A pochi minuti dal centro, nel quartiere di Çankaia si trova il primo spazio occupato nella capitale turca.
Ankara (citta' politicizzata nonché protagonista sin dallo scorso
giugno di continue manifestazioni in supporto delle proteste nate a Gezi
Park) ha visto nascere 5 giorni fa, per la prima volta nella storia
della capitale di Ataturk, un nuovo progetto.
Atopya İşgal Evi, questo il nome della nuova
occupazione "Sara' solo il primo passo" annunciano gli occupanti "verso
la creazione di un nuovo modo di pensare, di vivere il presente".
"Casa occupata Atopia" (la traduzione letterale) si pone l'
obiettivo di essere un nuovo punto di incontro per provare a costruire, a
partire dalla condivisione, una nuova strada che non solo sia fuori dal
sistema capitalistico, bensı' che sia una risposta ad esso e quindi non
pura utopia ma semplice realta'.
Una realta' che per l'appunto ha iniziato a muovere i suoi primi
passi con l'occupazione di questa palazzina di 5 piani che, in stato di
totale abbandono, nel giro di pochi giorni é stata rimessa a nuovo,
pulita e riqualificata.
Appena arriviamo troviamo un gruppo di giovani, una cinquantina, pronti ad accoglierci e a spiegarci il loro progetto.
"Siamo
anarchici, studenti universitari e non, artisti e giovani lavoratori
che si pongono il problema della disoccupazione, delle forme di fascismo
dilagante e della repressione opprimente dello Stato".
Denunciano la politica governativa trovando delle soluzioni reali.
Emerge
immediatamente una etorogeneita' composta da differenti cromosomi
pronti a confrontarsi sulle pıu' svariate tematiche, dal mondo LGBT alla
lotta ecologica.
Ci immergiamo allora nel loro universo e girovagando nella
palazzina, scopriamo che anche se in pochi giorni, hanno gia' fatto un'
ottimo lavoro: murales e forme di street arts caratterizzano le mura
della casa, dando immediatamente colore a quelli che erano anonimi muri
bruciati di un edificio abbandonato.
Cucina, fornello e divani ed ancora torte e insalate... tutto
donato dai vicini del quartiere che sin da subito hanno dimostrato
interesse ed hanno aiutato i ragazzi tramite queste forme di supporto.
Ed infine un bellissimo giardino che accoglie tutte e tutti dove gia' ci
si immagina di creare un ateliér.
Ci soffermiamo e in compagia di un cay (tipico thé turco) chiaccheriamo di Foucault e del presente, di İtalia e Turchia.
Tanti i progetti in serbo e tanta la voglia di fare.
La
determinazione e la gioia si riscoprono nei momenti di socialita' ma
anche una triste verita': "Siamo sotto sgombero" ci comunicano "ma non
abbiamo paura. Dormiamo qui e siamo pronti al loro arrivo" riferendosi
alle forze di polizia.
E allora lunga vita ad Atopya perché se "la serenita' é importante, la liberta' é tutto".
Per maggiori informazioni:
https://www.facebook.com/atopyaisgalevi?fref=ts