Gaza, comincia la tregua di 72 ore esercito israeliano fuori dalla striscia

Non si riesce a tenere più il conto dei morti diplomazie inerti ancora scontri e uccisioni

di Bz
5 / 8 / 2014

Aggiornamento 5 Agosto

Nella serata di ieri le fazioni armate palestinesi e Israele hanno trovato una intesa per un cessate il fuoco di 3 giorni iniziato stamane alle ore 7 italiane.

Ieri ennesimo bagno di sangue: almeno 50 gazawi sono stati uccisi negli attacchi israeliani. Sono più di 1.800 i palestinesi morti dall’inizio dell’operazione israeliana “Bordo Protettivo”.

Tensione altissima a Gerusalemme dove a fineserata si condano due morti.

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Aggiornamento 4 Agosto

L’esercito israeliano nella notte ha confermato la morte del militare dato per rapito. Il soldato è stato ucciso venerdì nella zona di Rafah,  Tel Aviv aveva accusato Hamas di averlo catturato. Il movimento islamico ha dichiarato di non sentirsi vincolato dal ritiro unilaterale israeliano.

Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha definito “criminale” il bombardamento della scuola Unrwa di Rafah, colpita dalle bombe israeliane. Nella scuola avevano trovato rifugio 3mila persone: almeno 10 i morti, 50 i feriti.

Continuano i raid dell’aviazione su Rafah, Gaza City e Jabaliya. Oltre 1732 morti e più di 9200 feriti

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Aggiornamento 2 e 3 Agosto

Quelli che avrebbero dovuto essere i primi due di tre giorni di tregua sono durati meno di 4 ore), il numero dei morti ha superato le 1.600 persone, quasi 9mila i feriti. Tra le vittime, ancora due paramedici morti nel bombardamento della propria ambulanza, facendo salire a 16 il numero dei dipendenti sanitari uccisi in questa operazione, giunta ormail al suo 26esimo giorno. Bombe ieri su Rafah, Shajaiye, Beit Hanoun, Gaza City, Khan Younis, da nord a sud. 

L'attenzione dei media e delle diplomazia mondiali resta dedicato al presunto soldato rapito. Nella serata l'esercito israeliano ha cominciato un lento ritiro da Gaza mentre il premier israeliano Netanyahu ha detto che l’esercito sta continuando l’operazione per la distruzione di tutti i tunnel di Hamas.

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Aggiornamento 1 Agosto

Ieri sera era arrivato l'annuncio di una tregua.

Ma il tutto è durato gran poco. Tra dichiarazioni reciproche di colpa, oggi tutto è di nuovo ricominciato. Sono ripartiti bombardamenti e razzi. 

Decine di persone sono state uccise in un attacco israeliano nella zona di Rafah, le bombe hanno colpito l'ospedale della città Abu Yussuf al-Najar.

Israele ha accusato Hamas della morte di due soldati e del rapimento di un ufficiale della brigata di fanteria Ghivati, Hadar Goldin, 23 anni, di cui chiede ad Hamas l'immediato rilascio.

Dietro l'incessante numero dei morti una situazione che non sembra avere via d'uscita su cui si allungano le ombre macabre di tanti attori locali ed internazionali che come spiega Zvi Schuldiner nell'articolo che abbiamo ripreso oggi dal Manifesto, rendono sempre più difficile uno stop alla guerra.

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Aggiornamento 31 luglio

Diventa quasi impossibile seguire il numero degli attacchi e delle morti che su susseguono nella prigione a cielo aperto più grande del mondo.

Ieri il bombardamento del mercato e della scuola dell'Unrwa. L'intera striscia è zona di guerra.

Continuano anche a volare i razzi in partenza da Gaza e dentro Hamas si evidenzia da una parte l'ala cosidetta politica disposta a cercare una uscita alla crisi insieme al resto delle organizzazioni palestinesi e l'ala militare che sembra avere il sopravvento guidata da Mohamemed Deif che pensa che "le sofferenze della popolazione di Gaza sono un prezzo da pagare per la vittoria finale" come racconta oggi nel suo articolo su Il Manifesto Michele Giorgio. Da un lato Hamas dall'altro Israele che continua con i bombardamenti, intorno gli attori della geopolitica dell'area e del MedioOriente e dei mutati scenari internazionali.

A pagare il prezzo umano di vite strangolate da interessi, che non tengono in nessun conto le vite umane, sono le migliaia di uomini e donne e bambini, la popolazione civile della prigione maledetta di Gaza.

Aggiornamento 30 luglio

Sempre più alto il numero dei civili morti a Gaza, tra cui molti bambini. 

In mattinata nuovi attacchi, mentre al Cairo le fazioni palestinesi discutono la tregua ma Hamas vuole garanzie.

Stamattina a Jabaliya missili israeliani hanno centrato uno dei rifugi per gli sfollati di Gaza. Oltre 1.200 le vittime dall’inizio dell’operazione. Al Cairo le fazioni palestinesi discutono di tregua, ma Hamas vuole garanzie. - See more at: http://nena-news.it/gaza-colpita-ancora-una-scuola-dellunrwa-15-morti/#sthash.FhyMjRYE.dpuf

Aggiornamento 28 luglio 22°giorno di guerra.

E' stata una giornata convulsa tra una tregua non dichiarata formalmente ma concessa dall'esercito israeliano e sue violazione, prima con lanci di missili da parte di Hamas e poi con bombardamenti aerei di Israele. Una situazione convulsa che ha creato ancora, se mai è possibile, maggiori pericoli per la popolazione di Gaza, che voleva santificare la festa di fine Ramadan.

Così una incursione di miliziani palestinesi ha attaccato un khibuz in territorio israeliano, passndo le linee per un qualche tunnel, e nello scontro a fuoco sono rimasti uccisi 5 soldati e anche tutti i miliziani; così un razzo Qassan ha colpito un obiettivo civile israeliano causando, sembra, la morte di 3 coloni e il ferimento di molti altri.

