"La
situazione è drammatica, tragica. Port au Prince è stata completamente
devastata. Il palazzo presidenziale, la cattedrale, i vari ministeri
sono crollati. Noi abbiamo la certezza che le nostre strutture a Port
de Paix (nord del Paese) hanno retto e bambini e personale sono sani e
salvi. Ma c'è stata una grande paura" dice Massimiliano Salierno uno
dei responsabili di Anpil, associazione che si occupa dei bambini meno
fortunati di Haiti. Dal nord del paese ci hanno confermato che è
impossibile comunicare via telefono" aggiunge Salierno. "Anche gli
haitiani che possono farlo si affidano ad internet per mettersi in
contatto tra loro all'interno del Paese" conclude.
"Via mail abbiamo
dialogato con Jacquelin Louis, responsabile della scuola di Tendron
sulla Tortuga. L'isola della Tortuga è stata fortunatamente risparmiata
dalla devastazione che ha invece colpito Port au Prince. I bambini
stanno bene. Solo tanto spavento".
"La mia casa è distrutta.
Fortunatamente io e la famiglia possiamo stare da amici. A noi è andata
bene mentre il paese, e soprattutto la capitale Port au Prince, le cose
vanno molto male. E' tutto distrutto. Ci saranno sicuramente molte
centinaia di morti" racconta Roberto Stephenson, fotografo italiano che
da molti anni vive a Port au Prince.
L'ambasciatore
haitiano presso l'Organizzazione degli Stati Americani (Osa) ha
dichiarato che i morti causati dal sisma potrebbero essere decine di
migliaia.
Le notizie che giungono da Haiti sono terribili. Anche le
sedi della Missione di Stabilizzazione delle Nazioni Unite, Minustah
sono parzialmente crollate. Diversi caschi blu, le notizie dicono
almeno 4 e tutti id origine giordana, sarebbero morti. Fonti non
confermate fanno sapere che diversi caschi blu filippini sarebbero
intrappolati fra le macerie della loro caserma a Port au Prince.
Cittadini
haitiani che vivono nella repubblica Dominicana raccontano di un
terremoto potentissimo che ha fatto oscillare per decine di secondi i
palazzi più alti. La popolazione si è riversata nelle strade impaurita.
Nicolas Sergileffe ha raccontato al telefono con PeaceReporter: "Quello
che so di Haiti l'ho visto su Internet. Le comunicazioni con l'atra
parte dell'isola di Hispaniola sono interrotte. Non so come sentire i
miei parenti. Sto decidendo in queste ore di partire e andare di
persona a controllare la situazione". Intanto l'aeroporto
internazionale di Port au Prince sembra essere tornato operativo.