Di più poté il denaro che l’armi!!!

Il protettorato russo si estende in tutto il sud est dell'Ucraina senza colpo ferire mentre la tensione internazionale si sposta sui mercati finanziari.

di Bz
4 / 3 / 2014

Scaramucce verbali a distanza tra Obama e Putin hanno fatto da corollario alla giornata interlocutoria di ieri mentre le parti sono alla ricerca di una soluzione che accontenti tutti, in cui la Russia è posizionata in vantaggio avendo fatto quella che nel gioco degli scacchi si chiama la mossa del cavallo.

Al Consiglio di  Sicurezza dell’ONU 'ambasciatore russo, Vitaly Churkin, ha sparato a zero contro il nuovo 'governo rivoluzionario' di Kiev denunciando l'avvento di "estremisti" e "antisemiti" in Ucraina occidentale e difendendo come "legittimo" l'intervento russo sulla base di una richiesta d'aiuto di Viktor Ianukovich, che Mosca considera tuttora l'unico presidente legittimo del Paese, essendo stato delegittimato dalla Duma ucraina senza la prevista procedura parlamentare.

Nel mentre la presa di possesso delle regioni dell’est dell’Ucraina è proceduta molto di più con la mobilitazione degli abitanti locali filorussi che sono andati ad occupare i luoghi simbolici quali i municipi e le sedi parlamentari regionali, facendovi sventolare la bandiera russa,  che con l'uso delle forze armate russe di stanza in Crimea o nelle basi russe sparse per il territorio ucraino. Questa mobilitazione paramilitare si è estesa in tutta l’area sud a ridosso della Crimea, quale la regione di Odessa e il bacino del basso Don.

La premier in pectore, Giulia Timoshenko, di ritorno da una visita lampo a Mosca ha dichiarato che con "l'occupazione" della Crimea la Russia "ha dichiarato guerra anche ai garanti della nostra sicurezza, Usa e Gran Bretagna" cercando, così, di tirare per la camicia l’Europa in un conflitto che potrebbe avere conseguenze devastanti ma è stata bellamente smentita dalle dichiarazioni diplomatiche della Germania e dello stesso  neoministro italiano che hanno raffreddato i toni minacciosi degli USA, di Gran Bretagna e Francia.

Come tutti sanno una buona fetta dell’approvvigionamento energetico tedesco passa per le pipeline russe che attraversano l’Ucraina così come avviene per quello italiano: molto di più può il ricatto economico sottinteso nei rapporti tra Stati che il rispetto della legalità parlamentare, il rispetto dei trattati internazionali o dei diritti umani. Questo è tanto più vero nel caso dell’Ucraina, quando il bottino da spartirsi, che essa rappresenta, è dato da un enorme indebitamento che la fa ballare sull’orlo di un default e da una situazione sociale difficilmente governabile e gestibile con gli standard politici europei.

Un piccolo assaggio dell’influenza del potere economico sui mercati internazionali si è visto ieri quando il rublo russo e la borsa di Mosca sono andati in caduta libera e hanno chiuso la giornata con un meno 10%, tanto che i toni minacciosi degli uomini di Putin si sono stemperati e sono state, oggi, ritirate le truppe russe che hanno condotto le esercitazioni militari a ridosso dei confini dell’Ucraina: molto di più poté il denaro che l’armi!!!

È ipotizzabile che in tutte le regioni attraversate dalla ventata secessionista per motivi etnici, economici, sociali e politici si insista di andare rapidamente a delle consultazioni popolari referendarie per decidere quale assetto istituzionale darsi.

I quesiti che si prospettano ai cittadini sono di diversa natura a seconda della regione interessata, per quello che si riesce a capire ad ora, e vanno da una indipendenza totale a una ampia autonomia gestionale, tutte forme di un distacco dall’impianto nazionale ucraino e volte alla formazione di Repubbliche indipendenti o semi indipendenti che verrebbero a formare un’area cuscinetto tra la Grande Russia e l’Europa.