Negli USA cresce la preoccupazione per l’intervento annunciato, molte radio indipendenti hanno aperto il microfono sul tema e le critiche e le preoccupazioni rimbalzano da un capo all’altro degli States, sono partite anche delle raccolte di firme per fermare l’escalation militare in Siria.

L'attacco in stand-by

ONU chiede tempo, Obama chiarisce, la Siria minaccia

29 / 8 / 2013

Mentre nella giornata di ieri la Siria di Assad, attraverso una serie di interviste dei suoi esponenti politici e militari, ha minacciato di portare attacchi nei paesi che fossero responsabili di atti di di guerra contro il paese, Ban Ki-Moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite al Palazzo della Pace dell’Aia aveva dichiarato che “gli ispettori dell’Onu hanno bisogno di almeno 4 giorni per concludere un esame approfondito sull’uso di armi chimiche in Siria”.

«Il mio mandato e la mia responsabilità è di fare in modo che gli ispettori portino a termine un’indagine completa: lasciateli finire il loro lavoro».

I risultati delle indagini delgi ispettori dell’Onu, ha spiegato ieri, «saranno resi pubblici dal Consiglio di Sicurezza»

La richiesta di tempo non rallenta i preparativi, oltre alle forze navali che si sono posizionate nell’area, USA, UK e francia possono contare su un ventaglio di basi d’appoggio per un eventuale attacco:


- Cipro. Base aerea britannica della Royal Air Force (Raf) di Akrotiri, promontorio sulla costa meridionale di Cipro (Paese che non fa parte della Nato). Lunedì sono atterrati due aerei-radar Awacs e un aereo-cisterna per i rifornimenti in volo. Oggi invece, secondo radio locali, sarebbero arrivati una ventina di velivoli provenienti da un’imprecisata base Nato in Italia.

- Grecia. Paese membro della Nato, la Grecia è in stato di pre-allerta dopo che Washington ha chiesto ad Atene l’utilizzo della base dell’aviazione greca a Kalamata, nel Peloponneso, e della base aero-navale Usa di Souda Bay, sulla costa nord-occidentale dell’isola di Creta. È da questa base che negli ultimi anni sono state coordinate e messe in atto missioni di ricognizione e di rifornimento alle unità Usa e alleate impegnate nelle operazioni «Scudo» e «Tempesta del Deserto» (in Iraq), «Enduring Freedom» (in Afghanistan) e «Iraqi Freedom».

- Turchia. In Turchia la Nato può contare su 24 basi alcune delle quali, come già avvenuto in passato, potrebbero dare appoggio alle forze Usa. Di queste, le più importanti sono le tre basi aeree di Incirlik (già utilizzata dagli Usa per compiere incursioni in Iraq e rifornire le proprie truppe in Afghanistan), Izmir e Konya e quella navale di Iskenderun, sede del comando Sud della marina Turca, sulla costa Nord-orientale del Mediterraneo e a un centinaio di km a Nord dalla frontiera con la Siria.

Negli USA cresce la preoccupazione per l’intervento annunciato, molte radio indipendenti hanno aperto il microfono sul tema e le critiche e le preoccupazioni rimbalzano da un capo all’altro degli States, sono partite anche delle raccolte di firme per fermare l’escalation militare in Siria. Tutti sappiamo che questo è poca cosa ma non indifferente, posto che sulla legittimità dell’intervento il presidente Obama in una intervista questa notte ha voluto precisare che

: «Non ho ancora preso una decisione». Le ultime indiscrezioni trapelate dalla Casa Bianca lasciano intendere che gli Usa aspetteranno che gli ispettori Onu che indagano sull'attacco chimico di Ghouta lascino la Siria. Questo farebbe slittare l'attacco congiunto di Usa e Gran Bretagna alla prossima settimana.

«Le consultazioni con gli alleati - spiega Obama - proseguono e ho ricevuto le opzioni militari e informative dall'intelligence». Alcuni funzionari della Casa Bianca - fa sapere il Presidente - aggiorneranno i leader di Senato e Camera oggi (giovedì) sulla situazione in Siria.

«Non vogliamo un nuovo un altro Iraq. In Siria possiamo usare un approccio che non ci faccia ripiombare in un lungo conflitto»

«Gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a entrare nella guerra civile siriana. In ogni caso dobbiamo evitare in ogni modo che armi chimiche possano essere usate contro di noi».

«Abbiamo guardato tutte le prove e concluso che è stato il governo siriano a portare avanti l'attacco».

«Gli Stati Uniti devono inviare al regime di Bashar el Assad un messaggio forte sul fatto che è meglio che non ripeta» un incidente come quello del 21 agosto scorso.

Links Utili: