I repubblicani di Rio Grande Valley

La traduzione di un articolo di Mike David sulle ultime elezioni negli Stati Uniti.

18 / 11 / 2020

Marco Miotto ha tradotto per Globalproject.info un’interessante analisi di Mike Davis -  sociologo urbano noto soprattutto per le sue inchieste sul potere e la classe operaia nella sua nativa California del sud – sulle ultime elezioni presidenziali statunitensi. In particolare, Davis si sofferma sull’insuccesso dei democratici nella Rio Grande Valley, nel Texas del Sud, una delle aree più povere del Paese. Un insuccesso che potrebbe rappresentare la cartina di tornasole di una Casa Bianca Biden – Harris debole, soprattutto rispetto alle strategie economiche e sociali.

Aspettandosi il 2008 i democratici hanno ottenuto di nuovo il 2016, un’elezione snervante in cui Joe Biden sembra aver vinto con margini esilissimi in alcuni stati. Se “l’onda blu” si è rivelata illusoria, tanto quanto il “muro blu” di quattro anni fa, è perché i democratici centristi si sono rifiutati di imparare dalla lezione del 2016, come Bernie Sanders e Elizabeth Warren hanno continuamente suggerito durante i dibattiti delle primarie. La campagna elettorale di Biden è stata una versione ritoccata del copione fallimentare della campagna di Hillary Clinton.

Tutto ciò è stato illustrato con forza dalle conquiste repubblicane tra gli elettori latinos in alcuni stati. Non sorprende particolarmente che i ricchi esuli cubani e venezuelani siano riusciti a tagliare profondamente il margine dei Democratici a Miami, gridando al comunismo sulla porta di casa. Ma che cosa è accaduto nelle sette contee principali lungo il confine texano, la cui popolazione di 2,6 milioni è al 90% di origine messicana (Tejanos)? 

Il Partito democratico nazionale ha molte circoscrizioni elettorali dimenticate o abbandonate, inclusi Puerto Rico, Indian Country (le comunità native americane autonome) e Appalachia (regione geografica che comprende contee negli stati di: New York, Pennsylvania, Ohio, West Virginia, Maryland, Kentucky, Virginia, Tennessee, North Carolina, South Carolina, Georgia, Alabama, Mississippi), ma il Texas del Sud ha un significato strategico particolare. Questo significato è stato riconosciuto due giorni prima delle elezioni, quando il portavoce del Democratic National Committee, Tom Perez, ha visitato l’area di Mc Allen, nella punta più meridionale dello stato. “La strada per la Casa Bianca passa per il Texas del Sud”, ha dichiarato Perez, “ricordate che Beto O’Rourke ha perso di circa 200.000 voti nel 2018. Possiamo ottenere quei voti solamente nella valle. Se contiamo un’affluenza del 40% - 50% dei Latino, questa è sufficiente per riconquistare il Texas.”

Ma la campagna elettorale di Biden ha fallito nel preparare la strada verso il potere con le risorse per la campagna elettorale o nel prestare attenzione ai problemi locali. Continuando una lunga tradizione di negligenza elettorale, i democratici nazionali erano sicuri che Biden avrebbe allargato il margine di vittoria della Clinton nella regione, anche se non avevano fatto confluire fondi o personale dagli importanti campi di battaglia suburbani. Il confine, dopotutto, è una delle regioni più povere del paese, con una popolazione continuamente denigrata dalla propaganda repubblicana che la considera aliena e violentatrice. In ogni caso i sondaggi prevedevano vittorie storiche per i democratici; un’onda blu lungo il Rio Grande era assicurata.

