Continua il massacro dei civili mentre le milizie islamiche, Assad e le potenze mondiali giocano a risiko.

Guerra sporca in Siria

di Bz
27 / 4 / 2013

Ricordate il pretesto USA&UK per attaccare l’IRAQ che darà poi vita alla prima guerra del Golfo: il possesso di armamento atomico, sostenuto e suffragato dall’intelligence permise l’avallo di tutto l’Occidente  all’offensiva. Ora è diventato ufficiale quello che solo i movimenti pacifisti hanno sempre sostenuto che quelle prove erano solo un pretesto, anzi, ora sappiamo – grazie a Wikileaks - che erano state artefatte, erano proprio destituite di ogni fondamento, un falso storico. L’accusa di usare gas altamente tossici [Sarin} contro la popolazione civile e  le milizie avversarie, che periodicamente viene rivolta ad Assad e alle sue truppe ha lo stesso scopo: è il limite che gli USA, la NATO, si sono dati per deliberare un intervento diretto in Siria. Dunque sul bordo di questo crinale si gioca una partita decisiva per le sorti di Assad, per gli sviluppi della guerra civile in Siria, per gli assetti geopolitici di tutta l’area del vicino oriente.

Già in precedenti articoli si sono tratteggiate le alleanze, gli interessi, gli aspetti etnico religiosi che si intrecciano in quel territorio che è un ponte tra Africa, Europa e Medio Oriente, ora cerchiamo di aggiornare il quadrante in vista dei prossimi sviluppi nel mentre il ministro della difesa USA Chuck Hagel si fa minaccioso ed invia una enorme fornitura di armi ad Israele e all’Arabia saudita, nel mentre si pesante il  fallimento di Ban Ki Moon di trovare una via d’uscita al precipitare della guerra civile, che si accompagna degnamente all'inconcludente missione dell’Unione europea che si è divisa sulla levata dell'embargo per fornire armi agli insorti, voluta da Francia e Gran Bretagna ma osteggiata da Germania e altri, mentre – biecamente – hanno dato l’avvallo per le esportazioni [a basso costo per la UE] di petrolio estratto nelle zone sotto controllo salafita.

Per concludere il quadro esterno, ma incombente, alla Siria va ricordato che la Turchia sta continuando la trattativa per  la ricerca di una risoluzione del ‘problema Kurdi’ con gli esponenti del PKK di Ocalan, in cui si prevede il ritiro dei miliziani kurdi nel Kurdistan iracheno e il mantenimento di una autonomia amministrativa e politica in tutta l’area del Kurdistan siriano; questo passaggio transitorio produce di fatto una tregua con il regime di Assad ed è , quindi, inviso alle milizie combattenti salafite ed islamiche in genere.

In fine in un mix di esterno ed interno si assiste ad una guerra sporca tra Hezbollah ed Israele, una sequenza di omicidi e attentati che si consumano sia in Libano che in Giordania che nelle alture del Golan siriano, con accuse reciproche di far uso di droni.

All’interno del territorio siriano la situazione è fluida, fatta di scontri nei quartieri e lungo le arterie di collegamento tra Damasco e Aleppo e col sud del paese: quello che si riesce a capire, dai report degli  inviati ancora presenti in loco, delinea un rafforzamento del controllo territoriale da parte delle milizie confessionali, islamiche ma anche cristiane, in questo contesto vanno letti il rapimento dei vescovi copti, dentro uno sfondo in cui la cantonalizzazione della Siria è il panorama più prossimo e plausibile, anche se certamente non quello definitivo e pacificato.

Sempre che il gas nervino da pretesto non diventi l’occasione per un intervento ‘risolutore e pacificatore’ degli USA e della NATO.

Links Utili: