Cile, “Siamo per una nuova società che viene dal basso”

25 / 11 / 2019

Da oltre un mese il popolo cileno è in mobilitazione contro il sistema dei partiti politici vigente nel paese rivendicando un’assemblea costituente.

Dopo la formula costituente escogitata dai parlamentari membri del sistema dei partiti politici istituzionali a porte chiuse, cominciano a farsi sentire le voci profonde di un popolo che ha conquistato la propria organizzazione, negando e promettendo di superare il regime di profitto privato. È il caso delle Asambleas Populares Autoconvocadas di Santiago.

Uno dei suoi portavoce, Fernando Palma, ha dichiarato che «siamo un coordinamento di assemblee della regione metropolitana. Qui siamo tre dei quattro portavoce, perché ieri la portavoce della zona nord, La Paloma, è stata colpita da un lacrimogeno alla testa e si trova in ospedale. Ci stiamo organizzando dal 18 ottobre, quando è iniziato il movimento, e come popolo, siamo il potere costituente, siamo la sovranità».

Da parte sua, Renato Milla, anche lui portavoce, ha segnalato che «noi non stiamo aspettando che la casta politica e imprenditoriale continuino ad accordarsi su come difendere i loro privilegi e i loro profitti. Tutto il contrario, stiamo sollevando grandi rivendicazioni e diritti per il popolo cileno, con l’idea di costruire una grande costituente popolare e autoconvocata».

Che relazioni ci sono con altre esperienze simili che esistono in tutto il paese?

«Il nostro è un coordinamento in crescita permanente e in articolazione con altre forme di organizzazione che che si determinano in ogni zona con i propri modi. Speriamo che in un prossimo futuro si scelgano dei delegati che partecipino a una grande costituente popolare che sintetizzi le rivendicazioni del popolo. E realizziamo questa pratica di fronte a istituzioni che hanno sequestrato la nostra sovranità. La forza popolare costituente si è messa in marcia».

Daniel Jiménez, altro portavoce del coordinamento, ha comunicato che «il 18 novembre si è compiuto un mese di ribellione, e insieme a molti cerchiamo che si esprima la volontà popolare del nostro processo costituente e che questa termini con la creazione di un nuovo Stato e una nuova società che viene dal basso. Completamente l’opposto delle pretese e degli interessi delle élites. Questo 18 novembre abbiamo effettuato blocchi stradali, occupazioni simboliche dei sedi istituzionali per terminare con una manifestazione moltitudinaria in Plaza de la Dignidad, la ex Plaza Italia».

State costruendo un processo indipendente rispetto allo Stato e alle classi sociali che lo supportano?

«Il processo costituente del popolo è cominciato il 18 di ottobre e, a causa dell’esclusione del sistema stesso, si è sviluppato fuori dall’ambito istituzionale. E questa indipendenza la pratichiamo in assemblee nelle strade. Rifiutiamo i cabildos inventati dalle municipalità e dal sistema dei partiti politici del parlamento, che vogliono solo approfittare delle energie delle forze popolari per i propri fini e interessi, completamente contrari a quelli della maggioranza sociale».

Quando vi riunirete come Assemblee e in che maniera si può restare in contatto con voi?

«Il prossimo sabato 23 novembre, nella comuna di Santiago, in calle Maipú 424, abbiamo un nuovo appuntamento, stavolta però a livello nazionale.. e nel frattempo la forma di contatto più rapida è attraverso il nostro account twitter AsambleasA».

Da parte sua, Victor Chanfreau, portavoce dell’Assemblea di Coordinamento degli Studenti Secondari (ACES), ha indicato che «la soluzione non è nella falsa pace e nella nuova costituzione di cui parlano i parlamentari, ma che la lotta continui nelle strade e nei territori». Un’altra portavoce della ACES, Ayelén Salgado, aggiunge che «nel congresso hanno venduto le rivendicazioni dei movimenti sociali. Ci parlano di pace quando stiamo soffrendo una repressione poliziesca brutale. Solo a Lo Hermida, gli agenti hanno realizzato invasioni che hanno provocato più di 350 feriti. Gli studenti della secondaria e i dirigenti sociali continuano ad essere perseguiti. Abbiamo visto che le istituzioni esistono solo per difendere gli imprenditori e la classe politica, per questo continuiamo nella mobilitazione».

I membri della Assemblee Popolari, appena prima di lanciare il loro messaggio, si sono resi conto che vicino a loro c’era la conferenza stampa di Beatriz Sánchez, l’ex candidata del Frente Amplio, uno dei gruppi che ha partecipato alla “bollitura” costituente dei partiti politici. Le persone delle Assemblee Popolari, come i ciclisti che si stavano riunendo in Plaza de la Dignidad per protestare con le loro biciclette, hanno circondato la Sánchez, accusandola di averli traditi e di essere complice del progetto costituzionale antipopolare. La denuncia pubblica, ha interrotto la conferenza stampa della leader del Frente Amplio, che è dovuta scappare immediatamente a bordo della sua auto in mezzo a canti e grida per niente amichevoli rispetto al suo ruolo politico e all’attuale contingenza.

Di Andrés Figueroa Cornejo

Tratto da https://desinformemonos.org/chile-estamos-por-una-nueva-sociedad-proveniente-desde-abajo/

Foto di copertina di Matanza Viva tratta da https://latinta.com.ar/2019/11/chile-estamos-por-una-nueva-sociedad-proveniente-desde-abajo/

*** Traduzione a cura di Christian Peverieri