Mentre la fantasia di grandi vantaggi in Texas si dissolveva, i democratici rimanevano sbigottiti nello scoprire che un’alta affluenza alle urne aveva invece proiettato un aumento per Trump lungo il confine. Nelle tre contee di Rio Grande Valley (il corridoio agricolo che va da Brownsville a Rio Grande City), che avevano portato un consenso del 39% per la Clinton, Biden ha ottenuto solo un margine del 15%. Più di metà della popolazione della contea di Starr, un antico campo di battaglia del movimento dei lavoratori agricoli del Texas, vive in povertà, tuttavia Trump vi ha vinto il 47% del voto, un incredibile aumento di 28 punti dal 2016. Più a monte lungo il corso del Rio Grande Trump ha addirittura riconquistato la contea Latino di Val Verde (capoluogo Del Rio) con l’82% e ha aumentato il suo voto nella contea di Maverick (capoluogo Eagle Pass) di 24 punti e nella contea di Webb (capoluogo Laredo) di 15 punti. Il deputato democratico Vincente Gonzales (Mc Allen) ha dovuto combattere con le unghie e con i denti per salvare il seggio che aveva vinto del 21% nel 2018. Addirittura a El Paso, una roccaforte dell’attivismo democratico, Trump ha aumentato il suo consenso di 6 punti. Considerando tutto il Texas del Sud, i democratici avevano grandi speranze di vincere il 21° Distretto del Congresso, che collega San Antonio a Austin, oltre che il 23° Distretto del Congresso, al 78% Latino, che è ancorato ai sobborghi ovest di San Antonio ma comprende anche una grossa fetta del Texas Sud-occidentale. In entrambi i casi i repubblicani hanno vinto abbastanza facilmente.

La spiegazione? Come ha detto il membro del Congresso Filemòn Vela (Brownsville) al Valley Morning Star, un giornale di Harlingen: «penso che non ci sia stato uno sforzo di organizzazione nazionale da parte dei democratici nel Texas del Sud e i risultati non si sono fatti attendere. Le visite sono belle, ma senza una strategia dal basso non puoi influenzare gli elettori. Quando dai per scontati gli elettori, come i democratici hanno fatto nel Texas del Sud per quarant’anni, ci sono conseguenze».

Alla fine è stata l’economia che ha affossato le speranze di una valanga democratica. È stato un grosso errore rendere l’elezione un plebiscito sulla gestione della pandemia da parte di Trump, senza fare uno sforzo a tutto campo per convincere gli elettori che un’amministrazione Biden avrebbe sostenuto i redditi delle famiglie e le piccole imprese finché il Covid-19 non fosse sconfitto. Il disegno di legge da 2,2 trilioni di dollari passato dalla Camera dei Rappresentanti avrebbe dovuto costituire la base per una campagna elettorale aggressiva ma la Presidente della Camera, Nancy Pelosi, ha permesso al Presidente del Senato, Mitch Mc Connell, di prendere il disegno di legge in ostaggio e Biden, brontolando durante i due dibattiti presidenziali, non ha mai fatto una crociata per liberarlo. Nel frattempo gli indici di valore dell’occupazione del terzo quarto, per quanto fuorvianti, hanno dato a Trump uno slancio inaspettato; erano la prova, sosteneva Trump, di un futuro brillante. Un nuovo lockdown nazionale avrebbe mandato questa ripresa in fumo. I democratici hanno sottovalutato la risonanza che ha avuto questo argomento nei confronti della classe media imprenditoriale che, a sua volta, rischia di estinguersi o di essere fagocitata da Amazon. Non è stato così difficile convincere i gestori dei bar, gli imprenditori edili, i gestori di franchigie, i piccoli manifatturieri che le chiusure fossero il male maggiore rispetto a mezzo milione di morti per Covid in più. (Questo è certamente un fenomeno globale: basta osservare il ruolo dei piccoli imprenditori isterici nelle proteste violente contro i nuovi lockdown in Europa Occidentale.)