La reazione dell'aviazione israeliana non è stata chirurgica: con diversi raid ha colpito ospedali e abitazioni civili a Gaza e in altre località della striscia, con lo strascico di molte morti di civili in specie donne e bambini; all'alba di oggi 29 luglio, 23° giorno di guerra, si segnalano nuovi pesanti bombardamenti con 25 vittime, tra cui la distruzine della casa del attuale 'responsabile' di Hamas, portando la contabilità delle morti a 1110 palestinesi contro 55 israeliani.

Ieri è intervenuto per la prima volta dall' inizio dell'invasione la guida suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, ha definito oggi Israele un "cane rabbioso" che sta commettendo un "genocidio" a Gaza, affermando che il mondo islamico deve "armare" i palestinesi per sotenere la resistenza; intervento che segnala il raffreddamento delle relazioni con gli USA dopo le aperture seguite all'offensiva delle milizie ISIS in Iraq e Siria, con la costituzione del Nuovo Califfato.

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Il numero delle vittime e di chi cerca di fuggire è sempre più alto, mentre non si contano le abitazioni e le strutture distrutte. Una operazione militare di distruzione che colpisce la popolazione civile della più grande prigione a cielo aperto del mondo. In allegato la lettera di Nurid Peled El Hanan, docente all'Università di Gerusalemme, premio Sacarov del Parlamento Europeo, con l'invito a boycottare e sanzionare gli interessi economici di Israele, inviata ai movimenti e allo stesso parlamento europeo.


Aggiornamento 27 luglio 21°giorno di guerra.

Fragile ed instabile la cosidetta tregua su Gaza.

In mattinata giunge la notizia di un raid israeliano a Jabaliya, in cui un bambino di 4 anni è morto ed altri sono feriti, mentre le brigate al-Qassam annunciano l’uccisione di due soldati israeliani e il ferimento di altri sempre nella stessa zona .

I vari attori locali ed internazionali intanto continuano a fare le proprie mosse nello scacchiere degli incontri: Abu Mazen sta andando in Arabia mentre il portavoce di Hamas fa sapere che l'Egitto presenterà una nuova bozza di tregua.

Nella notte il Consiglio di sicurezza dell'Onu con una votazione all'unanimità chiede "un cessate il fuoco immediato e senza condizioni"e  di rispettare "il diritto umanitario internazionale, in particolare quello riguardante la protezione dei civili". Nella dichiarazione è inserito anche il punto riguardante la necessità di fornire immediatamente assistenza umanitaria alla popolazione palestinese nella Striscia.


Aggiornamento 26 luglio, 20°giorno di guerra.

Un controverso prolungamento della tregua è in corso oggi nella striscia di Gaza, nonostante che ieri sera vi sia stato un lancio di missili da parte di Hamas verso il territorio israeliano, una 'dimostrazione' di buona volontà da parte di Israele nei confronti delle pressioni internazionali che si sono fatte più forti dopo la strage nella scuola usata dall'UNRWA come centro di smistamento per i profughi della popolazione residente nella fascia di quartieri e villaggi a ridosso del confine [fino a 3 km si estende la zona di sicurezza che l'esercito ritiene strategica per la sicurezza di Israele].

Anche l'Unione europea - in gravissimo ritardo - ha rivolto un appello per "un'inchiesta rapida" sui bombardamenti israeliani contro la scuola dell'Unrwa (l'ente per i profughi), che ha provocato 16 morti e 200 feriti, facendo seguito alla risoluzione del gabinetto dell'Onu per l'istituzione di una commissione di inchiesta per crimini di guerra.

Va sottolineato come le opposizioni politiche nel parlamento europeo, pur presenti e rlevanti a livello europeo, siano pesantemente assenti nel produrre iniziative per la pace.

Israele ha ribadito: anche in presenza di una sospensione del conflitto, non rinuncera' a individuare e distruggere i tunnel ''del terrore'' che da Gaza minacciano lo stato ebraico. Parigi, dopo ieri il Cairo, e' stato il centro degli sforzi diplomatici con il vertice dei responsabili esteri dei paesi piu' coinvolti, a partire dal segretario di Stato Usa John Kerry.

L'incontro è stato molto utile per fare il punto della situazione e coordinare gli sforzi per giungere a un'estensione del cessate il fuoco sostenibile nel lungo periodo''. La tregua di 12 ore, poi prolungata - cominciata ieri alle 8 ora locale - ha dato un po' di sollievo, in vista anche della fine del Ramadan, alla popolazione di Gaza.

La gente di Sajaya (circa 50mila abitanti) - proprio a ridosso con il confine israeliano e da dove, secondo il portavoce militare sono stati lanciati circa 140 razzi - e' tornata nel proprio quartiere colpito in modo pesante nei giorni passati. La sensazione - hanno raccontato fonti locali - e' stata quella di trovarsi in una zona colpita da un sisma. Nell'aria - hanno aggiunto - si respirava la morte: decine di corpi in decomposizione (oltre 80, secondo fonti palestinesi) sarebbero stati recuperati sotto le macerie nel corso della mattinata. In tutti i visitatori prevaleva una sensazione di shock. In un'altra cittadina della Striscia, a Khan Younis, 22 persone della stessa famiglia sarebbero perite in un bombardamento prima dell'entrata in vigore della tregua.

Gli sfollati in tutto -secondo l'Unrwa - sarebbero circa 180mila. Israele - nelle ore di tregua - ha perso altri tre soldati con un totale tra i militari di 40 morti, piu' tre civili. I feriti tra i soldati sono, secondo il portavoce militare, 138, di cui alcuni gravi. Quelli palestinesi sono più di mille.

In Cisgiordania, dopo gli incidenti in manifestazioni contro la guerra della scorsa notte in cui sono stati uccisi due giovani palestinesi, oggi la situazione e' apparsa finora calma. A Tel Aviv in serata si e' svolta una manifestazione di protesta contro la guerra nella centralissima Piazza Rabin, mentre dall'altra parte della piazza si sono ritrovati i sostenitori dell'operazione.

