Dopo che nelle scorse settimane i guerriglieri del PKK hanno liberato una dozzina di militari turchi prigionieri da molto tempo, ieri, in occasione dell’inizio del nuovo anno, davanti a centinaia di migliaia di persone a Diyarbakir, il leader del Pkk Abdullah Ocalan ha lanciato un appello per un cessate il fuoco nel Kurdistan turco e per un ritiro dei ribelli dal territorio turco, riferisce Zaman online. "Una nuova era inizia oggi, la porta si apre per passare dalla lotta armata alla lotta democratica" ha affermato Ocalan nel messaggio da lui stesso preannunciato come "storico" letto in turco e in curdo in occasione del Newroz, nuovo anno che coincide con l’equinozio di primavera.
I vertici militari del Pkk hanno
risposto positivamente all'appello per il cessate il fuoco del leade curdo storico
Abdullah Ocalan. Il leader militare del Partito Murat Karayilan ha dichiarato
la sua adesione al messaggio di pace. "Rispetteremo con determinazione il
processo iniziato dal nostro capo. Tutti devono sapere che il Pkk e' disposto
tanto alla guerra che alla pace. Condifiamo in noi stessi, nella nostra forza e
nelle nostre possibilita' per liberare il Kurdistan, per non chiediamo a tutti
i costi la guerra: se i dirigenti dello Stato sono pronti, anche noi siamo
disposti a liberare il Kurdistan con mezzi pacifici", ha spiegato. Il
Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e' una spina nel fianco per tutti i
governi turchi che si sono succeduti da piu' di 30 anni. Solo nelle ultime
settimane i servizi segreti di Ankara hanno avviato contatti con Abdullah Ocalan,
leader del Pkk in carcere dal 1999, con l'obiettivo di disarmare il gruppo e
mettere fine al terrorismo e alla guerriglia nel sud-est del Paese. La lotta
armata curda inizio' nel 1984 con l'obiettivo di conquistare l'indipendenza del
Kurdistan, e ha causato piu' di 40.000 morti, in maggioranza curdi, e migliaia
di sfollati nelle zone a maggioranza curda della Turchia. Dopo la fine degli
anni '90, i piu' sanguinosi, il Pkk ha modificato le sue rivendicazioni,
chiedendo una forte autonomia e un'amnistia per migliaia di prigionieri, oltre
alla possibilita' di partecipare alla vita politica del Paese. Nel 1999 Ocalan
fu arrestato in Kenya dopo diversi anni di esilio in Siria. Condannato a morte,
il capo del Pkk si vide commutare la pena nell'ergastolo, che sta scontando in
regime di isolamento in un carcere sull'isola di Imrali. Nella sua prima
apparizione davanti ai giudici, Ocalan chiese perdono alle famiglie delle
vittime ed esorto' il Pkk a deporre le armi.
Dopo la cattura di "Apo" il partito, considerato da Usa e Ue
un'organizzazione terroristica, dichiaro' un cessate il fuoco unilaterale. Ma
gli attacchi alle istituzioni di Ankara sono ripresi nel 2004 e si sono
intensificati negli ultimi anni.
Oggi il capo militare del Pkk e' Murat Karayilan: si nasconde tra i
monti Kandil, nel Kurdistan iracheno, una zona quasi quotidianamente presa di
mira dall'aviazione di Ankara.
Secondo le notizie che trapelano dalla stampa internazionale, ora il Pkk dovrebbe contare su 3500 guerriglieri nel Kurdistan turco. Ora questi dovrebbero ritirarsi verso le basi arretrate dei ribelli in IRAQ e in Siria con la conseguente prosecuzione delle trattative di pace.
Il governo turco parla di notizia positiva e il premier Erdogan rileva che l'annuncio di Ocalan "è uno sviluppo positivo, ma è molto importante l'applicazione. Quando l'appello sarà applicato l'atmosfera in Turchia cambierà molto. Se ci sarà la rinuncia alle armi, cesseranno anche le operazioni dell'esercito". Murat Karayilan, capo militare del Pkk, ha annunciato che i ribelli seguiranno le parole espresse da loro leader. Ricordiamo che Karayilan è il principale dirigente del Pkk dopo Ocalan.