“Il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era” a guida del Paese- Vecchie istanze per una nuova era?

24 / 10 / 2017

Una nuova teoria “scientifica” guiderà la Cina verso il suo sogno di rinascita. Dopo mesi di rumors e “totoideologia”, “Il pensiero sul socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era di Xi Jinping” è l’espressione ufficiale con la quale il contributo ideologico di Xi verrà iscritto nello statuto del Partito. L’annuncio è stato diffuso il 24 ottobre, giorno di chiusura ufficiale del XIX Congresso nazionale del Partito Comunista Cinese.

Si parlava ormai da tempo del fatto che un’elaborazione teorica a firma Xi dovesse entrare nel firmamento dell’ideologia cinese. Prima, si dibatteva sul “sogno cinese”, ma era forse troppo vago. Poi, si è parlato dei “quattro omnicomprensivi” (costruire una società di moderato benessere, attuare le riforme, governare secondo la legge e imporre la disciplina in seno al Partito), che in fondo però sono troppo poco omnicomprensivi per rappresentare la teoria del “Presidente tutto”, com’è da tempo ribattezzato Xi. Nell’ultimo anno invece vi era chi affermava con certezza che “lo spirito degli importanti discorsi di Xi Jinping” sarebbe stato la nuova teoria guida. 

Nel suo lungo discorso all’apertura del Congresso, Xi aveva già affermato che “il socialismo con caratteristiche cinesi è entrato in una nuova era”, ma come poi venisse tradotto e riassunto in una formula da iscrivere nello statuto del Partito era una questione tutt’altro che risolta. Mentre adesso è certo, “Il pensiero di Xi Jinping sul socialismo con caratteristiche cinesi per la nuova era rappresenta la continuazione e lo sviluppo del Marxismo-Leninismo, del Pensiero di Mao Zedong, della Teoria di Deng Xiaoping, dell’Importante Pensiero delle Tre Rappresentatività e della Visione di Sviluppo Scientifico”, come scrive Qiushi rivista teorica del Partito. 

Il pensiero di Xi dunque rappresenta il culmine del processo grazie al quale l’ideologia del Partito viene plasmata e modellata per adattarla alle condizioni socio-economiche della Repubblica Popolare Cinese. Con la teoria di Deng sul socialismo con caratteristiche cinesi, infatti, Pechino abbracciava l’economia di mercato per liberare il paese dalla morsa del sottosviluppo e della povertà. Le “Tre Rappresentatività” hanno dato ufficialmente il benvenuto alla classe degli imprenditori nel Partito, definendoli “forze produttive della società” al pari della classe operaia, contadina e intellettuale. E infine “La Visione di Sviluppo Scientifico” ha cercato di rimediare agli effetti collaterali dell’adozione del libero mercato, in primis la forbice sociale e il divario tra campagne e città. 

Tuttavia, se ognuna di queste elaborazioni teoriche sembrava avere un fine ben preciso e delineato, qual è quello del pensiero di Xi Jinping? Sicuramente quello di “rafforzare” la Cina. Un obiettivo connotato da forti accenti nazionalisti e che sembra ancora una volta ribadire la famosa metafora del gatto di Deng, “che il gatto sia bianco o nero, finché acchiappa i topi è un bravo gatto”, in pratica l’equivalente del nostro “il fine giustifica i mezzi”. Ma, aldilà di speculazioni sulle conseguenze della concreta realizzazione del sogno di una Cina forte, quel che scuramente esce rafforzato dal Congresso è lo stesso Xi Jinping.  

Leggendo l’espressione chiamata a riassumere il pensiero di Xi, si evince che non siamo di fronte alla semplice continuazione del processo di sinizzazione del marxismo. Di fatto, Xi Jinping viene posto al pari dei padri fondatori della Repubblica popolare, Mao e Deng. Due ragioni fondamentali sono a sostegno di questa asserzione. La prima è che il nome di Xi Jinping viene inserito nella sua formulazione teorica, onore di cui non avevano goduto né Jiang Zemin, né Hu Jintao. La seconda è che, a un sguardo ancor più approfondito, l’intera espressione si fonda e richiama piuttosto esplicitamente i contributi teorici di Mao e Deng, ovvero “Il Pensiero di Mao Zedong” e “La teoria di Deng Xiaoping sul socialismo con caratteristiche cinesi”. “Il Pensiero di Xi Jinping” si presenta dunque come un ibrido, che vuole rimettere al centro l’ideologia, senza però privarsi del piacere del libero mercato e dei benefici che da esso derivano, anche se non equamente distribuiti.  

Questo rinnovato potere nelle mani di Xi è visto da alcuni come il chiaro segnale ch’egli non sia affatto disposto a cedere le redini del Partito e della nazione tra cinque anni, cioè al termine del mandato inaugurato da questo congresso. In tal senso, Jude Blanchette, esperta di politica cinese, afferma  “The idea that Xi Jinping retires in five years is incredibly unlikely”, come riporta il The Guardian

Un altro fattore decisivo è costituito dalla nuova squadra che sarà chiamata ad affiancarlo nel Comitato Permanente del Politburo, dopo che è stato annunciato il ritiro di Wang Qishan, braccio destro di Xi e potentissimo capo della Commissione per L’Ispezione Disciplinare del Partito”. I nuovi nomi a capo del Partito-Stato aiuteranno a decifrare i segnali del conclave cinese, forse.