Aggiornamento 25 luglio, 19°giorno di guerra.

Dopo che per tutto il giorno erano rimbalzati i rifiuti di una tregua prolungata, le agenzie riferivano che Ban Ki Mon e lo stesso John Kerry avevano proposto una sospensione dei combattimenti di 7 giorni per permettere di tamponare l'allarme umanitario nella striscia di Gaza, finalmente Israele ha accolto di fermare le sue operazioni per 12 ore, a partire dalle ore 7 di oggi, fino alle 19.

Israele ha motivato il suo rifiuto di una tregua settimanale, indicando le violazione di Hamas in occasioni delle precedenti brevi tregue concesse, che avrebbero permesso di riorganizzare le fila della resistenza, ma con tutta evidenza Israele conta di dare una pesantissima ridimensionata a tuuto l'apparato militare e logistico dei miliziani islamici che negli ultimi giorni hanno ridotto le proprie attività, concentrandosi sui lanci di missili a lunga gittata che hanno costretto alla chiusura dell'aereoporto di Tel Aviv. Ieri sono ripresi i voli intercontinentali. L'obiettivo ufficialmente dichiarato è la bonifica di una fascia lungo il confine larga 3 km, metro più o metro meno la metà della larghezza della striscia, dentro questi 3 km ci sono insediamenti urbani, cittadine, quartieri dove risiedono quasi mezzo milione di palestinese, tutta popolazione che dovrebbe sgombrare l'area, profughi ed evacuati, secondo l'UNWA dell'Onu raggiungono ad ora la cifra di 180.000 perrsone.

Mentre diventa operativa la commissione di inchiesta per crimini di guerra, deliberata dall'Onu, l'Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato un appello per l'apertura di un corridoio umanitario a Gaza per consentire agli operatori di evacuare i feriti e far giungere farmaci salvavita nella Striscia. Il corridoio dovrebbe inoltre garantire il passaggio dei pazienti ai valichi e l'uscita da Gaza per ricevere cure mediche, ha spiegato a Ginevra il portavoce dell'Oms Paul Garwood. In una nota, l'Oms si dice "estremamente preoccupata" per la sofferenza umana ed il deterioramento delle condizioni a Gaza

Medici Senza Frontiere denuncia che i feriti bambini ricoverati negli ospedali muoiono per la difficoltà di prestare le cure adeguate ma anche per una grande debolezza psico fisica che si coniuga con la gravità delle feriete.

l bilancio delle vittime supera gli 800 morti dall'inizio dell'operazione israeliana nella striscia di Gaza. Fonti palestinesi hanno detto che circa 24 palestinesi sono morti da mezzanotte scorsa nella Striscia sotto gli attacchi dell'esercito israeliano. Ashraf al-Qudra, portavoce del ministro della sanita' palestinese - citato dalla agenzia palestinese Mann - ha detto che il bilancio complessivo e' oramai di 823 morti e 5.240 feriti.


Aggiornamento 24 luglio, 18°giorno di guerra.

Una scuola dell'Onu piena di profughi palestinesi è stata centrata durante combattimenti a Beit Hanun, nel nord della Striscia: 17 morti (molte donne e bambini) e circa 100 feriti, compresi membri dello staff delle Nazioni Unite. La strage è stata provocata da colpi di artiglieria sparati dall'esercito israeliano, secondo la stessa Onu e Hamas  ha segnato la guerra che continua a mietere vittime senza che nessuno sia riuscito al momento a fermare.

Le stesse speranze di tregua che erano circolate ieri, sono state smentite dalle dichiarazioni israeliane che esplicitamente fanno riferimento alle impossibità di accettare le richieste preliminari di Hamas, in particolare quelle di lascire liberi i punti di accesso a Gaza, che sono blindati dall'esercito israeliano e hanno trasformato la striscia in una prigione a cielo aperto con 2 milioni di prigionieri.

Ban Ki Moon si è detto "sconvolto dalla notizia dell'attacco alla scuola", ha ribadito "che tutte le parti devono rispettare i loro obblighi in base al diritto umanitario internazionale" e che i combattimenti "devono cessare ora", per questo oggi sarà al Cairo per sostenere l'ipotesi di una tregua.

La possibilità concrete sono quelle in un cessate il fuoco prolungato che permetta di portare medicinali e cibo alle popolazioni, che sono stremate, fonti ufficiali indicano che i profughi senza tetto siano oltre 150.000.

La guerra presenta il tragico bilancio di vittime: oltre 760 morti e più di 4mila feriti e una condizione umanitaria catastrofica. E sia la Croce Rossa sia l'Unicef hanno lanciato una campagna per la raccolta di fondi. I soldati israeliani rimasti sul campo sono 32, mentre i razzi seguitano a cadere su Israele, Tel Aviv compresa, dove i voli sull'aeroporto Ben Gurion sono però ripresi.



Aggiornamento 24 luglio, 17°giorno di guerra.

