La guerra in Europa.

Missile contro aereo civile, quasi 300 morti. Guerra fuori controllo in terra e cielo. Guerriglia comunicativa, tutti contro tutti.

di Bz
29 / 7 / 2014

Gli ispettori olandesi ed internazionali che esaminavano i resti del Being malese si sono ritirati perchè la zona dell'abbattimento è diventata area di combattimento aperto tra le truppe regolari ucraine e i ribelli filorussi e perchè sembra sia imminente una offensiva sulla capitale del Donbass, Donetsk. Parole di fuoco sono intercorse tra i ministri degli esteri Kerry e Lavrov che vengono a confermare la brutta piega nelle relazioni internazionali sulla delicatissima fraglia euroasiatica.

Gli Stati Uniti hanno concluso che la Russia ha violato il trattato sul controllo delle armi testando un missile proibito 'ground launched cruise'. Lo riporta il New York Times citando un rappresentante dell'amministrazione, secondo il quale la conclusione americana e' stata comunicata da Obama a Putin in una lettera.

Pesantissime accuse di coinvolgimento diretto della Russia nell'abbattimento dell'aereo malese nei cieli dell'Ucraina sono state elevatedal portavoce militare del presidente Obama, che hanno assunto, quindi, una forma ufficiale di accusa, che potrebbe avere risvolti imprevedibili, se alle accuse seguitassero passaggi internazionali conseguenti. Ci sono tutte le premesse per essere seriamente preoccupati per la pace anche in Europa.

Intanto sono state rese note le sanzioni contro 15 persone e 18 entità russe o filo-russe, decise dall'Ue due giorni fa, riguardano anche i capi dell'intelligence russa e diversi funzionari del Consiglio di sicurezza, secondo la Gazzetta ufficiale dell'Unione europea. Il nuovo elenco di persone ed entità oggetto di congelamento di beni e divieto di viaggio comprende il capo del Servizio federale di sicurezza (Fsb) Nikolai Bortnikov, il capo dei servizi segreti, Mikhail Fradkov e il presidente ceceno, Ramzan Kadyrov.

Per alcuni giorni ci siamo astenuti dal commentare quanto è accaduto nei cieli d’Ucraina, l’abbattimento di un Boeing di linea che seminato nei campi sottostanti i 10.ooo metri di quota quasi trecento vittime civili, tutte ignare del pericolo rappresentato dal volare sopra i territori di guerra, un rischio corso dalla compagnia malese, così come dalle altre, che transitano sulla rotta per l’Oriente, per risparmiare un po’ di gasolio. Una vita umana vale meno di 1 litro di gasolio.

Una specie di inconsapevole roulette russa col missile.

Ora ci sembra di poter fare alcune considerazioni su questa strage, senza trasporto emotivo o bieco cinismo. Seguendo le pagine di cronaca e i notiziari dei grandi network dell’informazione, sembra di assistere ad una puntata mal riuscita di ‘Chi l’ha visto?’, dove si dice tutto  e il suo contrario, senza capo né coda, cercando di mostrare con affanno – il timore di arrivare dopo ha fatto prendere cantonate ai più scafati anchorman – la pistola fumante, che ha provocato la strage nei cieli ucraini.

Così abbiamo visto scorrere in video e carta foto sbiadite di camion portamissili, intercettazioni telefoniche con traduzioni approssimative, dichiarazione nervose di Poroshenko, conferenze stampa di strafottenti portavoce dei ribelli del Donbass, Obama che con glaciale aplomb indicava responsabilità sicure, le autorità militari russe rimbeccare puntigliosamente le non velate accuse di aver armato la mano stragista. Tutto questo e molto altro di cui non siamo a conoscenza, che solo le più fervide fantasie imbevute spy stories possono immaginare, fa parte della guerra in atto da quelle parti, ma che si riverbera potentemente in Europa.

Non dobbiamo dimenticare le balle del Pentagono con cui è stata motivata la prima guerra in Iraq, così come le bufale sui ceceni che avrebbero distrutto Mosca, piuttosto sarà utile tenere a mente quello che Assange e  Snowden hanno disvelato al mondo: l’informazione e la disinformazione sono le armi strategiche più importanti nella guerra quotidiana che si combatte attorno a noi, spesso ingnari. Perfino la super atlantica Merkel si è indignata ed ha espulso le talpe individuate dal Datagate presenti in Germania.

Alcune interessanti chiavi di lettura potete trovarle nel nostro War on Demand [ed. AgenziaX], nei saggi di Bruce Gagnon e Benedetto Vecchi: non ci vengano a raccontare che non sono in grado di sapere come e perchè è avvenuta la strage nel cielo sopra il Donbass. Oggi non esiste.

Quello che non emerge dall’informazione è, dunque, che si sta combattendo in Europa una guerra senza esclusione di colpi, una forma dilatata nel tempo e nello spazio di guerra di logoramento e di posizione, dove gli ucraini dell’est sparano, attaccano e si difendono, loro dicono, dai fascisti di Kiev.

Una distorsione, in buona parte, ideologica che occulta il desiderio popolare di garanzie sociali e solidità economica che il legame con Mosca ha permesso nel passato e che riafferma nel presente, cose che Kiev, sicuramente, non è in grado di dare, neppure dopo la stesura e conclusione degli accordi con l’Europa.

Una stortura che nasconde le tensioni russe per l’accerchiamento sempre più soffocante dei paesi legati alla Nato, dopo che gli USA, approfittando delle debolezze interne dell’ex URSS, hanno rotto il patto di non sconfinamento ad Est, siglato dopo il crollo del muro di Berlino, specialmente ora che si intravvede un’alleanza con l’ex nemico Iran.

Una disinformazione che mistifica le finalità del sostegno militare russo ai miliziani del Donbass e, al tempo stesso, nega loro quella autonomia di iniziativa che molto spesso mettono in campo aldilà dell’utilitarismo di Mosca. Specularmente gli USA non riescono a far praticare le proprie direttive agli alleati ucraini, anche per questo - testimoni diretti lo affermano ma non trapela in nessun organo di informazione – ‘le campagne dell’est ucraino sono piene  di soldati grandi e grossi che parlano molte lingue, tranne l’ucraino’, sono zeppe di mercenari [occidentali e russi] che fanno quello che devono fare.

Un drammatico evento l’abbattimento di quel Boeing malese che dovrebbe allertare tutti del pericoloso trascinamento di una moderna forma di guerra che si combatte, giorno dopo giorno anche con le operazioni di recupero delle salme in corso, nella fraglia più instabile della geopolitica europea.