Ecuador: la Conaie lancia la mobilitazione generale contro la nuova legge estrattiva del governo Correa

Le politiche estrattive impattano con i popoli indigeni. Comunicati Conaie e corrispondenza da Quito

19 / 1 / 2009

La Conaie, organizzazione indigena, ha lanciato una mobilitazione che coinvolgerà tutte le comunità indigene della zona costa, andina e amazzonica contro la legge sulle miniere a cielo aperto a grande scala, approvata una settimana fa dal Piccolo Congresso.

E' una legge che ha fatto discutere molto ed intorno alla quale ci sono state mobilitazioni anche nelle scorse settimane. Mobilitazioni non solo indigene ma anche contadine, visto che l'estrazione mineraria a vasta scala danneggerebbe anche i sistemi idrici e dunque l'agricoltura.

Nonostante le mobilitazioni il Piccolo Congresso ha approvato la legge.

La Conaie ha indetto una mobilitazione nazionale che si articolerà in forma decentrata nelle varie provincie e dunque coinvolgerà non solo Quito.

Due aree sono quelle di maggior tensione: una la zona andina e l'altra la regione amazzonica, e in particolare le Provincie di Morona Santiago dove si concentrano le concessioni minerarie.

In queste settimane alcune mobilitazioni sono state duramente attaccate e represse tanto è vero che le organizzazioni di base dei diritti umani hanno denunciato una vera e propria caccia alle streghe dei dirigenti indigeni e contadini fermati ed arrestati.

Da parte del governo c'è un atteggiamento molto duro verso le mobilitazioni, una criminalizzazione verbale attraverso i mezzi di comunicazione.

Le istanze indigene vengono presentate come nemiche della patria, come radicali.

Il Governo ha ripetuto che è deciso ad reprimere tutte le manifestazioni, definendole come “atti contro la rivoluzione cittadina”.

Correa ha chiamato le sue basi, quelle del partito Alleanza Pais a scendere in piazza proprio nello stesso giorno delle mobilitazioni indigene.

La Conaie dice che la legge mineraria è stata l'occasione per far emergere le divergenze tra gli indigeni e il governo per quanto riguarda le prospettive del modello di sviluppo.

Un modello, quello di Correa, sviluppista e basato sull'estrazione delle risorse naturali.

Un modello che lede la la sovranità indigena, il loro territorio, il loro uso dell'acqua, i loro modi di vivere, la sovranità alimentare.

L'estrazione mineraria a grande scala ha un imapatto sull'ambiente grandissimo. Per estrarre una tonnellata di rame ci vogliono 300.000 tonnellate d'acqua.

Il che significa privare la popolazione della zona estrattiva dell'acqua potabile e creare una contaminazione inestimabile.

Il governo dice che la Conai sta esagerando ed afferma che proporrà un modello di sfruttamento responsabile e che con i soldi che si ricaveranno sarà possibile riparare i danni.

Il movimento indigeno dice che non si possono riparare le voragini nella terra e l'inquinamento. Aggiunge inoltre che questa legge è anticostituzionale perchè non rispetta la consulta previa che hanno le comunità indigena e i trattati internazionali. La Conai afferma soprattutto che gli indigeni non sono i nemici della patria, della rivoluzione cittadina ma vogliamo che ci sia un cambiamento per tutta la popolazione che i diritti valgano per tutti gli ecuadoriani.

Il modello che propone Correa, basato su questo tipo di sviluppo, favorisce alcune riforme ma non i diritti di tutti gli ecuadoriani.

“Vogliamo un cambiamento, una rivoluzione che sia comunitaria all'interno della quale il diritto all'autonomia, all'autodeterminazione, ad un territorio libero dall'inquinamento siano garantiti realmente” questo il senso profondo della mobilitazione della Conaie.

- Vedi il comunicato della Conai

- Vedi comunicato delle associazioni dei diritti umani