Francia - Continuano le mobilitazioni di massa contro la riforma delle pensioni

13 / 2 / 2023

Sabato 11 febbraio c’è stata in Francia una nuova enorme mobilitazione contro la riforma delle pensioni portata avanti dal presidente Emmanuel Macron e dalla premier Élisabeth Borne, che prevede l’aumento dell’età pensionabile dai 62 ai 64 anni e l’estensione del periodo contributivo.

Ancora una volta sono stati superati i due milioni di persone in piazza in tutto il Paese, per la terza volta dall’inizio del 2023. Un grande successo anche l’adesione allo sciopero, che secondo i sindacati ha superato il 30% e in alcuni settori ha addirittura superato il 50%. Il settore dei trasporti è stato senza dubbio il più colpito, con l’aeroporto di Paris-Orly che è entrato letteralmente in tilt vista la cancellazione di un volo su due, sia in arrivo che in partenza. Disagi anche nel settore sanitario e in quello energetico, in cui lavoratori e lavoratrici perderanno il regime previdenziale speciale.

Sono state 190 le città nelle quali si sono tenute manifestazioni, con Parigi che ha toccato per l’ennesima volta mezzo milione di partecipanti. Sono proseguite per tutta la settimana anche le occupazioni di scuole e università: giovedì scorso la polizia ha fatto irruzione a Rennes alla "Salle de la Cité" (ex-Maison du Peuple) occupata la sera prima dagli studenti universitari. A Lione decine di persone hanno bloccato il casello autostradale di Beynost per consentire agli automobilisti di non pogare il pedaggio. Per tutta la giornata sono stati impiegati oltre 10.000 poliziotti in assetto antisommossa, 4.000 dei quali a Parigi dove c’è stato un fitto lancio di lacrimogeni e diversi focolai di scontri. Tutto sommato, le restanti manifestazioni si sono mosse in maniera abbastanza pacifica.

I sindacati hanno convocato una nuova manifestazione per il prossimo 16 febbraio, ma è soprattutto alla data del 7 marzo che si guarda, il giorno in cui la riforma sarà votata al Senato, al “blocco del Paese”, ossia a una mobilitazione di massa che si combinerà con il tentativo di generalizzare lo sciopero.

Nel frattempo il Presidente Macron e il governo francese sembrano sordi a qualsiasi tipo di protesta, incentivati anche dal blocco politico che si sta verificando all’interno dell’Assemblea Nazionale. Una delle contraddizioni principali che sono emerse in quest’ultimo mese consistono nel fatto che lo scorso 20 gennaio Macron ha annunciato il budget per le spese militari per il periodo 2024-2030, che si aggireranno attorno ai 413 miliardi di euro. Considerando che l’operazione finanziaria che sottende la riforma delle pensioni consiste proprio in un rientro del deficit, è lampante quali siano le priorità di bilancio del governo transalpino.