In realtà le ZRC sono sorte proprio grazie alle lotte e alle rivendicazioni dei contadini e portano a compimento piani di sviluppo sostenibile che le stesse comunità costruiscono

Le zone di riserva contadina fra guerra e pace

6 / 4 / 2013

La figura giuridica delle Zone di Riserva Contadina (ZRC) ha incendiato il dibattito in Colombia sullo sviluppo rurale al tavolo dei dialoghi di pace. Le FARC sostengono la loro creazione e propongono di destinare ben oltre 9 milioni di ettari di territorio a questa iniziativa, cosa che ha prodotto la scomposta e stizzita reazione della controparte governativa. 

“Le FARC-EP ritengono che le ZRC, essendo un'iniziativa agraria di pace, meritino tutto il rispetto e l'appoggio istituzionale possibile e l'impegno immediato del governo nazionale a formalizzare il totale dei 9,5 milioni di ettari di terra oggi compresi, a livello nazionale, nei loro processi organizzativi”, ha segnalato il comandante Ivan Marquez lo scorso 13 marzo, in risposta ad un documento inviato dall'Associazione Nazionale delle ZRC (ANZORC) ai delegati di entrambe le parti, chiedendo uno spazio di partecipazione nei dialoghi dell'Avana. 

La risposta dell'impresentabile Juan Camilo Restrepo, fallimentare ministro dell'Agricoltura, è stata che questa proposta “mira ad istituzionalizzare delle repubblichette indipendenti e non a beneficiare i contadini”. In realtà le ZRC sono sorte proprio grazie alle lotte e alle rivendicazioni dei contadini e portano a compimento piani di sviluppo sostenibile che le stesse comunità costruiscono sulla base delle proprie necessità e delle proprie esigenze. 

Inoltre, le ZRC sono un compendio di resistenza e autorganizzazione delle comunità rurali, di costruzione di un'alternativa socio-economica ed edificazione di una muraglia che blocca l'espansione latifondista. Non appena giunge una proposta concreta che va nella direzione di una riforma agraria integrale e strutturale, l'oligarchia colombiana strepita e si prepara a reagire con la violenza scolpita nel suo DNA; ma i contadini non sono intenzionati a farsi intimidire. 

Il 22 e 23 marzo si è tenuto il III incontro nazionale sulle ZRC a San Vincente del Caguan, nel Caqueta. Un incontro che ha segnato un altro punto a favore del dibattito e della lotta per la pace con giustizia sociale del popolo colombiano.

All'inaugurazione dell'evento hanno partecipato anche Miriam Villegas, amministratrice dell'INCODER, e Andres Bernal, delegato del ministero dell'agricoltura. I funzionari governativi, dopo avere riconosciuto l'esistenza legale di alcune delle ZRC e dopo avere comunque chiarito con enfasi che esse sono “casi limitati ed eccezionali”, hanno abbandonato i lavori evitando di partecipare ai tavoli di discussione in seguito realizzati, dimostrando ancora una volta che la partecipazione popolare alla presa di decisioni non rientra nelle priorità del Governo Santos.

D'altra parte anche i mezzi di comunicazione di regime hanno lavorato assiduamente per demonizzare le ZRC che, secondo ministri, politicanti, imprenditori e grandi allevatori non sono altro che “repubblicucce indipendenti”. Garantire la sovranità alimentare e nazionale, l'uso pertinente della terra in mano a chi la lavora, limitare la concentrazione della terra e la sua svendita alle multinazionali , sono però vere e proprie iniziative di pace rivolte a tutto il paese. 

Viceversa, come evidenziato anche da Cesar Jerez, uno dei leaders dell'Associazione Nazionale delle ZRC, “ciò che cercano i nemici della pace è riempire il paese di paura e sfiducia nelle ZRC”, negando che “le comunità contadine, indigene e afrodiscendenti della Colombia hanno da anni costruito la proposta di riconoscere 59 nuove ZRC, canalizzandola poi nel Foro di Sviluppo Agrario Integrale con Focalizzazione Territoriale organizzato dall'ONU e dall'Università Nazionale nel dicembre del 2012, su invito dei Tavoli dei Dialoghi dell'Avana”.
Le FARC hanno raccolto la proposta fatta dai contadini, e il governo no. Questo è ciò che si vuole occultare”, ha poi assicurato Cesar Jerez, ribadendo che “le Zone di Riserva Contadina non sono la riforma agraria integrale di cui necessita il paese, però sono un primo passo per costruire fiducia per la pace”.

Il 21 Marzo si è concluso il settimo round di colloqui all'Avana tra le FARC e il Governo colombiano con “progressi sostanziali” sul tema della terra, primo punto dell'agenda, e una “costruzione abbastanza grande dell'accordo finale”, ha riferito una dei portavoce della guerriglia, Seuxis Paucias Hernandes, alias Jesus Santrich.La guerrigliera olandese Tanja Nijmeijer (Alexandra Narino), che fa parte della squadra di negoziatori FARC guidata da Luciano Marin Arango, alias Ivan Marquez, ha poi nuovamente insistito sulla necessità di un cessate il fuoco bilaterale mentre si negozia un accordo di pace, cosa “categoricamente” esclusa dalla delegazione del governo capeggiata da Humberto de la Calle che ha più volte ripetuto che Bogotà accetterà una simile condizione solo quando le parti raggiungeranno un accordo di pace definitivo.