Brasile - A milhão pela educacão

Seguono le mobilitazioni nel mondo della formazione. Cortei e forti scontri a Rio de Janeiro durante lo sciopero degli insegnanti

10 / 10 / 2013

 È passato all'incirca un mese dall'ultima ondata di mobilitazione e le strade del Brasile sono tornate ad essere luogo di protesta e di rivendicazioni. Luogo di scontri, anche, campo di battaglia attraversato da lacrimogeni e pallottole di gomma, bloccato da barricate fatte con i sacchi dell'immondizia.

È passato circa un mese dal 7 settembre, giorno dell'Indipendenza brasiliana in cui in tutte le città migliaia di cittadini sono scese nelle strade. Anche in quell'occasione scontri e violenze non erano mancate.

Questa volta sono i professori, assieme a studenti e giovani attivisti che hanno animato le occupazioni degli ultimi mesi nelle città di Rio e San Paolo, a scendere nelle strade.

Lo fanno una prima volta il 1 ottobre, dopo uno sciopero che continuava da 60 giorni.

Gli insegnanti si erano in quell'occasione accampati di fronte all'Assemblea Legislativa di Rio de Janeiro(ALERJ) dove all'interno gli assessori alleati del prefetto Eduardo Paes stavano per approvare un piano di modifiche alla retribuzione, per chiedere un aumento di stipendio, e l'assunzione di più insegnanti invece che un aumento delle ore di insegamento.

Queste proteste sono state violentemente represse dalla polizia che durante il confronto con i manifestanti ha continuato a lanciare gas lacrimiogeni. Una professoressa è deceduta durante gli scontri probabilmente a causa della grandissima quantità di gas inalato.

Questa violenza assurda, esagerata e immotivata ha spinto gli insegnanti e gli studenti a tornare in piazza un'altra volta, senza cessare lo sciopero; alle loro rivendicazioni si somma in maniera chiara, in testa a tutte le altre, l'opposizione forte e radicale alla violenza della polizia.

La manifestazione del 7 ottobre è stata lanciata tramite facebook, raggiungendo in poco tempo le migliaia di adesioni. L'hanno chiamata “A milhão pela Educacão”, un milione per l'educazione. E sono tanti, tantissimi (dicono più di 50mila) quelli che scendono in strada, perché ai professori e agli studenti si aggiungono i giovani, i black bloc, gli attivisti delle occupazioni degli ultimi mesi, gli indigeni dell'occupazione dell'Aldeia Maracanà, i cittadini stanchi di veder ripetere ormai per l'ennesima volta da giugno scorso l'ennesimo film orrendo, fatto di teste spaccate, giovani che perdono occhi a causa di proiettili di gomma, fiumi di gas e ore di aria irrespirabile, il terribile fantasma dell'uso di proeittili veri, di cui sempre più spesso si ritrovano i bossoli sparsi per le strade di Rio. Stanchi degli arresti preventivi, dei divieti di indossare maschere di qualsiasi tipo, delle accuse di vandalismo, dei tentativi di criminalizzazione dei manifestanti da parte della stampa alleata di gioverno e Policia Militar.

È un film che non accenna a smettere, ancora. Col passare dei mesi non si è affievolata la volontà di riscatto di un paese che subisce in maniera pesante e sulla pelle della maggior parte degli abitanti il fatto di essere uno dei BRICS, con il governo Dilma intrappolato tra le politiche economiche capitalistiche che ne fanno uno dei paesi in sviluppo economico più lanciato nel suo ruolo di nuova potenza economica mondiale, e le politiche sociali, che si ritrovano sempre più messe in secondo piano e sacrificate, messe in scacco dai grandi interssi mondiali che girano attorno al Paese.

È una rabbia che continua ad essere radicale: i manifestanti tentano di irrompere nella Camara Municipal, lanciano fuochi d'artificio, molotov, petardi. Riescono a rompere i vetri di due porte dell'edificio. La Policia Militar interviene, ed è il film già visto che abbiamo descritto sopra.

Con risvolti inquietanti, che leggiamo sui quotidiani brasiliani di oggi: la Segreteria di Pubblica Sicurezza dello Stato di San Paolo ha annunciato che verrà creata una task-force speciale della Policia per intervenire contro i cosiddetti “baderneiros”, cioè “i rivoltosi”; funzione specifica della squadra sarà “prevenire e punire verso i manifestanti che solitamente compaiono alle manifestazioni con il volto coperto e si sono autonominati Black Bloc”. Inoltre è stata sancita la reintroduzione dei proiettili di gomma, a loro dire vietati dopo le manifestazioni di giugno mentre, come ben è stato documentato, sono stati utilizzati anche in tutti i mesi successivi.

Ovviamente, si rassicura, “la polizia farà uso dei proiettili di gomma solo contro i baderneiros”, e cioè, come spiegato poco dopo, contro “i gruppi di vandali, che tirano molotov e bulloni”.

Non sono rassicuranti le notizie di oggi nemmeno riguardo allo sciopero dei professori a Rio: il prefetto Eduardo Paes, infatti, dopo che i rappresentanti di uno dei sindacati dei professori, il SEPE, avevano rifiutato di sedere ad un tavolo di negoziato con lui per arrivare ad un compromesso che concluda lo sciopero, ha dichiarato illegale la continuazione di questo, eliminando dalla trattativa le rivendicazioni degli insegnanti che aderiscono al movimento. “La Prefeitura non cambierà mai il suo piano, che darà ottimi risultati”, ha affermato Paes.

Nonostante questo clima, i professori e la composizione giovanile, autodefinitasi black bloc, non rimangano schiacciati nella logica della lotta alla repressione, ma nel tentativo di forzare l'esistente per diffondere e creare nuovi diritti, come dimostrano le tante assemblee e momenti di mobilitazioni che in queste settimane si susseguono.

A milhão pela Educacão