Italia - Messico: nessun diritto per il lavoro e l'ambiente

Da Cancun -FIAT, Modello Marchionne

Iniziativa contro la FIAT a Cancun

8 / 12 / 2010

 Questa mattina a Cancun è stata svolta un'iniziativa alla concessionaria ufficiale della FIAT per denunciare quello sta succedendo in Italia con l'arroganza del "modello Marchionne" che l'impresa italiana vuole esportare in Messico e per lanciare le iniziative Uniti contro la crisi verso il 14 a Roma. Gli attivisti hanno srotolato striscioni e volantinatinato e realizzato una conferenza stampa.

In Italia la Fiat, prima nello stabilimento di Pomigliano (Napoli) ed ora in quello di Mirafiori (Torino) vuole imporre ai lavoratori un peggioramento delle condizioni di lavoro attraverso le deroghe al Contratto Nazionale del Lavoro e alle stesse leggi dello Stato. Intende inoltre violare i diritti individuali quali il trattamento economico in caso di malattia ed il diritto di sciopero, oltre che aumentare gli orari di lavoro, con gli straordinari obbligatori e la cancellazione delle pause.

È proprio a partire da queste contraddizioni, e dall'incidenza della crisi economica che i lavoratori in Italia sin da quest'estate si son mobilitati con scioperi, manifestazioni, occupazione dei tetti delle fabbriche, subendo talvolta discriminazioni. Per quanto concerne la Fiat e´ accaduto nello stabilimento Melfi (Potenza) che tre operai mobilitatisi fossero licenziati in tronco.

La FIAT, dopo l’alleanza con Chrysler, ha deciso l’investimento in Messico per la produzione dello storico modello “500”, auto compatta di tradizione popolare, oggi nella lista delle automobili più care del settore compatte. Questa decisione è stata ufficializzata lo scorso 8 febbraio quando il dirigente italiano della FIAT, Sergio Marchionne, accompagnato dal presidente messicano Felipe Calderon, ha visitato la fabbrica della Chrysler presso la città di Toluca, nello Stato del Messico, a pochi chilometri dalla capitale messicana.

Il piano della FIAT è quello di produrre tra le 100.000 e le 130.000 automobili annuali del modello “500” in Messico per l’esportazione al mercato nordamericano e latinoamericano con un investimento attorno ai 550 milioni di dollari iniziali, dei quali almeno 400 milioni proverrebbero dal settore bancario privato messicano e da istituzioni del governo. In Italia la Fiat sostiene che, oggi, non vuole più avvalersi di contributi pubblici (dopo averne usati moltissimi), ma al mondo, e anche in Messico, decide le sue produzioni solo se i governi gli danno fondi.

La Fiat, a differenza di molti altri produttori, non sviluppa la ricerca per modelli che abbiano un minor impatto ambientale e che, ad esempio, sostituiscano i motori a combustione interna con quelli elettrici e a idrogeno; una ricerca che sostenga un altro modello di mobilita' che sprechi meno risorse ambientali e che riduca le emissioni; una ricerca che sviluppi inoltre modelli organizzativi e processi produttivi finalizzati alla minimizzazione degli impatti ambientali e sociali, ad esempio inserendo nei suoi processi decisionali valori guida quali la responsabilità sociale ed ambientale.

Per questo vogliamo denunciare, in Italia, in Messico e nel mondo, queste politiche della Fiat che colpiscono le condizioni e i diritti dei lavoratori e contemporaneamente danneggiando l'ambiente. La lotta dei lavoratori e dei cittadini per la giustizia sociale ambientale va sviluppata in ogni paese e a livello globale.

Per questa ragione, lo scorso 16 ottobre in Italia, in occasione della mobilitazione dei lavoratori metalmeccanici della FIOM-CGIL (sindacato italiano dei metalmeccanici che rappresenta anche i lavoratori FIAT) contro il cosiddetto Modello Marchionne, si è avviato un percorso che tenta di generalizzare le lotte, mettendo assieme giovani-precari, studenti e lavoratori contro quest'attacco alle garanzie minime. La rete di tutti questi soggetti si è data un nome: “Uniti contro la crisi”. Una rete che non è un fronte di lotta e neppure un coordinamento, ma piuttosto una pratica comune di lotta, un desiderio comune di gestione della propria vita e delle risorse del territorio e della società.

Uniti contro la crisi” chiama di nuovo tutti in piazza il prossimo 14 dicembre, giorno della votazione della fiducia al governo di Berlusconi, per ribadire certamente la sfiducia a questo governo, ma soprattutto per dire che la fiducia non la riceverà nessuno che attacchi diritti sociali ed ambientali. Lo slogan è semplice:

Que se vayan todos! Cancun, Messico, 8 Dicembre 2010

RIGAS (Rete Italiana per la Giustizia Ambientale e Sociale)

Intervista a Vittorio Bardi, Fiom nazionale