Brasile - Istruzione, occupazioni e mobilitazioni

5 / 9 / 2013

Praça da Republica è la piazza principale di Sao Paulo e dal 25 agosto è presidiata da una ventina di tende, circondate da striscioni che, tra simboli vari, richiamano l'attenzione su un tema scottante in Brasile: l'istruzione. Siamo a #OcupaEducacão, acampada composta da professori del Movimento Autonomo pela Educacão che – come si legge da una loro lettera aperta che ci consegnano in mano appena arriviamo – “non ha niente a che vedere con partiti politici e sindacati”, e si dichiarano aperti alla partecipazione di tutti quelli che vogliono lottare per una scuola pubblica e di qualità.

Tra i punti più interessanti tra le loro rivendicazioni, la richiesta di porre fine al meccanismo della meritocrazia che in Brasile si è trasformata in una dinamica escludente e che suddivide i docenti in categorie che vanno dalla lettera O alla A, alle quali bisogna per accedervi bisogna superare dei test d'idoneità; la cosa grave è che in caso di non superamento il docente in questione perde tutti i diritti lavorativi acquisiti in anni di esperienza e formazione.

Il nodo centrale della problematica dell'Istruzione brasiliana è la totale inefficacia della scuola pubblica che, oltre a una generale carenza numerica, offre una formazione scadente e assolutamente non in grado di fornire i mezzi necessari per poter accedere all'Università. Gli insegnanti, pagati poco e ad ore (senza quindi godere di un salario minimo garantito), spesso si ritrovano nella difficile situazione di dover preferire la quantità delle ore di insegnamento a scapito della qualità e della preparazione individuale. Inoltre, tutto questo si inserisce in una condizione generale di totale precarietà, con contratti a scadenza annuale, contestualmente al dovere di superare i test attitudinali di cui abbiamo già parlato.

Molto vicini alle sorti degli insegnanti sono numerosi studenti e giovani che durante la giornata attraversano l'occupazione, dialogando e coordinando assieme azioni ed iniziative. Tra loro anche i giovani di #OcupaAlckmin, occupazione che ha luogo di fronte a Palacio de Banderaintes, sede e residenza ufficiale del governatore di Sao Paulo Geraldo Alckmin (PSDB).


Finita l'intervista, Pedro ci invita a un'iniziativa, il cui concentramento è di fronte al Theatro Municipal, per il rilanciare la manifestazione del 7 settembre (Giornata dell'Indipendenza del Brasile) e in solidarietà agli arrestati di Rio de Janeiro e Brasilia. Si tratta di giovani arrestati nei giorni scorsi dopo le mobilitazioni di giugno. Quando arriviamo al concentramento, una quarantina di ragazzi riempie la piazza, mentre sullo striscione scrivono “Fora Alckmin” e “Liberdade por Mascarados” riferendosi a una delle accuse rivolte agli arrestati di Rio, cioè quella di essersi travisati il volto per non farsi identificare dalla PM. In relazione a questo, una delle iniziative lanciate per il 7 di settembre è quella di presentarsi nelle strade tutti con il volto dipinto.

I tre punti centrali del presidio sono: la richiesta di dimissioni di Geraldo Alckmin per violazione dei diritti umani per l'uso spropositato e violento della Policia Militar da lui coordinata; la denuncia di frode operata dalla holding che gestisce l'emissione dei biglietti della metro (ricordiamo infatti che proprio a San Paulo le mobilitazioni sono partite dall'aumento dei “20centavos” sui trasporti pubblici); infine la richiesta che vengano indagate e denunciate le atrocità commesse dalla polizia nella repressione delle mobilitazioni.


Durante la preparazione del corteo i manifestanti vengono accerchiati dalle forze dell'ordine della Policia Militar, con la richiesta di esibizione dei documenti per l'identificazione. La cosa curiosa è che in Brasile la polizia è dotata di numeri riconoscitivi, cosa che nelle ultime mobilitazioni è venuta meno. Questo però ha scatenato la reazione dei manifestanti che rifiutano di farsi scortare in corteo da agenti privi di tale numero identificativo, generando tensione tra le due parti.


Nonostante la sparuta partecipazione da parte dei giovani, dovuta alle continue intimidazioni da parte del governo e della Policia Militar, il corteo ha preso vita fermandosi poche vie dopo e scontrandosi con le forze dell'ordine che sono ricorse anche al lancio di lacrimogeni; la sera si parla di tre arrestati. Tutto questo ha contribuito a alzare il livello della tensione in vista delle mobilitazioni del 7 settembre, giorno in cui la Policia Militar ha annunciato, oltre ad una sua massiccia presenza nelle strade, che provvederà al fermo e all'arresto immediato di chiunque si presenti con il volto coperto alle manifestazioni, che verranno trattenuti fino ad avvenuta identificazione.