Mercoledì l'Assemblea dei Deputati ha votato il testo della modifica alla costituzione

Francia - Stato d'emergenza in Costituzione

Primo risultato per la strategia del Presidente, ma continua una fase tumultuosa a livello istituzionale

10 / 2 / 2016

"Protezione della Nazione": questo il nome del disegno di legge costituzionale che ha ottenuto il primo disco verde nella seduta di mercoledì 10 febbraio. Poche righe, che non arrivano a riempire due cartelle, per aggiungere un articolo sullo stato d'emergenza e modificare quello sulla revoca della nazionalità. 

La maggioranza qualificata dei tre quinti è stata raggiunta per un soffio grazie ai numeri del PS, ma le probabilità che il senato lasci invariato il testo sono minime: la maggioranza nella camera alta è dei Républicaines di Sarkozy e gli alfieri dell'ex presidente hanno già fatto dichiarazioni inequivocabili. 

Il dibattito in aula inizierà attorno alla metà di marzo, ma molto probabilmente il testo dovrà ritornare all'esame dei deputati. Il terreno dello scontro politico dentro e soprattutto fuori dalle aule ruota attorno alla decadenza della nazionalità come pena per chi, disponendo di un altro passaporto, sia condannato in via definitiva per aver gravemente attentato alla vita della Nazione, mentre la questione dello stato d'emergenza è inspiegabilmente relegata in secondo piano. 

Le presenze dei deputati al momento del voto parlano da sole: l'articolo che renderebbe la Francia il primo Stato in cui la regola comprende l'eccezione ha raccolto 136 votanti su 577 deputati, e una serie di emendamenti a posteriori - tra cui uno del Governo - che hanno fatto ripetere il voto con esito molto simile. Chiaro segnale di disinteresse e di una discussione male organizzata e poco partecipata, come del resto tutte le sedute dedicate alla revisione costituzionale. Il quotidiano Libération ha lanciato lunedì sera un appello ai lettori perchè domandassero via Twitter ai 438 deputati assenti di spiegare dove fossero, ma sembra la sola voce pubblica a rendersi conto di quanto una materia così importante sia stata sottovalutata. 

Da notare che l'apporto di assenti più cospicuo è venuto dal gruppo dei Républicaines, che così possono rivendicare tanto il procedere della riforma e dello stato d'emergenza quanto una battaglia anti Hollande in senato, attaccandolo come colui che vuole generare apolidi. D'altra parte, il ministro dell'Economia Emmanuel Macron ha dichiarato che il dibattito sulla revoca della nazionalità ha avuto più spazio di quello che doveva avere, perché riguarda "solo chi sta per commettere o commette il peggio contro la Nazione". La revoca della nazionalità riscalda il dibattito politico molto di più della cultura del sospetto di cui anche Macron si fa portavoce, e sarà lo stesso Hollande a spiegarla questa sera nei telegiornali serali dei primi due canali francesi. Il presidente risponderà a domande solo su questo punto della riforma costituzionale e sul rimpasto di governo e cariche istituzionali, resosi necessario dopo le dimissioni del guardasigilli Taubira, in aperta polemica con Presidente e governo proprio sulla questione della nazionalità.

Nell'attesa della discussione in Senato Hollande sta affrontando uno dei momenti più complessi del suo mandato, la sua popolarità è risalita grazie alla gestione forte della sicurezza dopo gli attentati del 13 novembre ma i punti cardine dello scacchiere politico francese sono in continua ridefinizione.

Il modello formale di ciò che chiamiamo democrazia occidentale è nato in Francia, ieri a Parigi è iniziato nel silenzio un percorso che potrebbe portare allo stravolgimento completo di questo schema di potere avviandolo definitivamente sul viale del tramonto. Al momento, tanto la sinistra istituzionale più radicale quanto i movimenti non danno segnali.