Egitto - 25 mila contro Mubarak. Scontri tra manifestanti e polizia

25 / 1 / 2011

IL CAIRO - Sono circa 25 mila, secondo gli organizzatori, i manifestanti che hanno preso parte alle mobilitazioni di oggi al Cairo per chiedere riforme politiche e sociali, sul modello della 'rivoluzione del gelsomino' tunisina. Non sono mancati gli scontri: alcuni sono stati registrati a piazza Taharir, nel centro del Cairo. 

I manifestanti hanno attaccato la polizia con un fitto lancio di sassi. Le forze di sicurezza sono state costrette a ritirarsi dalla piazza malgrado il fitto lancio di lacrimogeni e l'impiego di blindati e idranti. Almeno cinque manifestanti sono rimasti feriti, mentre circa 20 persone sono state fermate dopo aver tentato di assalire il Parlamento. Twitter, utilizzato dai dimostranti per comunicare in tempo reale, ha avuto un black-out.

Nella città le manifestazioni, che sono iniziate in centro, presso la sede della corte suprema, si sono poi estese al quartiere di Mohandessin, nell'ovest della capitale dove 2-3mila persone si sono radunate, e in altre parti della città. In tanti hanno urlato 'Fuori, fuori' e 'Vattene, vattene' rivolto al presidente Mubarak. Numerosi presidi e cortei sono stati segnalati anche nelle città di provincia, soprattutto ad Alessandria (nel nord), ad Assuan e Assiut (nel sud), in diverse città sul delta del Nilo, a Ismailia (sul canale di Suez) e nel nord del Sinai.

Voci su fuga del figlio di Mubarak. Il figlio del presidente egiziano Hosni Mubarak, Gamal, considerato candidato alla successione  al potere, sarebbe fuggito a Londra con la moglie e la figlia. È quanto riporta la rivista online araba 'Akhbar al-Arab', edita negli  Stati Uniti, ma la notizia non trova alcuna conferma ufficiale. Secondo il sito, Mubarak Jr. sarebbe partito oggi senza alcuna protezione da parte della sicurezza alla volta della Gran Bretagna, a bordo di jet privato dall'aeroporto della zona ovest del Cairo.

La famiglia avrebbe caricato a bordo dell'aereo 97 valige. Poco dopo la diffusione di questa notizia, una fonte ufficiale dell'aeroporto del Cairo ha negato, al giornale egiziano 'al-Wafd',  che alti funzionari del governo o uomini d'affari siano partiti stamane, ''per evitare gli effetti del 'giorno della collera' proclamato dalle opposizioni nel paese''.

La protesta sul web. Gli organizzatori della protesta contano moltissimo sull'effetto traino della Tunisia, i cui eventi hanno scatenato un dibattito politico molto acceso fra gli egiziani, soprattutto attraverso il web. Ed è proprio su Internet, dalla sua pagina Facebook che il premio Nobel per la pace ed ex direttore dell'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica (Aiea) Mohamed ElBaradei ha espresso il suo sostegno alle manifestazioni odierne "contro la repressione", denunciando "la minaccia di usare la forza da parte di un regime che trema davanti al suo popolo".

I beduini si uniscono alla protesta. Anche alcuni gruppi di beduini, che risiedono nella penisola del Sinai, ha deciso di prendere parte alle proteste contro il governo egiziano. Fonti del governatorato del Sinai del Nord hanno annunciato ad al-Masry al-Youm che i manifestanti scenderanno per le strade nei pressi dell'aeroporto di al-Gorah, dove sono stanziate forze di pace multinazionali. Alcuni membri di una tribù del villaggio di al-Mahdiya, a sud del valico di Rafah tra Egitto e Striscia di Gaza, hanno dato la loro adesione alle proteste annunciando una marcia per le strade di Rafah e di Sheikh Zowayyed. La sicurezza è stata rafforzata in tutti i luoghi sensibili, in particolare di fronte alla facoltà di Scienze dell'educazione ad Arish e al quartier generale del governatorato a Rafah. Il governatore del Sinai del Nord, Mourad Mowafi, interpellato da al-Masry al-Youm, ha assicarato che per ora la situazione è tranquilla. "Se qualcuno ha problemi, dovrebbe venire a parlarne con me, piuttosto che darsi fuoco", ha detto, riferendosi ai giovani che, in Egitto come in molti paesi del Nord Africa, si sono dati fuoco negli ultimi giorni per protestare contro il governo.