Cile - Mapuche respingono condizioni di tavola di dialogo

22 / 9 / 2010

Santiago del Cile, 21 set (Prensa Latina)

I rappresentanti del popolo Mapuche hanno respinto oggi il dialogo proposto dal governo, per ritenere che è estranea alle rivendicazioni storiche di questa etnia e trascura come priorità la soluzione dello sciopero della fame di 34 indigeni mapuche. “Abbiamo un problema chiave, che è lo sciopero della fame, che mira ad abrogare la legge antiterrorista, a porre fine al duplice processo della giustizia civile e militare ed alla demilitarizzazione della provincia di Arauco”, ha detto Natividad Llanquileo, portavoce per i prigionieri, che hanno già superato i 70 giorni di digiuno.

Llanquileo ha opinato che l'enfasi nel Plan Araucania dell'attuale amministrazione non è coerente con le rivendicazioni storiche degli indigeni e non affronta le questioni di fondo che hanno portato alla protesta, criterio a cui ha aderito la portavoce della Segreteria Europea della Commissione Etica contro la Tortura, Josè Venturelli. “Non bbiamo ricevuto nessuna chiamata, quindi non ci siederemo alla tavola”, ha anche rimarcato Erick Millan, portavoce delle famiglie degli scioperanti detenuti  nella carcere di Temuco, capoluogo dell'Araucania del Cile. Venerdì scorso, nel contesto delle celebrazioni per il Bicentenario dell'Indipendenza, il presidente Sebastian Piñera ha annunciato questa settimana l'avvio di una tavola di dialogo sul monte Ñelol, a Temuco, come una via per incanalare la soluzione del debito del Cile con le popolazioni indigene. Nel frattempo, la salute dei manifestanti è entrata in una condizione critica, ha detto la dottoressa Berna Castro. "Gli equilibri sono molti precari, quinde si inizia una fase molto pericolosa per la loro vita e per la loro integrità fisica", ha detto l'esperta, citata da Radio Universidad de Chile.

Tratto da: