La rassegna stampa dei principali quotidiani brasiliani

Giro di Boa per Rio+20, i vertici propongono un documento "fraco" e populista.

Utente: Frayabasta
21 / 6 / 2012

Rio Do Janeiro. Rio+20. Sesto giorno e giro di boa per lo svolgimento del vertice mondiale dei popoli. Per la terza giornata consecutiva le strade di Rio sono state bloccate: così come all'Aterro do Flamengo centinaia di associazioni, movimenti e tribù presentano la loro protesta e alternativa attraverso infiniti workshop, lo stesso avviene nelle strade con una media di due manifestazioni al giorno, così è avvenuto anche oggi con due imponenti cortei lungo le strade, uno nei pressi del centro di Rio, secondo la polizia 20000 partecipanti, 40000 per gli organizzatori e per chi era presente; e uno nei pressi di Vila Autodromo, la camunità (favela) prossima allo sgombero, con 5000 partecipanti. Un gruppo di studenti, 2000, del movimento Escrache si è mobilitato per non dimenticare le vittime delle torture e per rendere pubblici i nomi dei torturatori, recandosi sotto la casa dell' Ex capitano dell'esercito Dulene Aleixio, e hanno urlato il tuo vicino è un torturatore. Dulene è accusato dai manifestanti di aver torturato e ucciso il giornalista Mario Alves negli anni '70 (anni di piombo anche in Brasile). Questa pratica è nota con il nome Escrache, traducibile in italiano con 'sputtanamento'.

Ieri sono scesi in piazza i movimenti femministi (Marcia delle Mulheres con 8000 partecipanti) qui chiamati movimenti femminili, indios, sem-terra, movimenti studenteschi e campesini, sindacati e svariate parti sociali e cittadini attivi.

La prefettura di Rio do Janeiro ha schierato 7000 agenti oltre il normale contingente e 1300 tiratori scelti nei punti sensibili per il passaggio dei rappresentati dei vari stati presenti a Riocentro.

Queste giornate sono servite per formare un fronte comune globale, confrontarsi nei diversi tavoli di lavoro e porre così i punti cardine da mettere nell'agenda politica modiale dei prossimi mesi e domani si terrà alle 15 la plenaria, assemblea generale dei popoli per la redazione del documento finale da presentare ai capi di stato.

Al vertice ufficiale invece tale processo è già avvenuto e 198 delegazioni dei vari paesi hanno concordato un documento generale che finirà nelle mani dei leader di stato venerdì, fino ad allora potrà ancora essere modificato. I quotidiani brasiliani intitolano: Sem ambiçoes, senza ambizione spiega con una metafora calcistica O Globo nel suo speciale su Rio+20; Rio+20 nao sai do zero a zero, Rio+20 non oltre lo zero a zero, Acordo frusta expectativas, l'accordo frustra le aspettative, intitola tra i vari articoli O Dia. I riferimento sono al documento deludente e vuoto uscito dal vertice dei delegazioni, gli ambientalisti sono stati i primi a protestare e affermano tramite la voce del presidente di Greenpeace Brasile Marcelo Furtando: 'una vittoria della burocrazia e una sconfitta della terra'. Il documento includerebbe punti generale quali il rispetto degli oceani e la dichiarazione di volontà per praticare un economia sostenibile, niente è stato sviscerato, nessuna risoluzione concreta d'applicazione è stata inserita, sono state date soltanto alcune indicazioni populiste e prive di un reale principio concreto. Il commissario europeo per l'ambiente Janet Potocnik afferma che il documento non ha raggiunto l'obiettivo, traspare solo un debole tentativo di porre la priorità ambientale nelle agende politiche degli stati assieme agli altri pilastri della vita (acqua, energia, terra, oceani ed ecosistemi), come se fosse avvenuto un cambiamento di meta-narrazione globale, ma, e su questo concordano i giornali, l'obiettivo e il discorso sono troppo deboli, fraco, scrivono i giornali, nessuna volontà di risoluzione reale a breve. La ministra dell'ambiente danese Ida Auken dichiara di volere maggiori dettagli sull'economia verde e di essere soddisfatta del risultato nel contesto di crisi globale. Poca concretezza, insomma. Tra le proposte vi è quella di creare un forum per la discussione riguardante i fondi, ma di fondi stanziati non ci sono nemmeno le ombre. Le discussioni sui finanziamenti sono state spostate al 2014, e l'inizio del processo di sviluppo sostenibile al 2015, i capi di governo sembrano non percepire nessuna emergenza ambientale.

E' questa, di Riocentro, una Rio-20 più che una Rio+20: i punti stabiliti a Rio 92 sono stati traditi, cancellati, rimossi dalla memoria governativa, l'emergenza è messa in secondo piano, e dalla piazza si sente la voce di protesta, di rabbia e di volontà di gestione dal basso della questione ambientale.

Numerose Ong hanno chiesto di togliere la voce 'società civile' messa nell'elenco delle voci che hanno contribuito alla realizzazione del documento di Riocentro, in un intento di coerenza.

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon ha criticato il documento di ieri, non nascondendo la delusione per il risultato e ha fatto un appello ai capi di stato al fine di collaborare in futuro, se il consiglio è riferito alla collaborazione maggiore tra loro o tra loro e le parti sociali, movimenti inclusi, non si è ben compreso.

Inoltre O Globo scrive Atè vaticano consegue esvaziar o documento final da Rio+20, anche il vaticano contribuisce a svuotare il documento finale, per commentare la manifestata contrarietà da parte dell'osservatore Vaticano nei confronti del punto del documento , in particolare in riferimento al tratto sui diritti di riproduzione, punto che alla fine non è stato inserito nel documento.

Oggi, all'apertura dei lavori con i capi di stato il discorso iniziale è stato fatto da una ragazza di 17 anni della Nuova Zelanda, con le sue parole ha “tirato le orecchie” ai delegati nazionali, con il suo discorso ha voluto mettere fretta nell'adozione di una politica attuativa diversa in questo stato di emergenza sociale e ambientale, inoltre la ragazza ha chiesto ai capi di stato se fossero lì per salvare pianeta o per salvare se stessi.

Dilma Roussef ha chiesto più responsabilità ai paesi in via di sviluppo, ha invitato a mettere al centro delle decisioni gli essere umani e a voler avere come priorità lo sradicamento della povertà, non uscendo però da una visione antropocentrica che vede sì l'effimeratezza dello sfamare la popolazione, ma senza considerare la questione dei beni comuni, dall'essere umano alla terra che lo può sfamare, quindi, come suggerisce anche la questione Belo Monte, se gli ettari di terra verranno dimezzati non avrà alcuna importanza.

Siamo a meno 3 giorni dal termine del vertice dei popoli, la sfida in atto tra il vertice ufficiale di Riocentro e la Cupula dos Povos è nel vivo, il vertice ufficiale ha già proposto il documento fraco, debole, come si immaginava sarebbe accaduto, domani sarà redatto il 'documento dei popoli' e si spera che lo spettacolo capitalista e ipocrita venga interrotto.

Clarissa Sant'Ana e Franco Carrassi (Art Lab Occupato - Globalproject Parma)

Francesca Stanca (Ass. Ya Basta - Globalproject)