L'Ucraina di Zelensky

14 / 6 / 2019

Lo scorso fine aprile gli ucraini hanno votato come presidente il celebre comico Volodymyr Zelensky. I comici al potere: dopo il caso italiano del comico Beppe Grillo, e prima della recente entrata nel parlamento europeo del comico tedesco Nico Semsrott con la formazione “Die Partei”, gli ucraini si sono fatti convincere da Zelensky, decidendo di bocciare il governo autoritario frutto della rivolta di Maidan del 2014. L’Ucraina è un paese di enormi contraddizioni, svelate al mondo nella sua storia recente: indebolita duramente dalle politiche neoliberiste alla fine del 1989, sotto l’influenza incrociata ed opposta tra Occidente e Russia che ha dato vita a scontri diplomatici e militari, nel 2014 è stata teatro di una rivolta popolare contro ed anti – autoritaria, ma con una grossa componente di estremisti di destra all’interno della popolazione scesa in piazza a manifestare. Ma cosa succede oggi? Per capire qualcosa di più di seguito un’intervista ad  Alona Liasheva, di Kiev, già ricercatrice universitaria a Milano e oggi impiegata nel dipartimento di Sociologia presso l’Università Cattolica Ukraina di Lviv, co-editrice del giornale e sito web ucraino di critica sociale “Commons: Journal of Social Criticism”.

Qual è il tuo punto di vista a proposito della vittoria del comico di successo Volodymyr Zelensky? Quali i motivi che lo hanno portato a vincere, e quali sono le conseguenze della sua vittoria?

È abbastanza complicato pronosticare quali saranno le conseguenze della vittoria di Zelensky, perché lui stesso ha parlato pubblicamente di rado sulle strategie future e sulla sua visione di sviluppo del paese. Ciò che è stato ascoltato sono affermazioni contraddittorie, per lo più da membri della sua squadra. Alcune dichiarazioni sono state a sostegno del welfare state (molto tipico per il discorso politico populista ucraino), altre sostenevano che il suo partito, che si sta formando in queste settimane, è libertario (sì! nemmeno liberale).  La stessa ambiguità la troviamo nella questione del processo di pace.
Inoltre uno degli slogan principali utilizzati nella campagna è stato: «Nessuna promessa, nessuna scusa», una frase di una famosa canzone d'amore ucraina. È stata usato come una critica ironica alle promesse costanti fornite da ogni governo, che non si sono mai avverate. Allo stesso tempo, lo slogan dice direttamente agli ucraini, che il nostro presidente non promette nulla. Abbastanza spaventoso, no? Quindi qualsiasi previsione esatta per l'Ucraina con Zelensky potrebbe essere piuttosto azzardata.

Riguardo al conflitto nell’est dell’Ucraina, continua la gamma di affermazioni abbastanza contraddittorie, dalle promesse di fare qualsiasi cosa per fermare la guerra alle dichiarazioni che non comunicherà mai con Putin. Una “strategia interessante" che implica che l'esercito ucraino sconfigga i separatisti sostenuti dall'esercito russo o ignori l'influenza della Russia sul conflitto.
Tuttavia già ora è abbastanza chiaro sia per i sostenitori di Zelensky che per la sua opposizione che la sua vittoria è un sintomo della situazione politica che l'Ucraina attraversa attualmente. La descriverei come una "protesta senza speranza". I voti per Zelensky sono spesso stati voti di protesta contro lo status quo, stagnazione degli standard di vita, tagli al welfare, instabilità politica dovuta alla guerra nell'est dell'Ucraina, delusione generale con le aspettative insoddisfatte di Euromaidan. Allo stesso tempo, mentre molte proteste si preoccupano di una visione positiva del futuro, puntare su Zelensky non aveva nemmeno uno scopo astratto, presentava una visione molto contraddittoria del futuro. Per fare un confronto con Euromaidan, i partecipanti alla maggioranza di Euromaidan (non tenendo conto del modo in cui il movimento è stato corrotto dall'estrema destra e dalle élite) si sono opposti all'elite oppressiva della famiglia Yanukovich e hanno cercato di migliorare il tenore di vita attraverso relazioni più strette con l'UE. Si è trattato di un’ingenuità, ma ciò aveva un contenuto pieno di speranza in un futuro migliore per l'Ucraina. Nel caso del supporto a Zelensky, la speranza è una sensazione rara. È una negazione piuttosto profonda di qualsiasi élite politica combinata con l'illusione che egli sia "fresco" e "onesto". Penso che voi abbiate già vissuto una cosa simile con Beppe Grillo. Probabilmente in tutta l'Europa questi due politici sono quelli che più si assomigliano.

 Pensi che le politiche di Volodymyr Zelensky potrebbero essere contrarie al neoliberismo che ha colpito duramente l’Ucraina negli ultimi anni?

