Millesettecento
abitanti e mille soldati di guarnigione, nel Mar Giallo, a soli dodici
chilometri dalla costa nordcoreana. Sono le due isole Yeonpyeong, dove stamane almeno due soldati di Seul sono morti nel cannoneggiamento messo in atto dalla Corea del Nord.
Si parla di sessanta-settanta colpi di artiglieria. Gli ultimi
aggiornamenti riportano anche un totale di quindici militari e tre
civili feriti, parecchi edifici sono in fiamme.
La Corea del Sud ha risposto con un'ottantina di cannonate sparate oltre il 38° parallelo e con una squadriglia di F-16 inviata nella zona.
Il
generale Lee Hong-ki, dello stato maggiore di Seul, ha dichiarato che i
nordcoreani hanno subito "un danno significativo" nel contrattacco
lanciato dalle forze militari sudcoreane.
Tuttavia Seul non vuole
alzare la tensione nell'area, dove il gioco delle parti si è fatto più
complicato negli ultimi giorni, dopo la scoperta di un nuovo impianto di arricchimento dell'uranio nordcoreano, capace di circa duemila turbine (in realtà una vera e propria rivelazione da parte di Pyongyang, che ha scelto di mostrare la centrale a uno scienziato usa).
Al momento dell'attacco, nell'area era in corso un'esercitazione navale della marina sudcoreana,
particolare sottolineato dall'agenzia di Stato cinese, Xinhua, che ha
però riportato anche un appello del governo di Pechino alle due parti
per un abbassamento della tensione. Anche la Russia si è allineata.
Difficile al momento spiegare i motivi dell'attacco. La Corea del Nord non ha mai riconosciuto il "limite nord" sudcoreano e le Yeonpyeong sono già state teatro di almeno due scontri armati, nel 1999 e nel 2002.
Per
alcuni analisti, si tratta di un messaggio di Pyongyang in concomitanza
con il viaggio in Asia del principale inviato Usa in Nord Corea, Stephen Bosworth, che ha definito "inaccettabile" il nuovo impianto di arricchimento dell'uranio.
Pyongyang - in linea con Pechino - sarebbe disposta a tornare ai colloqui a sei sulla denuclearizzazione della penisola coreana trattando alla pari con gli Usa, condizione sempre rifiutata da Washington, che chiede prima alla Corea del Nord un "commitment through action", cioè di fatto un'interruzione del proprio programma nucleare.
Da parte sua, la Corea del Nord ha accusato Seul di aver sparato per prima.
Lo si legge in un comunicato del comando delle forze armate
sudcoreane, pubblicato dall'agenzia di stampa ufficiale di Pyongyang:
"Il nemico sudcoreano - è scritto nella nota - malgrado i nostri
avvertimenti ripetuti, ha commesso provocazioni militari
procedendo a tiri di artiglieria contro il nostro territorio marittimo
nei pressi dell'isola di Yeonpyeong, a partire dalle 13 (le 5 in Italia
ndr)". Per questo, prosegue il comunicato l'esercito nordcoreano
"continuerà senza esitazioni i suoi attacchi militari se il nemico
sudcoreano osa invadere il nostro territorio".
Corea - La battaglia di Yeonpyeong
24 / 11 / 2010