Egitto. Bagno di sangue dell'esercito

Sono oltre 100 i morti nelle piazze egiziane

27 / 7 / 2013

L'appello dei militari che hanno rovesciato Morsi e' stato accolto al Cairo a piazza Tahrir, che si e' nuovamente riempita con decine di migliaia di persone. Oltre alle bandiere egiziane i manifestanti mostravano la foto del comandante in capo delle forze armate Abdel fattah el Sissi, che nella guerra delle piazze sembra aver vinto la sua scommessa, mobilitando una folla enorme a sostegno della sua richiesta di concedere un mandato popolare per consentire all'esercito di avviare la sua lotta alla violenza e al terrorismo.

In questa escalation va collocata la decisione di divulgare proprio ieri la notizia ufficiale dell’arresto di Morsi per attività sovversive antecedenti la sua elezione parlamentare a Presidente. Uno stallo ed un imbarazzo internazionale ancor più rafforzato con la notizia delle accuse della magistratura contro Morsi: spionaggio per conto di Hamas e per le evasioni di massa dalle prigioni durante la rivoluzione del 2011. Mentre la Fratellanza continua a difendere la legittimità di Morsi e definisce ''illegale" la sua carcerazione, la comunità internazionale, per voce del segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon, è tornata a chiedere la liberazione del presidente e degli altri dirigenti dei Fratelli Musulmani arrestati.

Sale di ora in ora il tragico bilancio degli scontri avvenuti al Cairo ed altre citta' egiziane durante le manifestazioni indette da sostenitori ed oppositori del presidente islamista deposto Mohamed Morsi. Secondo quanto riporta l'agenzia di stato Mena, citando fonti ospedaliere, 75 persone sono rimaste uccise ed oltre mille ferite negli scontri. Il maggior numero di morti si registra nel quartiere del Cairo di Nasr City, dove decine di persone sono rimaste uccise durante una carica di polizia ed esercito contro la folla. Lo riferisce Gehad el-Haddad, portavoce dei Fratelli Musulmani, cui fa capo lo stesso deposto capo dello Stato.

"Non sparano per ferire, sparano per uccidere", ha denunciato Haddad. "Le lesioni da proiettile sono alla testa e al torace".

La violenza sarebbe esplosa in piena notte, quando agenti delle forze di sicurezza in assetto anti-sommossa avrebbero attaccato un raduno organizzato dalla Fratellanza nei pressi della moschea di Rabaa al-Adawiya, la roccaforte islamista nella capitale.

In un primo momento gli agenti avrebbero lanciato lacrimogeni contro i dimostranti. Poi, davanti al rifiuto di questi ultimi di disperdersi, la polizia avrebbe cominciato a sparare ad altezza d'uomo, secondo il racconto di Haddad.