La Turchia non ha pace. Manifestazioni e scontri ovunque

Turchia 2 morti in meno di 24 ore: salgono a 10 le vittime di Stato Ad un anno dalle mobilitazioni di Gezi Park che hanno fatto tremare l'establishment turco, il numero delle vittime continua ad aumentare.

24 / 5 / 2014

 Continuano inesorabili le proteste di uomini e donne, giovani e meno giovanı, disoccupati e non, turchi curdi e aleviti che invadono le strade delle citta' turche.

Inutile dire che aumentano altresi' le forme di controllo, la militarizzazione delle piazze, la repressione e la violenza della polizia. Svegliarsi con l'elicottero che vola sulla citta' e respirare tear-gas sembra ormai un evento divenuto quotidianita' per tutti noi.

  E gli avvenimenti di ieri hanno dato ulteriore slancio alla delusione, al dolore ed alla rabbia di chi non ne puo' piu' di vivere in bilico tra la liberta' di poter manifestare il proprio pensiero e la consapevolezza di poter morire facendolo.

Questo é quanto accade oggi in Turchia.

Quello Stato che dopo aver provato a bloccare twitter, é riuscito a censurare youtube e detiene attualmente il maggior numero di giornalisti in carcere. Ieri mattina, subito dopo che Uğur Kurt é stato gravemente ferito da un proiettile ( http://www.globalproject.info/it/mondi/turchia-escalation-di-tensione/17208 ), le persone hanno iniziato a riunirsi spontaneamente per dimostrare la loro solidarieta' alla famiglia Kurt e il dissendo per quanto fosse accaduto. Proteste si sono diffuse lungo tutta la Turchia. La manifestazione ad Istanbul aveva pero' un sapore differente.

Okmeydanı infatti é lo stesso quartiere in cui é stato ferito Belkin Elvan, nonché quartiere alevita (minoranza da sempre marginalizzata dalla politica turca). In un clima gia' particolare dunque, la repressione della polizia non ha avuto limiti. Durante gli scontri un manifestante é stato colpito da un ordigno. Ancora non identificato, le sue condizioni son parse critiche sin dal primo momento. Ennesima vittima dunque, nel giro di poche ore.

Liberta', diritti, dignita' sembrano vocaboli che esulano dal dizionario di Erdoğan.

Il fatto che il governo in carica sia stato colpito da una grossa inchiesta di corruzione, il rifiuto dell' Akp di aprire un' investigazione sulla miniera una settimana prima della strage di Soma e le dichiarazioni enunciate oggi dal Primo Ministro in merito all'uccisione dei due uomini..."non capisco come la polizia possa esser stata cosı' paziente", sono degli elementi molto chiari che delineano un perimetro ben preciso: la trasformazione da Stato Turco in repubblica autocratica.

Dopo una giornata in cui sembra difficile essere lucidi, dove le strade sono state conquistate passo dopo passo in ogni dove, ci si prepara a scendere nuovamente in piazza pronti ad assaporare il gusto della liberta'. Appuntamento dunque alle ore 18.30 ad Ankara.