Papa Bergoglio si muove per i silenziosi e misteriosi corridoi vaticani con passi felpati e pugno di ferro, per dare corpo all’immagine ci moralizzatore amico degli umili e dei poveri che, con grade abilità comunicativa, si è cucito addosso.

Il Papa supplente sta per volare a Rio

povertà, lobbies e dossier

21 / 7 / 2013

Papa Bergoglio si muove, per i silenziosi e misteriosi corridoi vaticani con passi felpati e pugno di ferro, per dare corpo all’immagine di moralizzatore amico degli umili e dei poveri che, con grade abilità comunicativa, si è cucito addosso.

È di un paio di giorni la nomina della trentenne  Francesca Immacolata Chaouqui in qualità di membro della Commissione referente su tutte le amministrazioni economiche del Vaticano, già appartenente alle lobbies vaticane che hanno avuto come riferimento il fu Andreotti. Unica donna su otto membri, unica italiana.

È recente la designazione di monsignor Battista Ricca a capo dello IOR – l’istituto finanziario vaticano, da decenni al centro di intrighi di potere in tutto il mondo, in Italia basti ricordale le vicende Sindona e Calvi – che, stando al dossier pubblicato dall’Espresso, risulta essere potente uomo della lobby omosessuale, quella stessa che il Papa ha pubblicamente denunciato come invasiva e mefitica nelle alte sfere vaticane.

Tutto questo mentre il Papa supplente sta per volare in Brasile, le cui metropoli sono al centro del business sportivo per un paio di anni ma sono anche attraversate da un potente movimento che chiede, con forza e determinazione, giustizia sociale, reddito e partecipazione democratica.

Un movimento a cui Bergoglio dovrà rispondere se non vuole giocarsi il ruolo di novello frate Francesco al fianco dei poveri e diseredati di tutto il mondo.

Qui di seguito postiamo un interessante articolo.

L’Espresso, un dossier che imbarazza Papa Francesco

    di Matteo MatzuzziTratto da: le formiche

E’ argomentato e dettagliato il dossier che L’Espresso pubblica oggi sulla cosiddetta lobby gay (parole pronunciate da Papa Francesco in un’udienza privata lo scorso giugno i cui contenuti, poi, sono diventati di pubblico dominio). Al centro della ricostruzione firmata dal vaticanista Sandro Magister c’è “il più crudele e subdolo inganno tramato ai danni di Bergoglio da quando è stato eletto Papa”. Il caso era già stato sollevato, sempre da Magister, qualche settimana fa: in Vaticano avrebbero tenuto all’oscuro Francesco delle “rilevanti informazioni” circa il passato di monsignor Battista Ricca.

Dalle nunziature allo Ior

Monsignor Battista Ricca è uomo su cui il Papa ripone la massima fiducia, tanto da nominarlo prelato dello Ior dopo che la carica era vacante da più di due anni. Francesco avrebbe apprezzato la serietà di Ricca nelle lunghe ore trascorse nel residence di Santa Marta, di cui il monsignore è direttore. Ricca è inquadrato nel servizio diplomatico della Santa Sede. Di nunziatura in nunziatura (Congo, Algeria, Colombia, Svizzera, Uruguay, Trinidad&Tobago) si può dire che abbia girato il mondo, prima di essere richiamato a Roma nel 2005 e di essere messo al servizio degli uffici della Segreteria di Stato.

Il passato in Uruguay

A finire sotto la lente di Magister sono proprio gli anni trascorsi a Montevideo, Uruguay, macchiati (secondo un rapporto che sarebbe finito anche sul tavolo di Bergoglio) da “condotta scandalosa”. Di che si tratta, è presto detto. Citiamo testuale: “A Berna (Ricca, ndr) aveva stretto amicizia con un capitano dell’esercito svizzero, Patrick Haari. I due arrivarono in Uruguay assieme. E Ricca chiese che anche al suo amico fossero dati un ruolo e un alloggio nella nunziatura (…). In Vaticano lasciarono fare”. Tra i due ci sarebbe stata ben più di una semplice amicizia, tant’è che “l’intimità di rapporti tra Ricca e Haari era così scoperta da scandalizzare numerosi vescovi, preti e laici di quel piccolo paese sudamericano”. Un “ménage” trovato “intollerabile” anche dal nuovo nunzio, il polacco Janusz Bolonek.

La rissa in un locale

Ma la condotta di mons. Ricca sarebbe stata poco prudente anche fuori i cancelli della nunziatura. Come scrive L’Espresso, risale al 2001 la rissa “in Bulevar Artigas, in un locale di incontri tra omosessuali” dove l’attuale prelato dello Ior “fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto”. Anche per questo episodio il nunzio Bolonek avrebbe chiesto l’immediato allontanamento di Ricca, deciso poi a Roma dal Segretario di stato, Angelo Sodano.

La reazione del Papa

Magister sottolinea che la condotta del monsignore era nota a molti, nei Sacri palazzi e che il profilo di Ricca non era conosciuto solo in Uruguay. Ma il mistero si fa grande quando si scopre che nel dossier presentato a Papa Francesco prima di licenziare la nomina del direttore di Santa Marta a prelato dello Ior, del passato di Ricca non c’era traccia. Ecco perché, sempre stando alla ricostruzione dell’Espresso, Bergoglio si sarebbe sentito tradito. La nomina del diplomatico a prelato dello Ior è stata ufficializzata a metà giugno e solo la settimana seguente, in occasione delle udienze riservate ai nunzi apostolici giunti a Roma da tutto il mondo, Francesco è stato ragguagliato sulle presunte ombre che macchiarono l’esperienza di Ricca a Montevideo. Non è escluso che proprio nelle ore in cui si teneva in Aula Nervi il concerto per l’Anno della fede (quello della sedia rimasta vuota), il Papa stesse meditando come muoversi.

Al momento, nessun provvedimento è stato adottato, anzi. Francesco ha fatto partecipare il prelato alla prima riunione della commissione pontificia istituita con chirografo personale e incaricata di fare piena luce sugli affari dello Ior. La presenza di Ricca non era scontata né obbligatoria, e il fatto che dal Vaticano sia stata fatta notare la sua presenza potrebbe indicare che il Pontefice ha deciso di soprassedere o comunque di non far precipitare subito la situazione .

“Notizie non attendibili”

Non appena è stato reso noto il dossier dell’Espresso, la Sala stampa della Santa Sede ha negato tutto, definendo “non attendibili” le accuse mosse a Ricca. Non una parola di più da parte di Padre Federico Lombardi. Pronta, invece, la replica del settimanale diretto da Bruno Manfellotto: “Le autorità vaticane, invece di prodursi in improbabili e improvvide smentite, potrebbero verificare l’attendibilità di quanto pubblicato dall’Espresso semplicemente consultando l’esauriente documentazione in loro possesso sul caso, in particolare quella pervenuta a suo tempo dalla nunziatura di Montevideo”.