EZLN, il tempo dell’offensiva zapatista nel venticinquesimo anno di resistenza

12 / 12 / 2019

Abbiamo ancora negli occhi le immagini giunte da La Realidad lo scorso primo gennaio quando, con una straordinaria prova di organizzazione l’EZLN ha dimostrato al nuovo governo messicano di essere pronto a resistere.

In quella occasione, per i festeggiamenti del 25º anniversario del levantamiento, migliaia di insurgentes hanno sfilato nel Caracol, cuore e simbolo dell’esperienza zapatista, con la divisa dell’esercito e armi in pugno mandando un chiaro messaggio alla nuova presidenza. Dal templete, le parole del SubComandante Moises sono pesate come macigni: «È arrivata la nostra ora, popoli zapatisti, e siamo soli [...]. Non abbiamo paura del capitalismo, del finquero, del nuovo finquero [...]. Dunque, qualunque cosa dicano, o pensino quel che pensino, noi ci difenderemo. Qualunque cosa accada, costi quel che costi e succeda quel che succeda. Ci difenderemo, e combatteremo se necessario [1].

Già da molti lustri gli zapatisti hanno abbandonato l’idea di scendere a patti con le istituzioni messicane e il cambio di colore del governo non gli ha certo fatto cambiare idea, consapevoli del fatto che nessun governo vorrà mai rispondere onestamente alle rivendicazioni indigene. Senza andare troppo lontano nel tempo infatti, basta pensare alla campagna elettorale nella quale ha partecipato Marichuy, la candidata indigena del Congreso Nacional Indigena, sostenuta dall’EZLN, che ha avuto il merito di “prevedere” i programmi del nuovo governo per loro: militarizzazione dei territori, mega progetti, attacchi alle comunità indigene.

In effetti nei mesi successivi tutto ciò si è avverato: la creazione della Guardia Nacional è stata spacciata come la “ristrutturazione” delle forze armate, troppo spesso coinvolte in attività illecite e troppo spesso legate alla criminalità ma lungi dal diventare uno strumento democratico, è diventato l’ennesimo strumento repressivo e di controllo dei territori. In un comunicato del 10 aprile infatti l’EZLN denunciava: «nelle nostre valli e montagne è aumentata la presenza militare, della polizia, paramilitare, di spie, orecchie e informatori. Sono riapparse le ricognizioni aeree e degli elicotteri militari, così come quelle di veicoli armati». Tutte le aggressioni e le invadenze militari sono state documentate dal centro per la difesa dei diritti umani Frayba di San Cristobal, che ha documentato uno per uno tutti gli episodi [2]. La nuova militarizzazione, guarda caso, ha riguardato soprattutto i territori limitrofi a quelli ribelli dove sono stati installati 8 distaccamenti militari (a San Cristóbal, Comitán, Huehuetán, Las Margaritas, Ocosingo, Palenque, Pichucalco e Bochil), che di fatto hanno prodotto l’accerchiamento militare.

Un accerchiamento rotto in agosto, dopo mesi di silenzio e anni di lavoro nell’ombra con le comunità e nei territori. Il 17 agosto, gli zapatisti lanciano l’offensiva contro il malgobierno pubblicando il comunicato «e abbiamo rotto l’accerchiamento» [3] accompagnato dalle immagini provenienti dai nuovi Caracoles e Municipi Autonomi, arrivati ora a un totale di 12 e 31 rispettivamente. Sedici anni dopo la creazione dei Caracoles, la liberazione di ulteriori territori è la dimostrazione del rafforzamento del processo di autonomia e una risposta inequivocabile al nuovo governo di López Obrador che tende una mano a tutti i popoli indigeni e con l’altra firma politiche estrattiviste di spoliazione dei territori, e anche a quanti in questi anni hanno dato per finito il movimento. «Gli zapatisti ci forniscono gli strumenti per comprendere la natura di questa crescita esponenziale. In primo luogo essa è da attribuire al lavoro politico organizzativo interno, i cui principali interpreti sono le donne e i giovani. Queste due categorie, probabilmente le più osteggiate e temute dal mondo occidentale, sono divenute nelle comunità zapatiste il principale motore per la crescita dell’autonomia», è il racconto di due attivisti di ritorno dal viaggio in Chiapas proprio nei giorni in cui avvenivano questi eventi [4].

Per festeggiare questi importanti avanzamenti della loro autonomia assieme alle reti solidali che accompagnano il loro processo, gli zapatisti hanno lanciato il “Dicembre di resistenza e ribellione”, una serie di incontri politici, culturali e festivi nei territori liberati.

I - La Seconda edizione del Festival del Cinema Puy Ta Cuxlejaltic, dal 7 al 14 dicembre nel nuovo Caracol Jacinto Canek (il CIDECI di San Cristóbal).

II - Il Primo CompArte di Danza Ballati un altro mondo, dal 15 al 20 dicembre sempre nel nuovo Caracol Jacinto Canek di San Cristóbal.

III - Il Forum in Difesa del Territorio e della Madre Terra, dal 21 al 22 dicembre, organizzato dal Congreso Nacional Indigena con il sostegno della Commissione Sexta dell’EZLN e che avrà come sede sempre il Caracol Jacinto Canek.

IV - Il Secondo Incontro Internazionale delle Donne che Lottano, dal 26 al 29 dicembre, con sede al Semillero “Impronte del Cammino della Comandanta Ramona”, al Caracol di Morelia, dedicato solamente alle donne che lottano, in quanto «in questo luogo non è consentito l’accesso agli uomini, neanche per sogno».

V - Dal 31 dicembre al 1° gennaio, sempre a Morelia, ci sarà la Celebrazione del 26° anniversario dall’inizio della Guerra contro l’oblio, evento che chiuderà il “combo por la vida” [5].

Il “Dicembre di resistenza e ribellione” è la dimostrazione della capacità organizzativa dell’EZLN che, lavorando nell’ombra e resistendo non solo alla pressione filogovernativa ma anche a quella dei detrattori, continua il suo virtuoso percorso di autonomia, resistenza e costruzione di un mondo che contenga molti mondi.

[1] http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2019/01/04/parole-del-ccri-cg-dellezln-ai-popoli-zapatisti-nel-25-anniversario-dellinizio-della-guerra-contro-loblio/

[2] https://frayba.org.mx/estado-mexicano-incrementa-militarizacion-a-territorios-zapatistas/

[3] http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2019/08/18/comunicato-del-comitato-clandestino-rivoluzionario-indigeno-comando-generale-dellesercito-zapatista-di-liberazione-nazionale-messico-e-abbiamo-rotto-laccerchiamento/

[4] https://www.globalproject.info/it/mondi/rompendo-laccerchiamento-autonomia-in-cammino/22334

[5] http://enlacezapatista.ezln.org.mx/2019/11/07/20983/