Le compagnie aeree hanno chiuso per 48 ore i voli su Israele non considerando sicuro lo scalo di Tel Aviv, questo è il risultato concreto che ha ottenuto Hamas con il lancio di migliaia di missili Qassam, facendo pagare un prezzo pesantissimo alla popolazione palestinese di Gaza.
Ora il portavoce in Qatar del governo di Gaza fa sapere di una disponibilità di Hamas ad accettare una tregua, vincolata alla rimozione del blocco israeliano agli ingressi a Gaza, un ripescaggio della proposta di accordo avanzata dal Egitto.
Nel frattempo il consiglio dell'Onu per i diritti umani ha approvato a Ginevra una risoluzione che chiede una commissione di inchiesta internazionale per condurre un'indagine su tutte le violazioni nella Striscia di Gaza. Il testo e' stato approvato dai 47 paesi membri. Il testo è stato approvato con 29 voti a favore, uno contrario (quello degli Stati Uniti) e 17 astensioni (tra le quali quella dell'Italia e di altri Paesi europei). La Russia ha votato a favore. Israele, che ha denunciato il testo, non figura tra i 47 Paesi membri. La risoluzione condanna con forza le "vaste, sistematiche e flagranti violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali derivanti dall'operazione militare israeliana nei Territori palestinesi occupati dal 13 giugno" ed in particolare il "recente assalto nella Striscia di Gaza" e chiede l'invio urgente di una commissione di inchiesta. La commissione, che dovrà essere nominata dal presidente del Consiglio dei diritti umani, dovrà indagare su "tutte le violazioni", in particolare nella Strisca di Gaza, nel contesto delle operazioni militari condotte dal 13 giugno.
682 morti e 4250 feriti sono il bilancio aggiornato delle vittime palestinesi colpite dal fuoco israeliano nei combattimenti a Gaza secondo la agenzia di stampa palestinese al-Ray, vicina a Hamas.
Ieri la cantante israeliana Noa ha annuncito che le è stato cancellato il concerto in Italia organizzato a Milano da una associazione italo - israeliano, dopo che aveva dichiarato alle agenzie "Ho incontrato Abu Mazen a Ramallah. Credo che il leader palestinese voglia veramente la pace con Israele, ma purtroppo non posso dire lo stesso del mio premier". Già da tempo Noa è vittima di ostracismo in Israele per le sue posizioni contro l'ampiamento delle colonie e le scelte guerrafondaie di Nethaniau.

Aggiornamento 23 luglio.
Cresce anche il bilancio complessivo delle vittime: 605 morti e 3.700 feriti palestinesi a Gaza del fuoco israeliano, secondo l'agenzia di stampa palestinese al-Ray, vicina a Hamas.
Israele ha respinto, oggi, la richiesta dell'inviato dell'Onu in Medio Oriente Robert Serry di una tregua umanitaria nella Striscia di Gaza.
Mentre ieri Abu Mazen, John Kerry, Ban Ki Mon facevano la spola tra una capitale e l'altra del Medio Oriente alla ricerca di una base di accordo su cui innestare la trattativa di tregua, sono filtrate indiscrezioni da fonti israeliane che sottolineano come l'esercito necessiti ancora almeno 3 giorni di occupazione e di offensiva per portare a termine l'operazione 'margine operativo' che ha l'obiettivo di smantellare le infrastrutture logistiche di Hamas per ridurne il potenziale offensivo per alcuni anni.

In fuga dai bombardamenti, molte migliaia di abitanti dei rioni di Sheikh Zayed e di Tel Zaatar, a nord di Gaza, sono fuggiti nella notte dalle loro abitazioni. Fonti giornalistiche locali stimano che a Gaza gli sfollati siano 135 mila, 90 mila dei quali ospiti dell'Unrwa, l'ente dell'Onu per i profughi. Nel giro di poche ore, i rioni di Sheikh Zayed e Tel Zaatar si sono svuotati, riferiscono testimoni sul posto, mentre i combattimenti si avvicinano al campo profughi di Jabalya, dove abitano 70 mila persone. Nel frattempo l'Unrwa ha annunciato di non poter piu' sfamare le decine di migliaia di persone che in questi giorni ha accolto nelle proprie strutture nella Striscia

Save the Cildren nei territori occupati palestinesi, scrive di ''disperato bisogno di una pausa umanitaria" che consenta l'attività degli operatori delle organizzazioni presenti nell'area. ''L'elettricità è disponibile per meno di tre ore al giorno. Senza elettricità le pompe dell'acqua non funzionano e questo contribuisce alla carenza d'acqua. I bambini risentono dei continui bombardamenti, hanno incubi e non dormono. C'è un urgente bisogno di medicine, i bambini necessitano di supporto psicologico e di attività che li aiutino a recuperare un livello minimo di normalità. Anche le scorte di cibo si stanno esaurendo, ma abbiamo fiducia che sia presto permesso l'arrivo di altre forniture. Ciò di cui c'è un disperato bisogno è una pausa umanitaria, un periodo durante il giorno nel quale gli operatori umanitari possano lavorare in sicurezza per aiutare gli sfollati e le famiglie colpite''.

Aggiornamento 22 luglio.

15° giorno di guerra:
secondo fonti palestinesi sono 583 i morti causati dai bombardamenti e dagli scontri a fuoco e 3640 i feriti; l'esercito israeliano, dall'inizio dell'operazione terrestre a Gaza,  ha detto di aver colpito 1.388 obiettivi e di aver ucciso 183 ''terroristi''. Nel corso dell'operazione son stati scoperti - secondo il portavoce militare - 66 imbocchi di tunnel nascosti, di cui 23 ''costruiti per lanciare attacchi terroristici su Israele''. Due soldati israeliani sono rimasti uccisi nei combattimenti nella Striscia di Gaza, portando a 27 il bilancio dei militari morti dall'inizio dell'offensiva contro Hamas. Nelle operazioni miltari di ieri uno degli eventi più tragici è stato un colpo di artiglieria israeliano che ha centrato l'ospedale Al-Aqsa, nella parte centrale della Striscia, che ha causato quattro morti e reso inagibile un'ala dell'ospedale più importante di Gaza.

La rete d'appoggio internazionale di Hamas fa la voce grossa: gli Hezbollah del Libano, al governo del paese, quelli attivi in Siria e la Fratellanza mussulmana hanno annunciato di scendere in campo a sostegno dei fratelli palestinesi; ciò può significare offensive di miliziani dai confini esterni.

L'Europa istituzionale non riesce a produrre alcunchè di significativo, quella dei partiti neppure, quella dei movimenti non è presa in considerazione. Oggi è in Israele John Kerry per favorire un cessate il fuoco mentre le trattative in Qatar di Abu Mazen sembrano bloccate dal rifiuto di considerare quale base di partenza la proposta egiziana, considerta da Hamas un cavallo di troia degli interessi sionisti. Il protetorato Onu sulla striscia di Gaza e la creazione di una 'no man land' lungo i confini, per ora, sono esclusi.

