Francia - A Calais i migranti pregati con la forza di accamparsi altrove dopo la distruzione della “Jungle"

Centinaia di CRS hanno protetto gli operai e mezzi che hanno demolito le capanne e smontato la tendopoli della bidonville creata ai limiti della zona portuale nella primavera del 2015

29 / 2 / 2016

L'"evacuazione a scopo umanitario" decisa dal ministro dell'interno Cazeneuve, con la promessa di non fare intervenire le forze dell'ordine e i bulldozer, si è concretizzata in un'operazione militare di espulsione forzata con minacce e flashball, taglio dell'alimentazione elettrica e aggressioni a testimoni e giornalisti. In sintonia quindi con la promessa del primo ministro Valls che voleva un'azione "progressiva e senza violenza", cioé in esclusiva presenza di alcune associazioni nonché figure istituzionali e prefettizie che in queste ultime settimane esercitano una forte quanto inefficace pressione sui migranti per convincerli ad entrare nei centri di transito improvvisati rinunciando a raggiungere le loro famiglie in Inghilterra.

Alcuni attivisti solidali con i migranti che periodicamente si installano a lavorare nella bidonville sono stati allontanati prima dell'evacuazione.

Una cinquantina di furgoni della polizia e mezzi antisommossa hanno presidiato la "jungle" e filtrato l'accesso in presenza della BAC, la brigata anticriminalità mentre i migranti tentavano di proteggere i loro beni dalla distruzione e stanno cercando di installarsi nella parte della bidonville che resta  ancora provvisoriamente risparmiata dallo smantellamento.Non esiste nessuna soluzione di alloggio per centinaia di migranti nonostante la Prefettura del Pas-de-Calais insista nei successivi comunicati stampa a dichiarare generiche "soluzioni offerte" ad un numero intenzionalmente sottoestimato di migranti. Anche i migranti che accettano di salire su uno dei numerosi autobus destinati a portarli nei vari centri di permanenza temporanea (CAO, centre d'accueil et d'orientation) ritornano a Calais come è accaduto in questi ultimi mesi.

Venerdì 25 febbraio, il Tribunale di Lille aveva respinto il ricorso presentato dalle associazioni che si opponevano all'evacuazione della parte sud della bidonville, facendo eccezione per gli "spazi di vita comune": scuola, biblioteca, teatro, centro giuridico.

Ora, questa decisione lascia anche spazio ad una evidente ambiguità se questo avviene mentre si evacua l'intera zona e si radono al suolo i ripari e le abitazioni dei circa 1100/1200 migranti che fanno vivere e animano i luoghi 'salvati' dalla demolizione. Attualmente, nella zona nord, dove sono installati circa 3500/4000 migranti, non c'è spazio sufficente per accogliere gli 'sfollati' della zona sud.

Il consenso orchestrato per demolire due terzi della bidonville in due mesi, con lo scopo di costruire il campo di container che serve a concentrare i migranti e di controllare il territorio circostante all'area portuale, non ha impedito ancora una volta lo sgombero violento della "jungle" di Calais.

Immagini dal web - Sgombero Calais