Iran Balucistan: attacco ai Pasdaran

In un attentato al confine con il Pakistan uccisi alti esponenti delle guardie della rivoluzione iraniana. Ahmadinejad accusa gli Usa.

18 / 10 / 2009

Un kamikaze si è fatto esplodere nel Balucistan iraniano durante un'assemblea di capi tribù e esponenti di spicco del regime di Teheran. Tra i 31 morti ci sono alti generali dei Pasdaran, le guardie della rivoluzione, tra cui il vicecomandante delle forze di terra Nour Ali Sohoustari.

L'attentato è stato rivendicato dal gruppo sunnita Jundullah, da tempo in azione nella regione a cavallo tra Iran, Pakistan e Afghanistan. Militanti locali combattono per l'indipendenza del Balucistan, poco abitato, ma ricco di risorse naturali. La parte pakistana ospita importanti centri nucleari (qui si sono tenuti i test nucleari di Islamabad) e basi militari. Da questa regione dovrebbe passare il gasdotto Ipi (carta - articolo) che potrebbe portare il gas iraniano in Pakistan e da qui verso il porto di Karachi e l'India (vedi carta).

Il presidente iraniano Ahmadinejad ha attribuito l'attentato ad "agenti stranieri" con riferimento agli Stati Uniti che hanno respinto ogni accusa. Dopo l'apertura di Obama, gli scontri dopo le elezioni iraniane, i recenti discorsi al Palazzo di Vetro e la vicenda del nucleare iraniano siamo in una fase molto delicata dei rapporti tra Usa e Iran. (vedi video).

Nell'editoriale di Limes 4/2009 "La rivolta d’Iran nella sfida Obama-Israele"  (da cui è tratta la carta) Lucio Caracciolo scriveva:[...] Infine, l’emergenza tocca la più vasta provincia del Pakistan, il Balucistan. Parte del Balucistan storico – il resto è spartito fra Afghanistan e Iran – comprende il 43% del territorio pakistano, con appena 8 milioni di abitanti. Ma dispiega vari asset strategici, a cominciare dalla graziosa ospitalità concessa dall’intelligence pakistana al mullah Omar in una villetta di Quetta. Per continuare con diversi impianti, laboratori e siti di prova per missili e bombe atomiche. Oltre ai movimenti separatisti e jihadisti, dediti a ogni tipo di traffico a cavallo della frontiera iraniana. Di qui dovrebbe poi passare l’importante gasdotto Iran- Pakistan – estendibile all’India e forse alla Cina – per il quale AhmadiNejad e il suo omologo pakistano Zardari (vedovo consolato di Benazir Bhutto) hanno firmato il 22 maggio un’intesa preliminare. 

Accordo a rischio dopo che il 28 maggio una bomba è esplosa in una moschea di Zahedan, capitale del Sistan-Balucistan iraniano. Per Teheran, mano e mente dell’attentato appartengono a Jundullah, gruppo jihadista baluci, i cui quadri sono addestrati da Lashkar-i-Jhangvi e altre formazioni terroriste sunnite nei campi del Waziristan Meridionale, in Pakistan. Gli iraniani minacciano di penetrare in territorio pakistano a caccia di jihadisti, se Islamabad non saprà bloccarli.

Teheran è convinta che dietro Jundullah si celino agenti americani, britannici e israeliani, impegnati ad accendere focolai separatisti fra le popolazioni non persiane insediate nelle aree di frontiera. Certo è che il governo baluci in esilio, fedele a re Mir Suleiman Dawood Khan e all’idea del Grande Balucistan, trova provvisorio asilo a Gerusalemme, affettuosamente concesso dalla comunità ebraica immigratavi dalla patria irredenta. [...]

Di Alfonso Desiderio. Tratto da Limes.