PECHINO - Circa 30.000 lavoratori di un'acciaieria cinese, che
protestavano contro l'acquisizione della loro fabbrica da parte di
un'altra società, hanno picchiato a morte un manager e si sono
scontrati con la polizia con un bilancio di un centinaio di feriti. Lo
ha reso noto oggi un gruppo per la difesa dei diritti umani. Secondo il
Centro di informazione per i diritti umani e la democrazia di Hong
Kong, la notizia che la Jianlong Steel Holding Company, una azienda di
Pechino, stava rilevando la quota di maggioranza della Tonghua Iron e
Steel Group, statale, ha scatenato le proteste nella provincia
nordorientale di Jilin.
Chen Guojun, il direttore generale
della Jianlong, è stato picchiato a morte dagli operai, infuriati dopo
aver saputo che il manager lo scorso anno aveva guadagnato circa tre
milioni di yuan (poco più di 300 mila euro), mentre gli operai della
Tonghua che andranno a casa ne prenderanno 200 al mese. Un agente di
polizia, scrive oggi il South China Morning Post, ha confermato gli
incidenti e la morte di Chen, che aveva una quarantina d'anni. Gli
operai, che hanno bloccato anche alcune strade e distrutto tre auto
della polizia, non hanno lasciato passare l'ambulanza inviata per
soccorrere il dirigente. La Cina, il maggior produttore e consumatore
di acciaio del mondo, sta cercando di razionalizzare il settore, ma
questi progetti incontrano la forte resistenza dei lavoratori e dei
governi locali, preoccupati dei contraccolpi economici in un periodo di
crisi globale.
26 luglio 2009 h.9,15
Cina: operai contro fusione aziende, ucciso manager
da www.ansa.it
27 / 7 / 2009