. 

Murillo Karam è stato arrestato con le pesanti accuse di sparizione forzata, tortura e di mala gestione dell’amministrazione della giustizia nel caso Ayotzinapa. Assieme a lui, sempre su ordine della Fiscalía General de la Republica, sono state arrestate altre 83 persone, di cui 20 tra capi militari e soldati dei battaglioni 27 e 41 di Iguala, 5 autorità amministrative e giudiziarie del Guerrero, 26 poliziotti di Huitzuco, 6 poliziotti di Iguala, uno di Cocula e 11 poliziotti statali. 

Gli arresti sono arrivati il giorno successivo all’incontro dei genitori con la Comisión de la Verdad para el Caso Ayotzinapa in cui il sottosegretario ai diritti umani Alejandro Encinas ha lasciato poco spazio alla speranza dei genitori di ritrovare vivi i propri figli. Proprio Encinas ha infatti sottolineato che le ricerche non sono orientate a cercare vivi i ragazzi scomparsi. Il report (di cui si trova un ottimo riassunto su Pie de Página) ha riconosciuto come ci siano stati ostacoli militari e ministeriali e ha stabilito che la “verdad histórica” è stata fabbricata dalle precedenti autorità e che i ragazzi scomparsi sono stati divisi in tre gruppi e consegnati ad altrettanti gruppi criminali. Inoltre, secondo le indagini e le prove raccolte dagli inquirenti, un ristretto gruppo di sei studenti sarebbe stato tenuto prigioniero per quattro giorni in un luogo chiamato La Bodega. 

Al momento i genitori non hanno rilasciato dichiarazioni in merito alle nuove rivelazioni e agli arresti, limitandosi a comunicare attraverso Il Centro Prodh che «data la complessità delle informazioni rivelate ieri e oggi una volta che avranno esaminato tutti gli elementi e si saranno riuniti i genitori faranno sapere la loro posizione». 

Più preoccupato l’avvocato Vidulfo Rosales che dalle pagine di Tlachinollan, il centro dei diritti umani che da sempre accompagna i genitori nella ricerca della verità e della giustizia, mette in guardia dal grigio scenario che si prospetta: «Diciamo che ci sono progressi, tuttavia, nei prossimi giorni entreremo in una fase in cui il governo dirà che la nuova verità è già lì, che i risultati della nuova indagine sono già lì e ciò che è realmente accaduto è che sono stati divisi in tre gruppi ... Per noi questa è una posizione politica del governo che vuole dimostrare di aver risolto il caso Ayotzinapa, che è i fatti sono stati chiariti, mentre siamo ancora lontani dal raggiungere questi livelli di chiarezza. Quello che c’è è un'ipotesi, una linea di ricerca che ha un certo grado di consolidamento, può essere, ma è supportata solo da un testimone, cioè le prove non sono schiaccianti, e inoltre ci sono solo due identificazioni. È presto per dire che sappiamo già cosa è successo. La disputa con il governo federale sarà questa, perché per loro la conclusione è già stata chiarita e ovviamente noi lo negheremo». 

Preoccupati anche gli attuali studenti della Escuela Normal Rural Raúl Isidro Burgos che in una conferenza stampa a seguito dell’arresto di Murillo Karam, hanno ribadito che il governo messicano deve smettere di coprire gli alti comandi che rimangono nel governo e che sono legati alla scomparsa dei 43 di Ayotzinapa. Il riferimento è naturalmente all’esercito che ancora si nega ad aprire le porte delle caserme agli investigatori e che è un elemento strategico centrale nelle politiche economiche e securitarie del governo di López Obrador. 

Nonostante questi forti dubbi i recenti arresti sembrano essere una svolta importante, perché cade la testa di uno dei principali responsabili dell’impunità che si perpetra ormai da quasi otto anni. Come recita uno dei murales all’interno della scuola, la giustizia - come la tartaruga simbolo della scuola - avanza, lenta ma implacabile.

** Pic Credit: Cuartoscuro