Aggiornamento 21 luglio.

Una domenica di sangue segna il terzo giorno dell'offensiva israeliana nella Striscia: oltre 140 palestinesi sono morti oggi, per un totale complessivo di oltre 500 vittime e più di 3000 feriti dall'inizio del conflitto. L'evento più tragico a Sajaya, popoloso rione a ridosso di Gaza City, dove sotto i bombardamenti israeliani sono morti, secondo fonti locali, oltre 60 persone, di cui 17 bambini e 14 donne.

Israele ha dichiarato la perdita di 13 soldati nelle operazioni, per un totale di 18 morti dall'inizio dell'invasione, ha respinto le accuse di strage, rivoltegli dal mondo arabo, sostenendo che da quella zona della Striscia sono partiti 140 razzi verso lo Stato ebraico, lo stesso Netanyahu si è scagliato contro Hamas che ha accusato di usare "i suoi civili per proteggere i suoi missili, come scudi umani".

Le trattative per trovare una soluzione al massacro, promosse da Abu Mazen e Ban Ki Mon si sono arenate nelle sabbie del Qatar: ormai è evidente che un forte indebolimento di Hamas - la sua distruzione è impossibile, stante il suo radicamento specialmente nelle fasce più povere della popolazione di Gaza, sopratutto per le forme di welfare che ha grantito e garantisce - è nei desiderata di tutte le forze che interagiscono nel quadrante mediorientale, quante morti servano è assolutamente secondario, ininfluente.

Intanto la situazione umanitaria nella Striscia è al collasso: l'organizzazione dei rifugiati dell'Onu Unrwa ha riferito di 62mila sfollati a Gaza (ma fonti locali parlano di 80mila) che hanno trovato posto in 49 scuole dell'agenzia. Un asilo della cooperazione italiana - denuncia la ong 'Vento di terra' - è stato "raso al suolo" dall'esercito israeliano (vedi il sito).

Aggiornamento 20 luglio.


Mentre Mahmud Abbas, ovvero Abu Mazen, cerca di ottenere il sostegno internazionale per una tregua dignitosa anche per Hamas, volando dai padrini politico finanziari di questa organizzazione islamista, il Qatar e Arabia Saudita, dopo essere stato in Turchia, dove ha incontrato anche delegati iraniani, i miliziani di Hamas rivendicano l'uccisione di una pattuglia israeliana mentre continua imperterrito il rastrellamento dell'esercito invasore delle aree a ridosso del confine.

Le parti combattenti proclamano i loro successi di guerra o di resistenza mentrte l'emergenza umanitaria è drammatica: manca acqua, pane, medicinali, gasolio: siamo sull'orlo di un precipizio di enormi proporzioni, da cui sarà difficile uscire per il dolore e la rabbia che questi 13 giorni di guerra hanno provocato e provocheranno. Umiliana Grifoni di Oxfam, ong che si batte contro la povertà, racconta con forte preoccupazione dei pesanti bombardamenti in corso, sia via terra che via mare, dell’operazione di terra, che aggrava la crisi umanitaria, solo da ieri sera, altri 27 morti tra la popolazione civile palestinese, bambini inclusi, ed altre abitazioni ed infrastrutture distrutte o danneggiate, inclusi ospedali. Questi hanno sempre più difficoltà ad operare sia per la carenza di medicine e gasolio per far funzionare i generatori che per la stanchezza del personale impegnato oramai da 12 giorni a fare fronte all’emergenza.

Questa la drammatica contabilità che viene riportata dal loro sito:
3.844 attacchi israeliani negli ultimi dieci giorni: di cui 2.403 attacchi aerei, 733 bombardamenti navali e 708 attacchi di artiglieria, che hanno provocato sino ad ora 270 morti palestinesi, almeno 27 dall’inizio dell’attacco israeliano via terra, e oltre 2.000 feriti, inoltre 263 case totalmente distrutte; 1.494 danneggiate e gravi danneggiamenti all’ospedale geriatrico dì Al Wafa ed all’Ospedale Europeo di Rafah. -

Aggiornamento 19 luglio.

Israele è nella Striscia di Gaza e i suoi carriarmati avanzano, con la copertura dei raids aerei e dell'artiglieria che spiano loro la strada, anche se per ora, l'invasione si limita a pochi chilometri attorno ai confini: perché l'invasione è soprattutto una caccia ai tunnel di Hamas. Lo ha ribadito Benyamin Netanyahu: quello è l'obiettivo immediato. Ma se sul campo si riscontrassero particolari resistenze o nuove condizioni di pericolo per la popolazione di Israele, l'ordine impartito all'esercito - ha spiegato - "è di tenersi pronto ad una possibile estensione significativa dell'operazione".

Prosegue anche la strage di intere famiglie, sterminate dai tiri dei carri armati. L'ingresso nella Striscia - le truppe sono accompagnate dalla costante azione dell'artiglieria - ha provocato, secondo fonti mediche palestinesi, almeno 51 morti (il totale dall'inizio è oltre 300, 2.200 feriti). Anche un soldato israeliano è deceduto: sulla sua morte è stata aperta un'inchiesta nella possibilità che sia stata causata da fuoco amico.

Vergognosamente è assente qualsiasi forte voce critica dell'invasione  della comunità internazionale , con Obama e Merkel che difendono il diritto alla difesa preventiva di Israele. Vanno segnalati gli scazi tra Egitto e Turchia in relazione alle sotterranee trattative in corso tra esponenti all'estero di Hamas, l'Autorità palestinese, Organismi internazionali e lo stesso Israele, con accuse reciproche di doppio giochismo e di tradimento della causa palestinese. Il tutto mentre la popolazione civile di Gaza è allo stremo, con grandissime difficoltà negli approvigionamenti di acqua e cibo, con l'impossibilità di dare cure adeguate alle migliaia di feriti, con indicativamente 100.000 persone sfollate e rimaste senza abitazioni agibili.

