Huitepec chiama Cancun 2010

Dalla Riserva Ecologica protetta dagli zapatisti al vertice sull'ambiente di novembre

27 / 6 / 2010

Dalla storia della lotta zapatista si impara presto a percepire il tempo come un elemento non adattabile direttamente alla propria volontà. Lo si deve ascoltare mentre scorre e capire come entrare in sintonia con quel flusso inarrestabile.

"Lento, pero avanzo". Una caracol disegnata su un muro accoglie con queste parole chi arriva ad Oventic, sede della Giunta di Buon Governo della Zona Los Altos in Chiapas.La Giunta di Buon Governo, insieme con il Frayba (il centro dei Diritti Umani con sede a San Cristobal), ci chiedono di andare cinque giorni nella comunità di Ocotal sulle montagne a pochi chilometri da San Cristobal.

Qui gli zapatisti nel 1994 non c'erano o almeno non in forma organizzata; sono arrivati dopo chiamati da alcune famiglie della comunità.

Questo perchè la comunità di Ocotal vive nella foresta pluviale di Huitepec; nel 2005 una delle sei comunità di tzoil che abitano la foresta ha venduto parte del terreno ad un terratenientes di Monterrey il quale lo ha recintato ed ha avviato un progetto edilizio di resort turistici e ville private.

Più o meno nello stesso anno altri due eventi colpiscono queste comunità: la "ProNatura", una "ong" messicana di dubbia filosofia ecologista finanziata interamente con soldi governativi e dalla NatureConservancy statunitense, riceve in gestione dal Governo Messicano una fetta sostanziosa della foresta e applica immediatamente la sua filosofia di conservazione ecologica che non prevede l'utilizzo di questi terreni da parte delle comunità; contemporaneamente la Coca-Cola individua nella foresta di Huipetec e nel suo fiume una delle più grandi riserve d'acqua del paese e la Pemex la indica come sede di possibili giacimenti di petrolio.

Alcune famiglie della comunità non ci stanno; hanno vissuto sempre qui, rispettando e lavorando quella che chiamano la "madre terra". Hanno visto sorgere le prime ville e di conseguenza i primi alberi abbattuti e le recinzioni di filo spinato attraverso le quali intravedi i cartelloni cordiali della ProNatura."Se la foresta è in pericolo, è in pericolo la nostra vita" ci spiegano ed a partire da questo sentore diverse famiglie si organizzano con gli zapatisti. 

Si susseguono riunioni nelle comunità; si discute di ecologia e di come la guerra dell'acqua rischia di distruggere intere comunità e danneggiare seriamente l'ambiente.Dopo mesi di discussione arriva la decisione: l'EZLN dichiara Huipetec Riserva Ecologica Zapatista e come tale è sotto il controllo della comunità locale coordinata dalla Giunta di Oventic.

Ogni settimana dalle diverse comunità zapatiste di tutto il Chiapas arrivano i "compas" che, insieme agli osservatori internazionali, compiono camminate lunghissime per controllare che nessuno danneggi la foresta o recinti altre aree. Bisogna controllare che gli alberi non vengano tagliati, che il fiume non venga saccheggiato o inquinato, che gli orti comunitari non siamo distrutti.Un controllo difficile e faticoso, continuo e purtroppo necessario.

Anche noi svolgiamo questo compito; alle cinque di mattina veniamo svegliati dai compas e cominciamo il giro dentro e intorno alla foresta. All'inizio ci sembra di fare trekking in Chiapas ma presto ci accorgiamo che siamo dentro una guerra. Il primo giorno troviamo i cartelli messi dagli zapatisti, che segnalano l'inizio della riserva, abbattuti. Il secondo giorno una cane morto viene lasciato da ignoti accanto al cartello sistemato il giorno prima.

La sera abbiamo il tempo per ascoltare. Apprendiamo di come il mal governo mente, di come sostenga che gli indigeni danneggiano la foresta e di come ProNatura e la CocaCola promettono acqua purificata nella case di tutti. In cambio della foresta e della vita delle comunità.

Pochi mesi fa eravamo a Copenaghen, un pò presi e un pò persi su un terreno urgente di lotta ma che ancora fatica a trovare pratiche comuni di difesa della vita e di attacco alla rendita. Il pensiero vola a Chiaiano, e alla sua comunità, che ha indicato una strada possibile di lotta e organizzazione. 

Da Copenaghen i potenti si sposteranno proprio in Messico, a Cancun, per "non discutere" di nuovo come salvare il pianeta.All'appuntamento di novembre non ci sono nuove proposte e neanche qualcuno che le cerca e tra gli organizzatori in prima fila c'è la ProNatura.   

Ci sono però centinaia di resistenze, spesso poco conosciute, che stanno ponendo il terreno dello scontro sui beni comuni su punti qualificanti di non ritorno .

Dalla Bolivia, dove i movimenti popolari per la difesa dell'acqua e della terra stanno spingendo il governo di Evo Morales a puntare sul vertice messicano in termini di scontro frontale, ai nodi della Otra Campagna e della Via Campesina. Un vertice che potrebbere connettere migliaia di resistenze in grado di aprire un nuovo spazio pubblico di discussione e azione all'interno del sorprendente laboratorio che ad oggi è il continente americano.

Intanto il Messico va alle elezioni. A pochi centinaia di metri da noi, mentre scriviamo, due indigeni vengono uccisi a fucilate. Erano del PRD e gli assassini del PRI, dicono. Questo fanno i partiti in Messico, dividono le comunità e scatenano la guerra tra gli ultimi.

Gli zapatisti intanto avanzano insieme al tempo, lentamente. La comunità di Ocotal costruirà una scuola autonoma per tutti, zapatisti e non. Lo farà alla pendici della foresta, sommando bene comune a bene comune. Huipetec chiama Cancun.

"La terra è la nostra madre", ci dicono.

"Voi la vendereste?"