Criminalizzare il dissenso

Una draconiana proposta di legge britannica, cucita sulle pratiche dei movimenti climatici e antirazzisti, è in discussione alla Camera dei Comuni e si propone di modificare la normativa sull’ordine pubblico per Inghilterra e Galles. L’obiettivo esplicito è quello di spegnere le proteste di XR e BLM. Quello implicito di soffocare prima che nascano i disagi sociali causati dalla malagestione della pandemia. A Bristol e Manchester le prime proteste “Kill the Bill”, che mirano al ritiro della proposta di legge.

30 / 3 / 2021

In queste settimane, la Camera dei Comuni del Regno Unito sta discutendo una proposta di legge, a modifica dell’attuale Public Order Act del 1986, che darà a forze dell’ordine e Ministero dell’Interno maggiori dispositivi per interrompere le manifestazioni, in particolare quelle statiche come i sit-in. La proposta di legge, che troverà applicazione in Inghilterra e Galles, denominata Police, Crime, Sentencing and Courts Bill, è stata esplicitamente pensata come risposta repressiva alle manifestazioni di Extinction Rebellion e BLM.

In breve, la nuova legge amplierà le condizioni che la polizia potrà imporre ai presidi statici, quali orario di inizio e fine, nonché massimo livello di rumore consentito; modificherà le circostanze che determinano la violazione di tali condizioni per cui, una volta pronunciate, qualsiasi manifestante potrebbe essere individuato come trasgressore, indipendentemente dalla sua conoscenza e consapevolezza delle stesse; rintrodurrà il reato di disturbo dell’ordine pubblico (public nuisance); inasprirà le pene per alcuni reati, stabilendo condanne fino a 10 anni per reati quali danneggiamento di monumenti, una chiara intimidazione alle proteste di BLM che portarono all’abbattimento della statua dello schiavista Edward Colston a Bristol nel giugno 2020.

Nel concreto, qualora la proposta divenisse legge, la polizia avrebbe ampia discrezionalità nel limitare, condizionare ed interrompere presidi, sit-in e flashmob, rendendo di fatto la violenta interruzione della veglia a Sarah Everhard un’anticipazione di quella che sarà la futura gestione dell’ordine pubblico da parte delle forze dell’ordine inglesi. Non solo. Ciò che spaventa maggiormente le associazioni per i diritti civili, che hanno già definito la proposta di legge un “attacco ad alcuni dei più importanti diritti dei cittadini”, risiede nella facoltà data al Ministro dell’Interno di emanare futuri provvedimenti che definiranno, senza necessità di approvazione parlamentare, quali sono i comportamenti lesivi dell’ordine pubblico e sulla cui trasgressione potrà poi intervenire la polizia.

Di fatto, il disegno del ministero dell’interno Priti Patel – già distintasi per le raccapriccianti dichiarazioni su XR, “criminali” , e BLM, “spaventosi” – è quello di silenziare le proteste che maggiormente hanno animato le piazze inglesi, piuttosto che affrontare le gigantesche criticità che quelle proteste volevano e vogliono indicare, il tutto in un periodo in cui il diritto all’espressione del dissenso è già fortemente limitato a causa delle restrizioni anti Covid-19.

Malgrado ciò, nelle scorse settimane, manifestazioni di matrice studentesca hanno espresso, in maniera forte e radicale, la contrarietà a questo disegno, al grido delle parole d’ordine “Kill the Bill”. A Bristol, domenica 21 marzo, dopo che più di 3000 persone si erano riunite per protestare contro il disegno di legge, in centinaia hanno assediato la stazione di polizia di New Bridewell, danneggiandone la struttura e alcuni mezzi. Le proteste non si sono placate, riorganizzandosi due giorni più tardi, con un presidio che ha portato a 14 arresti. Ulteriori 10 arresti sono stati eseguiti nella notte di venerdì 26 marzo, dopo che la terza manifestazione “Kill the bill” a Bristol è terminata in scontri con la polizia. Ulteriori pratiche di disobbedienza civile si sono svolte a Manchester, dove sabato 27 marzo, 18 persone sono state arrestate per aver bloccato, nel corso di una manifestazione contro il Police, Crime Bill, la linea del tram a P.zza St. Peter. Manifestazioni si sono svolte anche a Brighton dove in centinaia hanno sfilato verso la stazione di polizia sabato 27 pomeriggio.

Come estesamente contestualizzato da un’analisi di Plan C, le recenti proteste a Bristol sono anche il risultato di una situazione sempre più estenuante causata da un anno di pandemia, perdita dei posti di lavoro, angoscia per il blocco degli sfratti in scadenza a maggio, sfiducia/rabbia nei confronti della polizia a seguito del brutale assassinio di Sarah Everard. Se ne può concludere, che il Police, Crime Bill rappresenti non solo il tentativo di criminalizzare le lotte ambientali e antirazziste, ma anche lo strumento con cui il governo britannico si appresta a gestire le conseguenze di un contesto economico sociale per molti diventato insopportabile.