Aggiornamento 18 luglio.

La tregua è durata solo 6 ore, subito allo scadere interrotta da una salva di missili Qasam, intercettati o caduti senza danni se non la paura degli allarmi che hanno risuonato a lungo; così riportano le agenzie stampa.

A sera inoltrata l'esercito israeliano ha rotto i confini e datao inizio all'invasione nei territori del nord di Gaza.

L'operazione è diretta alla distruzione delle infrastrutture di Hamas che consentono il lancio dei missili, alla distruzione dei tunnel che consentono ai miliziani di infiltrarsi in Israele e portare attacchi, questo secondo le dichiarazione diramate dal portavoce dell'esercito israeliano.

"La nuova fase - ha detto il portavoce militare - segue dieci giorni di attacchi ad Israele via terra, via aria e mare".Le forze israeliane hanno lanciato una vasta operazione di terra all'interno della Striscia di Gaza controllata da HamasTruppe e tank israeliani sono penetrati in diverse aree ma l'obiettivo di Israele, riferisce il portavoce militare, "non è quello di rovesciare Hamas", il quale ha anche specificato che "una nuova fase dell'operazione 'Margine protettivo' è cominciata". E' l'area nord di Gaza in particolare ad essere sotto attacco da parte dell'esercito israeliano.

Aggiornamento 17 luglio.

E' iniziata, su iniziativa dell'ONU, a Gaza una sospensione umanitaria delle ostilità di cinque ore e accettata da Israele e da Hamas per consentire alla popolazione di rifornirsi di vitto e medicine.

Il bilancio dei morti nella Striscia è salito: 227 i palestinesi rimasti uccisi e 1685 i feriti, secondo quanto rende noto l'agenzia di stampa al-Ray, vicina ad Hamas.

L'Autorita Palestinese, nella persona del presidente Abbas, sta cercando una via d'uscita per permettere una tregua che sia effettiva, oggi incontrerà in Turchia esponenti di Hamas, per verificarne la disponibilità.
Hamas chie­de­rebbe, per dar luogo alla tregua, un deciso allen­ta­mento dell’assedio: allon­ta­na­mento dal con­fine dei vei­coli mili­tari israe­liani e ricon­se­gna della buf­fer zone ai con­ta­dini pale­sti­nesi; ria­per­tura dei vali­chi di fron­tiera, sia per i resi­denti che per l’ingresso di mate­riali da costru­zione e mate­riali neces­sari all’impianto elet­trico; aper­tura del porto e dell’aeroporto sotto la super­vi­sione Onu; defi­ni­zione del limite delle acque ter­ri­to­riali a 6 miglia nau­ti­che, entro le quali i pesca­tori siano liberi di pescare; aper­tura di Rafah sotto la super­vi­sione inter­na­zio­nale e rico­stru­zione della zona industriale.

Nel frattempo un commando di Hamas, penetrato attraverso un tunnel in Israele, per effettuare un'attacco a sorpresa in un Kibuz, è stato intercettato, dando luogo a una lunga sparatoria, con molti morti e feriti.

Aggiornamento 16 luglio.

Hamas, dichiarando irricevibile la proposta di tregua avanzata dall'Egitto di al Sisi, ponendo i propri interessi politici di egemonia aldisopra di qualsiasi logica di difesa della popolazione palestinese, ha rigettato la possibilità di uno stop ai bombardamenti. La risposta israeliana non si è fatta attendere, già nel pomeriggio di ieri sono ricominciate le incursioni aeree nella striscia.
Il bilancio dei raid su Gaza, al nono giorno dell'offensiva israeliana, porta a 205 il numero delle vittime palestinesi, di cui 24 donne e 39 tra bambini e adolescenti. Lo riferiscono fonti palestinesi precisando che i feriti sono oltre 1500. In Israele ieri si e' avuta una prima vittima. Bombardamenti nella notte hanno ucciso almeno 5 persone. Colpite anche le abitazioni di 3 leader di Hamas. Israele ha chiesto a 100.000 civili di lasciare le proprie case dalle 7 di stamani, secondo fonti di agenzia, messaggi vocali sono stati diffusi in particolare per il quartiere orientale di Shuja'iyya: i residenti sono stati chiamati ad "evacuare nell'interesse della loro sicurezza". Nuovi raid aerei sarebbe dunque previsti in mattinata sulla zona. L'esercito israeliano dà notizia intanto di aver compiuto un attacco contro l'abitazione di Fathi Hamad, ex ministro dell'Interno di Hamas a Gaza.

Oggi è indetta una prima giornata di mobilitazione per la pace in molte città italiane mentre anche a livello europeo si sono date delle manifestazioni di protesta contro l'agressione israeliana.

Aggiornamento 15 luglio.
Il bilancio delle vittime continua a salire: sono almeno 194 i palestinesi rimasti uccisi a Gaza nei combattimenti con Israele, dopo un'ulteriore nottata di raid in cui altre 7 persone hanno perso la vita. I feriti sono stimati in circa 1400.

La scorsa notte l'Egitto ha avnzato una proposta di tregua al governo israeliano e a Hamas, di cui non si conoscono i termini. Il governo israeliano ha deciso di accettare l'iniziativa egiziana per un cessate il fuoco, che inizi stamattina alle 9 (le 8 in Italia). Lo ha reso noto lo stesso governo con un comunicato stampa. Hamas e il suo braccio armato - la cui diffidenza nei confronti dell'Egitto di al Sisi è dichiarata, considerandolo un traditore della causa palestinese e un persecutore dei veri islamisti - rifiutano la tregua. "Se il contenuto di questa proposta è quel che sembra, si tratterebbe di una resa e noi la rigettiamo senza appello", affermano le Brigate in un comunicato. "La nostra battaglia contro il nemico si intensificherà", aggiungono.

