Francia - Perche le lotte continuano

Dopo dieci anni si torna a parlare del contratto "intermittente" in un contesto trasformato dalle risposte devastatrici della governance europea alla crisi.

26 / 6 / 2014

Scioperi, spettacoli annullati, tutela del lavoro e ministeri in fibrillazione, mediatori dell'emergenza, azioni e reazioni si succedono senza soluzione di continuità da mesi, il movimento degli "Intermittents"  sta cambiando l'estate della cultura ma anche quella del governo.

Dal 22 marzo non c'è tregua per i sindacati, per i padroni di Medef, e per il governo che dovrebbe firmare il nuovo accordo sulla tutela sociale del lavoro, Unedic. Determinati, gli itntermittenti si mobilitano dallo scorso autunno e inaugurato la stagione dei festival  con scioperi a catena ovunque in Francia. L'insieme della programmazione culturale è a rischio dal 3 giugno con il primo della serie dei tradizionali e importanti appuntamenti estivi, il Printemps des Comédiens a Montpellier, in sciopero permanente contro l'accordo Unedic.  

La minaccia del 2003 incombe, la riforma che limitava l'accesso alle garanzie professionali per i lavoratori intermittenti aveva infatti sconvolto la programmazione culturale estiva. Il Festival di Avignone era stato annullato, ma anche quelli di Aix-en-Provence, di La Rochelle e di Rennes. 

Questo precedente ha costretto il governo ad affidare ad un 'mediatore' la missione impossibile di uscire dall'impasse in cui si sono messi i sindacati e il Medef firmatari dell'accordo del 22 marzo scorso.  Il mediatore avrebbe il compito di proporre soluzioni a tutti, sindacato CGT che non ha firmato e Coordination de Intermittents e des Precaires compresi. Ma la chiave di volta secondo il governo è la specificità del regime dei lavoratori dello spettacolo, artisti e tecnici, con gli annessi 8 (tecnici) e 10 (artisti).

Il régime degli "Intermittenti" riguarda l'intero settore della cultura e dello spettacolo, audiovisivo e televisivo, cinema, musica, teatro….. ma oggi riguarda anche tutte le prestazioni salariate durante gli eventi culturali nonché il settore del turismo.

Il governo auspica una qualche ritoccata al trucco sufficiente a rendere presentabile la farsa dell'accordo che riguarda l'indennizzo di disoccupazione e la tutela sociale dell'insieme dei lavoratori precari e degli interinali. Cioè di qualche milione di lavoratori esclusi da ogni forma di garanzia sociale per i quali alla precarietà del lavoro si somma l'incertezza della copertura di disoccupazione con il rischio di essere espulsi o esclusi dall'assicurazione sociale.

Ora, il governo si dichiara "felice di aver salvato il regime degli intermittenti" che il sindacato dei padroni, Medef, intende abolire senza mezzi termini, questo grazie alle nuove regole di calcolo mentre gli Intermittenti contestano l'efficacia del nuovo dispositivo e l'abbassamento dei diritti con dati e calcoli alla mano.

Prima di tutto perché, come nel "protocollo" del 2003, l'accordo Unedic non tiene  conto di tutte le ore di lavoro, e secondo principale motivo perché con le nuove e peggiori regole l'indennità di disoccupazione diminuisce proprio per i meno tutelati e precari cioè per la metà degli aventi diritto.  Senza contare che almeno un terzo degli intermittenti verrebbe esclusa da questo contratto non raggiungendo il numero di ore necessarie (507 in 10 mesi per i tecnici e 10 e mezzo per gli artisti ) a garantire la disoccupazione.

Per questo motivo gli intermittenti e precari esigono che il ministro del Lavoro, François Rebsamen, sospenda la procedura per validare l'accordo del 22 marzo e si metta al tavolo per discutere insieme a tutti gli attori coinvolti in questa riforma. La corsa contro il tempo è iniziata per bloccare la firma del governo inizialmente prevista entro giugno.

La CGT-Spettacolo si felicita delle buone intenzioni espresse dal mediatore governativo deciso dal Ministro degli Interni Valls che vuole  "lottare contro la precarietà", e della sua dichiarata volontà di "discutere e valutare senza pregiudizi" però mantiene lo sciopero per il 4 luglio, inizio del festival di Avignone in attesa delle "proposte finali" attese entro dicembre 2014.

La Coordination des Intermittents et des Précaires invece mette avanti la spinosa questione dell'inchiesta Unedic alla quale gli esperti della commissione decisa da Valls fanno riferimento per arrivare ad un accordo condiviso e smobilitare il movimento di lotta che sta bloccando i festival.

Infatti la valutazione di impatto economico e sociale Unedic è sbagliata. O meglio, i dati sono quelli voluti dal padronato, Medef: da 24 milioni, costo dell' indennizzo disoccupazione secondo il Ministero del Lavoro a 170 milioni secondo Unedic. La guerra dei calcoli e delle cifre era iniziata già nel 2003, per questo la Coordination intende imporre la sua propria inchiesta.

D'altra parte, la sinistra all'opposizione nel 2012 aveva sostenuto indefessa le proposte alternative della Coordination des Intermittents et des Précaires. Rinnegato il passato tra cocenti sconfitte e record di astensioni al voto, nella più totale disillusione politica i socialisti di oggi si "astengono" in nome del "dialogo sociale". 

NON MERCI MONSIEUR VALLS

 http://www.cip-idf.org/article.php3?id_article=7213