Per quanto riguarda la classe lavoratrice, costretta quotidianamente a scegliere fra il reddito e la morte, l’impegno di Biden di porre degli scienziati a capo della gestione della pandemia è stato facilmente rigirato dai repubblicani come prova di un’apocalisse economica controllata dal temibile Dottor Fauci. La contro-risposta democratica è stata debole, in parte perché il movimento sindacale ha avuto nella campagna elettorale ancora meno rilievo del 2016. La diffusione incontrollata del Covid ha limitato il volantinaggio porta a porta, che è stato da sempre il contributo offerto dai membri dei sindacati per le battaglie elettorali. La campagna di Biden ha dato maggiore enfasi ai diritti dei lavoratori, ai contratti collettivi e al salario minimo di $15 l’ora rispetto alla campagna elettorale della Clinton, ma ha proiettato lo stesso messaggio vuoto sulla creazione di posti di lavoro e sul futuro del lavoro. I “milioni di posti di lavoro nel campo dell’energia verde” sono un’astrazione che fallisce miseramente il collegamento con le circostanze concrete della Rust Belt (la fascia che comprende gli stati di: New York, Pennsylvania, Ohio, Indiana, Michigan, Illinois e Wisconsin) e delle comunità delle periferie delle città. I democratici mainstream hanno avuto più di una generazione per rispondere a una semplice domanda: cosa farete per aumentare le opportunità di lavoro qui a Erie (a Warren, a Dubuque, a Lorain, a Wilkes – Barre e via dicendo)? Non è mai stata data una risposta seria. Soluzioni concrete implicherebbero investimenti pubblici geograficamente mirati, controllo della fuga di capitale e delle fuoriuscite finanziarie e, soprattutto, una massiccia espansione del lavoro nel settore pubblico. I democratici sono troppo terrorizzati per intraprendere queste strade.

Sin dai tempi di Reagan, i repubblicani si sono sempre battuti per rigirare il potere istituzionale contro i democratici, spingendoli su un terreno sfavorevole e confondendo la loro base. Vincendo la presidenza della Camera dei Rappresentanti nel 1994, Newt Gingrich introdusse lo stile spietato di combattimento politico e di opposizione totale che Mc Connell ha così abilmente raffinato. L’elezione del 2010 è stata un ulteriore punto di svolta importante. In quell’anno, i repubblicani mobilitarono tutto il potere della rete di donatori miliardari, centri di politiche regionali e comitati di azione politica, che stavano costruendo da trent’anni, per prendere d’assalto legislature statali in tutto l’entroterra e nella Sun Belt (la fascia di stati che comprende: California, Nevada, Utah, Colorado, Arizona, New Mexico, Texas, Oklahoma, Arkansas, Louisiana, Mississippi, Tennessee, Alabama, Georgia, North Carolina, South Carolina, Florida) hanno vinto 700 seggi legislativi e riconquistato venti camere legislative, numeri che sono cresciuti negli anni di Obama.

Dato che nella maggior parte degli stati la legislatura è responsabile della ridefinizione dei Distretti Elettorali, i repubblicani hanno spietatamente manipolato i seggi statali e congressuali per rinsaldare le loro maggioranze. Ecco perché riconquistare maggioranze statali e legislative in questo anno di censimento avrebbe dovuto essere la più alta priorità per i democratici, dopo la Casa Bianca e il Senato. L’obiettivo più importante era il Texas, dove i democratici erano fiduciosi di poter guadagnare i nove seggi aggiuntivi necessari a controllare la Camera dei Rappresentanti. Nel caso specifico non ne hanno vinto neanche uno, quindi i repubblicani saranno liberi di attuare una nuova manipolazione.

Gli Stati Uniti, come ci ricordano puntualmente ogni ora gli opinionisti, sono spaccati in due universi quasi uguali. Ma il potere aborrisce le impasse e chiaramente l’evoluzione, nel mondo presente, punta a esperimenti differenziati di oligarchia post-fascista e di pseudo democrazia. Una Casa Bianca Biden – Harris debole e incatenata alle corti, costruita sul tradimento dei progressisti e asservita alla classe di donatori della Silicon Valley e ai miliardari di Wall Street, affronterà una nuova depressione senza il vento dell’entusiasmo popolare alle sue spalle. Dove può portare tutto questo se non alla disfatta totale nelle elezioni midterm del 2022 e all’ulteriore trionfo della nuova oscurità?