C'è un dibattito in Ucraina sul livello della vicinanza tra Zelensky e l'oligarca Kolomoisky. L'opposizione afferma che il primo sia il burattino del secondo e usa questocome principale argomento contro il presidente. Un’ altra fazione vede Zelensky come un imprenditore indipendente, che non ha bisogno di alcun sostegno da parte degli oligarchi in quanto possiede un capitale proprio. Avendo una formazione da economista politico, credo che in assenza di controllo democratico, se c’è una probabilità di legami tra attori politici ed economici, si può essere certi che questi legami esistano. Quindi mi posiziono personalmente più vicino alla prima visione. Tuttavia è impossibile valutare la forza di questi legami. Inoltre è complicato capire quale strategia abbia Zelensky in rapporto al capitale internazionale. Kolomoiskiy ha rilasciato una dichiarazione pubblica che consiglia a Zelenskiy di annunciare l'insolvenza, ma Zelensky si è distaccato da tali iniziative. Chiaramente, quello non sarebbe lo scenario peggiore. Perché parlo di questi legami? Perché per gli oligarchi locali come Kolomoisky le riforme neoliberali offerte dall'FMI sono favorevoli solo parzialmente, poiché spesso queste riforme mettono in crisi il loro controllo sulle politiche da attuare. 

L'altro processo correlato sono le elezioni al Parlamento avviate dal presidente Zelensky subito dopo l'inaugurazione, quando ha licenziato il vecchio Parlamento. Il suo partito e i candidati dei comuni hanno molte possibilità. Alcuni di quelli in cima alle liste del partito sono collegati a Kolomoisky, altri sono celebrità, e molti della lista sono i "volti nuovi", non coinvolti in alcuna corruzione e non collegati a grandi imprese, che potrebbero sembrare progressisti. Tuttavia, l'ultima categoria di futuri membri del parlamento sono grandi sostenitori delle riforme neoliberali.

Pensi che ci siano aspetti positive nella sconfitta elettorale di Poroshenko?

Decisamente. La sconfitta di Poroshenko è un sintomo molto importante e molto positivo. L'élite che perpetuamente ha cercato di stabilire un potere verticale in Ucraina ha dovuto fare un passo indietro, dopo queste elezioni. Certo, per i paesi europei potrebbe non essere un grosso problema, ma per un paese post-sovietico, se facciamo un confronto con la Russia, la Bielorussia o il Kazakistan, questo è un meccanismo democratico importante. Il tipo di democrazia elettorale ucraino può esistere grazie a strutture oligarchiche multi-piramidali, che non è il caso dei paesi sopra citati, tuttavia è supportato anche dal basso. Questo lungi dall'essere un meccanismo veramente democratico è importante da usare e proteggere.

Inoltre la sconfitta di Poroshenko significa è fallito il progetto filo-fascista in Ucraina. La grande maggioranza dell'elettorato non ha perdonato il disastro socio-economico coperto dallo slogan di destra di Poroshenko «Esercito, lingua, fede». Il discorso nazionalista è fallito drammaticamente. Questa è probabilmente l'unica cosa che mi rende felice quando guardo all'attuale situazione politica ucraina.

 

Qual è il peso delle oligarchie economiche nell’Ucraina di oggi? Quale invece, quello dei movimenti sociali di estrema destra?

 

Come ho già detto prima, la vittoria di Zelensky, anche se non concede a Kolomoisky l'ampio controllo sull'economia ucraina, lo favorisce. Per quanto riguarda gli altri, dipende davvero dalle elezioni parlamentari che ci sarannoo. Zelensky scuote decisamente la struttura del potere, ma le elezioni mostreranno i risultati di questo "terremoto".
Per quanto riguarda l'estrema destra, non ci sono motivi per pensare che sia di interesse della sua squadra risolvere questo problema. Ad esempio, in base ad una delle loro strategie ora fanno parte delle guardie municipali, finanziate dai governi locali.

Guardiamo quello che è successo di recente a Kiev: nella prima settimana di giugno alcuni cittadini hanno deciso di occupare il vecchio cinema municipale Kiev Kino, contro la decisione da parte dell’amministrazione municipale di volerlo privatizzare.

Nel conflitto tra il cinema municipale e l'amministrazione della città di Kiev, che avrebbe dovuto essere risolta attraverso la Corte, guardie municipali di estrema destra sono state utilizzate dal municipio per occupare il cinema. L'unico aspetto positivo di questa situazione è che ha causato un'ampia resistenza da parte dei cittadini in protesta, che hanno dato vita a duri scontri in difesa del cinema. Ad ogni modo l'estrema destra ora ha possibilità molto basse di arrivare in Parlamento, dato che questa nicchia sarà presa da "nuovi" partiti come quello di Zelensky. Ma rimarranno nelle strade, giocando contro qualsiasi movimento di protesta progressista.