Aggiornamento 14 luglio

Da Gaza arriva una presa di posizione di un gruppo di cooperanti italiani che denunciano: "l'attacco israeliano armato indiscriminato verso una popolazione che non ha rifugi, posti sicuri o possibilità di fuga. Una popolazione strangolata economicamente e assediata fisicamente, rinchiusa in una prigione a cielo aperto."

Nella lettera ancora una voltai cooperanti si dicono "esterrefatti perché continuiamo a leggere articoli di giornale che a nostro avviso non rispecchiano la realtà. Non raccontano lo squilibrio tra una forza occupante e una popolazione occupata. Enfatizzano la paura israeliana dei razzi lanciati da Gaza, che condanniamo ma che, fortunatamente, non hanno procurato morti e riducono a semplici numeri le oltre 100 vite spezzate a causa dei bombardamenti Israeliani in meno di tre giorni."

Vai alla lettera integrale dei cooperanti italiani

L’operazione israeliana “Barriera Protettiva” è entrata nel settimo giorno. Finora sono 172 i palestinesi uccisi e oltre 1230 feriti. Secondo il Palestinian Center for Human Rights, 130 sarebbero civili, tra cui 35 bambini e 26 donne. Oltre 17 mila persone, tra cui gli sfollati di Beit Lahiya che ieri hanno lasciato le loro case sotto minaccia di bombardamento da parte dell’aviazione israeliana, si sono rifugiate nei centri dell’Unrwa presenti in tutta la Striscia. Precipita anche la situazione sanitaria, con la penuria di medicine e di attrezzature dovute all’assedio imposto a Gaza da Israele.

Sono continuati anche nella notte i raid israeliani, soprattutto nella zona di Deir al-Balah, Beit Lahiya e Khan Younis, dove 3 persone sono rimaste uccise: i militari di Tel Aviv hanno riferito di aver colpito “42 obiettivi”.  Ieri mattina è entrata in gioco anche la marina militare israeliana, con un commando che ha tentato di entrare a nord di Gaza ma è stato respinto da Hamas dopo uno scontro a fuoco. L’invasione di terra sembra sempre più vicina, anche se non ancora confermata, soprattutto dopo la riunione di ieri dell’esecutivo israeliano: dei 48 mila riservisti autorizzati dal governo, 42 mila sono stati chiamati.

Continua anche il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza: per la prima volta Israele da notizia dell'abbatimento di un drone da bombardamento lanciato da Gaza.

Niente di nuovo circa i tentativi della comunità internazionale di porre fine all’attacco israeliano, tra il silenzio degli stati arabi e i deboli richiami dell’Onu a una pace giusta e a una “soluzione a due stati”. Ieri il segretario di Stato americano John Kerry si è offerto pubblicamente di mediare una tregua tra le parti, mentre il presidente dell’Anp Abu Mazen ha detto che si rivolgerà alle convenzioni e agli organismi di tutela per mettere la Palestina sotto protezione internazionale.

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Aggiornamento 13 luglio.

Mentre a Vienna a margine d'una riunione dei 5+1 (Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia, Usa) con Teheran sul nucleare iraniano, si sta per prendere una posizione congiunta per invitare alla sospensione delle attività belliche in Palestina; mentre l'ONU ci fa sapere che l'80% delle 150 vittime e del migliaio di feriti nella striscia di Gaza sono civili, l'esercito israeliano ha lanciato una pioggia di volantini sulla zona di Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, con l'avviso agli abitanti di abbandonare prima di mezzogiorno le case. "L'operazione dell'esercito - e' scritto - sarà breve".

Una prima breve operazione di terra è stata lanciata la scorsa notte contro un sito di lancio di missili di Hamas nel nord della striscia di Gaza. L'esercito israeliano dà notizia di quattro soldati leggermente feriti. Il blitz è stato effettuato da un commando d'elite della marina. Il braccio armato di Hamas ha confermato che un contingente israeliano ha tentato di sbarcare su una spiaggia e che c'è stato uno scontro a fuoco con combattenti palestinesi.

Aggiornamento 12 luglio.

Sono 120 le vittime accertate dei bombardamenti aerei su Gaza; sono stati circa 690 i razzi e i colpi di mortaio lanciati da stricia di Gaza verso Israele dall'inizio dell'operazione 'Margine protettivo'. Lo ha detto il portavoce militare spiegando che alcuni dei razzi lanciati hanno una gittata dentro Israele di oltre 100 chilometri. L'esercito israeliano ha colpito la notte scorsa circa 84 obiettivi ''affiliati al terrorismo di Hamas'' nella Striscia.

Il capo di stato maggiore israeliano, generale Benny Gantz, ha dichiarato che l'esercito ha bisogno ''solo di una direttiva politica'' per dare inizio a una possibile operazione militare di terra nella Striscia di Gaza.  'L'attacco dall'aria - ha proseguito - e' eccellente e l'intelligence sta lavorando' bene. Gaza sta affondando in un disastro'. 

L'attacco da terra viene valutato anche in realazione all'efficacia del sistema di difesa anti razzo denominato Irom Drom, che è stato concepito per colpire i razzi che viaggiano per decine di miglia dal punto di lancio al bersaglio – è il cugino minore del sistema Patriot, che cerca invece di colpire missili in arrivo da distanze e a velocità ben superiori. L’Iron Dome lancia degli intercettori lunghi tre metri e larghi quindici centimetri e utilizza sensori e sistemi di guida in tempo reale per cercare di accostarli ai razzi in arrivo. 

Ma un gruppo di analisti esperti sostiene che sebbene i razzi intercettori israeliani (finanziati dagli Stati Uniti) del sistema “Iron Dome” stiano colpendo negli ultimi anni i razzi lanciati da Hamas, non stanno riuscendo nel compito fondamentale di far detonare le testate esplosive. Come conseguenza, i razzi lanciati da Gaza stanno probabilmente precipitando a terra con esplosivi ancora intatti. Il fatto che non abbiano causato morti o feriti a Tel Aviv, Gerusalemme e in altre città è stato finora un semplice colpo di fortuna, hanno aggiunto gli esperti.

