L’Ezln, il CNI e la candidata indigena

L'intervista del 25.10.2016 a Edgardo Buscaglia, tratta da Rompeviento.tv

9 / 11 / 2016

Ernesto Ledesma, direttore di Rompeviento TV, intervista Edgardo Buscaglia, studioso della Columbia University, sulla scelta dell'EZLN e del CNI di candidare una donna indigena alle prossime elezioni presidenziali del 2018.

Ledesma inizia l'intervista riferendosi alle numerose critiche mosse non solo da AMLO o da Morena, i quali ancora accusano l'EZLN di aver contribuito alla loro perdita alle elezioni 2006, ma anche a quelle provenienti da molti altri esponenti della politica e studiosi.

In particolare, Ledesma si riferisce alle opinioni di John Ackerman, studioso della UNAM e precedentemente intervistato su questi temi, il quale afferma che, con questa scelta, l'EZLN non si limita più a costruire autonomie a livello locale, ma punta anche alla costruzione di un Messico autonomo attraverso l'ingresso nella lotta per il potere pubblico. Inoltre, sempre secondo Ackerman, il fatto che l'EZLN e il CNI abbiano scelto una candidatura indipendente comporterà solo ad un'ulteriore divisione all'interno della sinistra messicana e di certo non porterà alcun cambiamento alla situazione attuale.

In contrapposizione a queste affermazioni, Buscaglia afferma che la scelta degli zapatisti e del Congresso Nazionale Indigeno di candidarsi indipendentemente deriva dalla volontà di staccarsi dalle modalità consone alla politica istituzionale basata sulle liste chiuse, sulle ambiguità e sulle candidature comprate riscontrabili in tutti gli attuali partiti presenti in Messico.

Secondo Buscaglia, gli zapatisti sono l'unico movimento sociale che parla di elezioni democratiche non solo generali ma anche interne - nel loro caso, tra le varie comunità indigene – come una sorta di primarie democratiche. L'EZLN detiene una pratica di selezione della futura candidata che fa riferimento alla miglior democrazia del pianeta. Un’affermazione che Buscaglia sottolinea essere puramente tecnica e non politica, scegliendo così di non schierarsi con alcun partito o movimento politico messicano. Dall'altra parte ci sono i rappresentanti dei vari partiti di sinistra che si autoeleggono e che utilizzano le stesse regole del periodo di Lopez Mateos per redigere le loro liste di candidati. Questi accusano poi l'EZLN di dividere la sinistra, ma, secondo Buscaglia, si tratta del contrario. Dovrebbe essere Morena che, attraverso un procedimento democratico, promuove una candidatura dal basso, eletta apertamente attraverso un voto popolare come si è proposto di fare l'EZLN e il CNI.

Un altro aspetto importante è riscontrabile nel fatto di aver proposto la candidatura di una donna come presidente. Questa scelta non è solo politicamente corretta, ma è dotata di un valore sociale intrinseco. Eleggere una persona che fa parte di un gruppo che è sempre stato discriminato, soggetto alla violenza (come nel caso delle donne), dovrebbe rappresentare un segnale per cui essere grati. Può rappresentare un processo di riparazione che può coinvolgere l’intero Messico.                                                                 

Gli altri partiti non si dovrebbero concentrare solo sulla comparazione tra una candidata indigena e la candidatura di Margarita Zavala per il PAN, ma dovrebbero dare più valore al significato che la candidatura proposta dall'EZLN racchiude in sé. Zavala verrà eletta attraverso un procedimento corrotto, mentre la donna indigena scelta tra le varie comunità verrà eletta in un procedimento che ha un profondo valore sociale. Quello che Buscaglia vuole far emergere è l’importanza di andare oltre lo scontro e le critiche tra i vari partiti e pensare al bene del Messico: “il Messico non uscirà dall'ecatombe in cui è immerso senza un processo democratico che parta dal basso, che non si limiti solo ad abbracciare gli indigeni, a realizzare centinaia di assemblee popolari all'anno, oppure andando a visitarli, ma attraverso un processo di decisione democratica”. Il forte contrasto che emerge tra la candidatura di una donna indigena e la candidatura di Zavala, come viene ripreso nel comunicato dell'EZLN, è espressione dell’attuale situazione che si riscontra in Messico: da una parte una donna simbolo delle sofferenze e delle discriminazioni subite da moltissimi cittadini e dall’altra una donna rappresentante dell’elité al potere corrotta e impunita.

 L’intervista si conclude con la speranza che il processo democratico promosso dall’EZLN e dal CNI possa generare un effetto domino e portare così un grande contributo alla storia messicana del XXI secolo. Serve un Messico forte, sia sul piano nazionale che sul piano internazionale, che sappia far rispettare i valori di democrazia e giustizia che fino a questo momento sono stati repressi dalla violenza e dall’impunità di uno stato corrotto e criminale.

Traduzione a cura della redazione dell'Associazione Ya Basta! Êdi Bese!

QUI l'intervista integrale