Da Aulnay-Sous-Bois a Menilmontant - In strada contro le violenze poliziesche

L’ennesimo episodio di violenza poliziesca ai danni di un giovane che è stato violentato. Rivolta nelle banlieue

8 / 2 / 2017

Ieri per la terza notte consecutiva, quella tra il 6 e il 7 febbraio, la banlieue di Aulnay-sous-bois è stata teatro di scontri e agitazioni contro le forze dell'ordine, in seguito allo stupro e alle violenze commesse da quattro agenti della BST (Brigade specialisée de terrain) sul giovane ventiduenne Théo (il video della prima parte del violento controllo dello scorso giovedì 2 febbraio).

Sulla scia delle molteplici e intense mobilitazioni e dei presidi cui hanno dato vita gli abitanti di Aulnay e i familiari di Théo, un presidio di manifestanti riuniti a Menilmontant ha rotto, in serata, il blocco delle forze dell’ordine partendo in manif sauvage contro le violenze poliziesche. 

Ripercorriamo brevemente le ultime vicende.

Alle ore diciassette di giovedì scorso, come testimoniato dalle telecamere di sicurezza e dal racconto di Théo, alla cui registrazione ha avuto accesso il sito di cronaca BFMTV, il giovane ventiduenne di Aulnay-sous-bois é stato vittima di un brutale "controllo d'identità”. Dopo colpi assestati sul corpo del giovane, uno dei poliziotti lo ha violentato con un manganello telescopico, prima di condurlo in commissariato, dove le gravi condizioni, in particolare della zona rettale del giovane hanno costretto le forze di polizia a trasportarlo in ospedale. Sono stati prescritti 60 giorni di impossibilità al lavoro per Théo che ha riportato gravi lesioni diffuse.

I quattro agenti sono stati sospesi dal Ministro dell'interno Le Roux, e sono sotto inchiesta per violenza volontaria, uno dei quali per stupro.

Da giovedì scorso la banlieue di Aulnay è attraversata da forti tensioni tra gli abitanti e le forze di polizia. La notte scorsa il dispiegamento di un imponente dispositivo repressivo ha visto l’interruzione dell'illuminazione nel quartiere, un numero ingente di agenti, lancio di lacrimogeni e un elicottero ronzante sui palazzi del quartiere. Sono stati numerosi gli arresti, di cui non è ancora chiaro il numero, ma sembrerebbe trattarsi soprattutto di minorenni. A un ingente lancio di lacrimogeni si sono aggiunti degli spari di arma da fuoco da parte delle forze dell'ordine. Dato confermato dalla Prefettura della Polizia di Parigi: diversi colpi sarebbero stati sparati in aria a scopo intimidatorio da alcuni agenti accerchiati e in difficoltà. I proiettili ritrovati (Luger 9mm) confermano questa ricostruzione. La dichiarazione é stato riportata, tra gli altri, da Buzzfeed e infoFrance. Non dovrebbero esserci feriti. Al limite tra il grottesco e il surreale una foto (Tarani News) che ritrae un agente maneggiare un fucile di precisione Tikka 3 in dotazione alla Gendarmerie, facente eco al non raro ricorso ad armi da fuoco impugnate in occasione della mobilitazione contro la loi travail o a Beaumont sur Oise durante i moti successivi all’omicidio di Adama Traoré (fonte di questa descrizione il reportage live di Taranis News)

In serata è stato convocato un presidio a Menilmontant contro le violenze poliziesche. Le centinaia di manifestanti riuniti sono stati circondati da un enorme dispiegamento di forze dell’ordine in antisommossa, il cui blocco è stato sfondato da una parte del concentramento, partita in manif sauvage. Nonostante le diverse nasses (accerchiamenti) e l’utilizzo di lacrimogeni, le temporanee dispersioni dei manifestanti si sono ricostituite a più riprese, fino a procedere in corteo attraverso rue Timbaud e rue Amelot in direzione Bastille, dove la manifestazione si è dispersa. Tre i tentativi di fermo, il cui esito resta da confermare.

Il dispositivo dello stato di emergenza mostra in queste ore l'illimitatezza della violenza che esso autorizza, e che trasforma le banlieues francesi in inferni su terra. Non è il primo caso di libero esercizio della violenza: ultimo l'omicidio del giovane Adama Traoré per mano delle forze dell’ordine e l'arresto e la condanna a otto mesi di carcere di suo fratello Bagui, che confermano l’operatività in Francia di un razzismo di Stato esercitato in maniera differenziale e che, nelle banlieues, assume la sua forma più brutale. 
Nonostante l’imponenza dell’attacco subito le recenti notti il quartiere resiste incontrando la solidarietà e il supporto militante di tanti e tante da Parigi e banlieue.