Il popolo di Gezi Park di nuovo in piazza contro Erdogan

Una notte di scontri ad Istanbul e Ankara.

23 / 6 / 2013

Dopo una settimana di manifestazioni “dell’uomo fermo” nei luoghi pubblici delle citta turche, manifestazioni che si sono moltiplicate e massificate e hanno assunto un carattere di denuncia simbolica che ha fatto il giro del mondo, ieri i movimenti di protesta sono scesi nuovamente in piazza forzando il blocco decretato dal governo.

È stata una notte di scontri fra polizia e manifestanti ad Ankara e Istanbul, dove la protesta è tornata dopo una settimana di calma relativa a Piazza Taksim. Nel cuore della metropoli del Bosforo migliaia di manifestanti si sono riuniti ieri sera pacificamente, garofani rossi in mano, nella piazza simbolo della protesta a una settimana dall'assalto della polizia alla ridotta dei giovani di Gezi Park. Le forze antisommossa hanno attaccato i manifestanti con cannoni ad acqua e lacrimogeni.

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I manifestanti, anziché disperdersi, si sono concentrati nelle piazze circostanti, negli incroci delle vie principali, dando luogo a nuove manifestazioni e cortei decentrati, le forze di polizie si sono quindi divise per seguire le dimostrazioni: è in questa situazione che si sono improvvisate barricate con lancio di sassi verso i poliziotti.

Gli scontri sono proseguiti questa notte fino alle due, con un seguito di feriti ed arresti, così come riportato dai lanci di agenzia. Anche ad Ankara la polizia si è scontrata con gruppi di manifestanti nella zona di Tunali e di via Kennedy, teatro ogni notte di incidenti da oltre tre settimane.

Dall'inizio delle proteste contro la cementificazione di Gezi Park e la politica autoritaria del premier Recep Tayyip Erdogan, 4 manifestanti sono stati uccisi, circa 8 mila feriti, 11 hanno perso la vista, 59 sono in condizioni gravi, mentre non si hanno notizie di una ventina di manifestanti inghiottiti e scomparse nei centri di polizia. Anche 1 poliziotto è morto cadendo da un ponte in costruzione mentre inseguiva i manifestanti.

Il capo del governo di Ankara, la cui linea del pugno di ferro contro le decine di migliaia di giovani manifestanti scesi in piazza per chiedere le sue dimissioni nelle ultime settimane, ha provocato forti critiche nel mondo, ha in programma oggi un nuovo comizio, il terzo in tre giorni, davanti a decine di migliaia di simpatizzanti del partito islamico Akp, a Erzurum nell'Anatolia orientale.

Lo stesso Erdogan ha polemizzato pesantemente con la Merkel, con i richiami che gli sono stati sollevati dall’Unione Europea per l’eccessi repressivi delle forze dell’ordine, affermando che alla Turchia non interessa più di rimanere in lista d’attesa per entrare nella UE ma che gli occhi del popolo turco si debbono volgere ad Oriente e a Sud per costruire dei rapporti politico economici più intensi con i paesi islamici. Una inversione di attenzione nelle scelte di fondo del Governo turco che era nell’aria da tempo ma che la crisi di Gezi Park ha accelerato e facendo uscire allo scoperta la scelta politica impressa da Erdogan: quella di fare della Turchia la potenza di riferimento, il fulcro di tutto il Medio Oriente.