Aggiornamento 11 luglio.

Mentre l'ambasciatore Israeliano si spertica nel dire che non è un obiettivo militare del suo paese l'eliminazione di Hamas, continuano i raid su tutte le abitazioni e sedi degli uomini in vista dell'organizzazione. Hamas attraverso il suo portavoce afferma che i lanci di razzi possono continuare per dei mesi con la medesima intensità. Israele ha fatto filtrare la velina che le milizie palestinesi hanno ricevuto evidenti aiuti dall'Iran, con vettori in grado di colpire qualsiasi città israeliana, perfino Haifa. Un arsenale, rilevano fonti militari, stimata in almeno 11.500 pezzi, 6.000 dei quali in mano ad Hamas e 5.500 alla Jihad islamica: difficili da distruggere, perché spesso nascosti in affollati condomini o edifici pubblici.

Il dato politico aggiacciante che emerge, dopo questi giorni di bombardamenti che hanno seminato morte e distruzione, è il silenzio internazionale rotto solo da parole di circostanza di Ban Ki Mon e di un serafico Obama.

Non è accettabile che si proceda con un massacro indiscriminato che colpisce civili nella prigione collettiva di Gaza.

Al di là di qualsiasi analisi, la scelta di Israele di procedere con una rappresaglia pesantissima è gravissima e va fermata!

Aggiornamento 10 luglio.

Gaza, sono 73 morti, 550 feriti e 105 case distrutte. Questo è il bilancio aggiornato delle perdite palestinesi a Gaza negli ultimi tre giorni di combattimenti con Israele. Lo riferiscono i media locali. Dei 73 morti totali degli intensi raid aerei israeliani, 14 si sono aggiunti questa notte. 

Se i razzi non cesseranno, Israele estendera' l'intervento e l'operazione terrestre potrebbe essere inevitabile. Il primo ministro Benyamin Netanyahu, cosi' come il presidente Shimon Peres, non ha nascosto le intenzioni dello stato ebraico mentre il presidente palestinese Abu Mazen ha definito la situazione a Gaza ''un massacro e un genocidio''.

35 morti, 300 feriti: questo il bilancio provvisorio delle vittime degli attacchi sferrati da ieri da Israele a Gaza, lo ha affermato il responsabile dei servizi medici di Gaza City.

Israele promette di rafforzare l'offensiva contro Hamas mentre proseguono i raid aerei di su Gaza, oltre 150 solo la notte passata, in risposta al lancio di razzi Kassam dalla Striscia da parte dei militanti palestinesi.

Lunedì notte, sono stati lanciati 225 razzi, mentre solo la notte scorsa l'aviazione israeliana ha effettuato 160 raid su Gaza su un totale di 430 attacchi aerei. Secondo il ministero della Sanità a Gaza, riporta la Bbc online, tra le 21 persone c'erano anche quattro donne e tre bambini. A questi si aggiungono i quattro uomini-rana palestinesi (cinque secondo alcune fonti) uccisi dai militari poco a nord della Striscia.

Da parte sua, l'ala militare di Hamas ha annunciato che d'ora in poi tutti gli israeliani vengono considerati obiettivi. Un avvertimento accolto dal premier Benjamin Netanyahu ieri sera con la promessa di "espandere notevolmente le nostre operazioni contro Hamas" di fronte alla minaccia dei razzi. Israele, inoltre, ha avvertito Hamas che potrebbe lanciare un'operazione di terra per fermare il lancio di razzi ed ha autorizzato il richiamo di 40mila riservisti.

Questo è l’agghiacciante rimpallo di avvertimenti, di accuse, di raid, di morte che si sta consumando in questi giorni nei territori palestinesi e in Israele, un macabro balletto sui cadaveri di tanti civili vittime di una guerra che ha mostrato di trascendere quelle che sono le logiche della guerra guerreggiata o della guerriglia diffusa.

Dal rapimento dei 3 giovani coloni, ebrei integralisti, con la loro uccisione e sepolture nelle campagne; dal linciaggio di un giovane palestinese ad opera di 6 ebrei, ultras della destra e della tifoseria, rei confessi; dalle spedizioni punitive nei territori di militari e coloni israeliani tese a scovare gli antagonisti di Hamas, concluse con la distruzione e l’incendio di abitazioni e negozi: da questi avvenimenti, con il corollario di una miriade di episodi di violenze e scontri, discende l’opportunità per Israele, e, di converso, Hamas, di rilanciare l’operazione ‘tabula rasa’ al fine di recidere qualsiasi ipotesi di soluzione, tesa a sancire uno specie ‘status quo’ che permetta la sopravvivenza delle comunità palestinesi.

Lo scombinamento dei fragili equilibri Medio Orientali in atto dall’inizio dell’anno ha visto ridursi lo spazio politico, il sostegno militare ed economico di Hamas, posto l’affermarsi incontrastato di al Sisi in Egitto, feroce esecutore della Fratellanza mussulmana su cui ha sempre contato Hamas, visto il rientro nei ranghi di governo degli Hezbollah libanesi, impegnati a sostenere in Siria il vicino Assad minacciato sempre più dalla penetrazione territoriale delle milizie jihadiste del nuovo califfato dello Stato Islamico, ora al centro dell’attenzione militare e politica di tutte le potenze di quest’area geopolitica.

Sicuramente per Israele una situazione ghiotta per cercare di infliggere un colpo pesante e devastante all’enclave di Gaza che rappresenta la spina nel fianco per la propria sicurezza. Siamo, dunque, nel pieno di questa offensiva che non risparmia niente e nessuno, dove sembra che il richiamo al rispetto dei principi proclamati nella carta delle Nazioni unite sia rimasto un pio desiderio.

lettera appello di Nurit Peled El Hanan