Almeno quattro “terroristi’ hanno perso la vita a bordo di una automobile imbottita di esplosivo saltata per aria davanti ad un’Accademia di polizia a quindici chilometri a ovest del capoluogo del Sinai, dove gli scontri armati tra esercito e milizie beduine, fortemente legate all'estremismo filoislamico oltre che interessate a difendere i 'loro affari' legati ai traffici di armi e approvvigionamenti con la enclave di Gaza.
Ma quello che ci allarma e che potrebbe far deflagrare la situazione geopolitica in tutta la sponda sud del Mediterraneo è l'esito dell'appello alla nazione espresso dal generale Sissi, con il quale ha chiesto al popolo discendere in piazza venerdì per manifestare a favore del 'golpe' con il quale è stato deposto Morsi e contro il terrorismo di chi si oppone, un appello che è stato accompagnato dall'arresto per ''istigazione alla violenza'' della guida suprema dei Fratelli, Mohamed Badie, e d'altri 8 notabili. Questi ultimi sviluppi hanno portato l'UE a chiedere spiegazioni sullo stato di salute di Morsi e la sua liberazione, mentre ha spinto anche Washington a farsi sentire: annunciando il congelamento della consegna di quattro caccia F16 e segnalando cosi', pur senza cancellare le manovre annuali congiunte 'Bright Star', una qualche presa di distanza delle ultime mosse dei militari egiziani.
Immediata la risposta dei Fratelli Mussulmani che per rispondere ai militari hanno convocato una contro-manifestazione contro il golpe che ha deposto l’ex presidente Mohamed Morsi. I Fratelli Mususlmani hanno annunciato di aver organizzato marce in tutte le provincie egiziane, con lo slogan, “il popolo vuole abbatter il golpe”.Il loro obiettivo e’ continuare a dimostrare fino a quando Morsi non sarà reinsediato al suo posto. La Fratellanza ha condannato l’incitazione a manifestare fatta dal capo delle forze armate e ministro delle Difesa, generale Abed fattah al Sisi, definendola “una minaccia” contro di loro ma che non gli impedira’ di continuare le loro proteste. In precedenza Sisi ha ricordato di aver a suo tempo messo in guardia Morsi, sollecitandolo a rassegnare le dimissioni o, in alternativa, a indire un referendum sulla propria permanenza in carica. “I suoi assistenti”, ha denunciato, “mi ribatterono che, se si fosse verificato un problema, ci sarebbe stata molta violenza a causa delle frange armate. Me lo dissero”, ha puntualizzato, “per spaventarmi”.
L'annuncio di el Sissi e' arrivato poche ore dopo che un ordigno era esploso davanti a un commissariato a Mansura, nel nord del Paese, uccidendo un poliziotto, e mentre si susseguono da settimane attacchi contro le forze di sicurezza nel Sinai: in un clima che ha indotto anche Israele, al di la' del confine, a elevare l'allerta. Dopo l'uccisione di un soldato e vari assalti a check point, in serata é giunta poi la notizia dell'esplosione di un'autobomba davanti a un'accademia di polizia vicino a el Arish (quattro attentatori uccisi). Da giorni, in Egitto come in Israele, circolano intanto voci insistenti su un'imminente operazione militare egiziana nella turbolenta penisola.
L'appello del generale Sissi è stato subito raccolto dal movimento dei ribelli Tamarod, che ha organizzato le manifestazioni del 30 giugno e che a sua volta si e' rivolto alla piazza anti Morsi chiedendole di sostenere i militari e auspicando che il presidente deposto venga processato.
“Chiediamo al popolo di scendere nelle strade venerdi’ per appoggiare le Forze Armate”, ha dichiarato il loro leader, Mahmoud Badr: è un vero paradosso per un movimento come Tamarod che ha fatto leva sui principi delle libertà democratiche per riportare in piazza le aspirazioni della 'primavera araba' ora chiami il suo popolo a sostenere i generali golpisti.
I segnali di una prossima guerra civile ci sono tutti e nel frattempo si continua a morire: nella notte sono proseguiti gli scontri tra sostenitori e oppositori di Morsi, con almeno quattro nuovi morti, il cui numero nella sola capitale è salito così a tredici in 24 ore.
